Il 7 gennaio tutti i francesi hanno vissuto l’incubo dell’attentato terroristico di matrice islamica alla sede di Charlie Hebdo, seguito due giorni dopo dall’uccisione di quattro persone nel negozio di alimenti kosher, Hyper Cacher. Per tre settimane il governo e i media si sono chiesti come i fratelli francesi Kouachi avessero potuto compiere quella strage e come nelle scuole delle banlieue parigine (e non solo) molti studenti preferissero il jihad alla laïcité.
BASTA LA FNAC. Tutti a prendersela con le scuole, le carceri e i siti internet dove i giovani si radicalizzano, ma per imparare certe dottrine è sufficiente andare alla Fnac. A Parigi, infatti, la famosa catena mette ancora sugli scaffali il libro La voie du musulman (La via del musulmano), la cui vendita in mille supermercati nel luglio scorso aveva scatenato una feroce polemica.
INNO AL JIHAD. Alcune frasi contenute nel testo scritto dallo sheikh algerino Abu Bakr al Jazairi sono «molto sensibili», per usare l’eufemismo della stessa Fnac e rimandano all’eterno problema dell’interpretazione dei testi sacri all’interno dell’islam. Ne riportiamo alcune: «Il jihad ha come scopo quello di comprendere e reprimere i miscredenti, nemici dell’islam e della comunità musulmana»; «I musulmani devono organizzarsi con ogni sorta di mezzo per fabbricare ogni tipo di armi in uso nel mondo»; «I musulmani devono anche perfezionare e migliorarsi nell’arte militare difensiva e offensiva per difendersi e attaccare al momento opportuno perché il verbo di Dio trionfi»; «L’eretico è il musulmano che rinnega la sua religione, diventa ebreo, cristiano o ateo. Gli si concede un totale di tre giorni per tornare all’islam e se rifiuta sarà passibile di pena di morte»; «Dio vuole che i musulmani sterminino i politeisti senza dare loro la possibilità di essere considerati come prigionieri».
«COME LA BIBBIA». Nonostante la strage del 7 gennaio e le polemiche che sono seguite, il libro è ancora in vendita alla Fnac, come dimostra l’inchiesta dell’Observatoire de l’islamisation. A luglio l’editore libanese del volume si era detto pronto a ritirarlo se il Ministero francese l’avesse richiesto. Ma il gabinetto del ministro degli Interni Bernard Cazeneuve ha replicato: «Non si possono vietare libri scioccanti. Se non si incita all’odio o si fa apologia di terrorismo, non si può vietarli. Sponsorizzare il jihad non è un delitto e non è penalmente rilevante. Se prendiamo la Bibbia, scopriamo che sono uguali. Anche nella Bibbia ci sono passaggi scioccanti, ma non per questo la vietiamo». Chissà se ora ha cambiato idea. Il libro, intanto, è ancora sugli scaffali.
Fonte. Tempi