Avevo 18 anni, ero appena arrivata a Roma. Una sera, con le mie coinquiline, siamo finite su un set all’Isola Tiberina. Loro si vergognavano e mi mandarono a chiedere un autografo all’attore protagonista (oggi regista e produttore affermato). Lui mi chiese il mio numero. Mi prometteva di farmi fare una piccola parte nel suo prossimo film.
Mi ha chiamata, qualche giorno dopo. Mi ha portata a fare un giro in macchina e ha provato a baciarmi una volta appartatosi davanti a un muro pieno di graffiti in periferia.
(Che squallido, no?)
Di fronte al mio diniego si è fatto freddo.
È sceso a comprare una busta di latte fresco per il suo figlio piccolo ad un bar lì vicino e dopo mi ha scaricata alla fermata metro meno distante.
Non mi ha nemmeno riaccompagnata a casa.
Non mi ha mai fatto fare manco la comparsa nei suoi numerosi e successivi film.
Ho pagato?
Forse.
Ma che soddisfazione dirgli: “Oh! Ma che te sei messo in testa?!? Potresti essere mio padre!”
Non per questo mi sento migliore di chi ha subito senza riuscire a difendersi: sono accadute tante cose dopo quel fatto. E altre battaglie le ho perse, altri lupi hanno vinto sbranando a pezzi un cuore che ancora oggi sanguina.
Però, da un certo punto in poi della mia vita, nessuno più si è sentito in diritto di abusare di me.
Da quando io stessa, finalmente, ho riconosciuto a me stessa una dignità a cui avevo rinunciato.
La dignità di una Figlia di Dio.
Io valgo il Sangue di Cristo. La Sua stessa Vita.
IO SONO LIBERA DI DIRE NO!!!!!
Fonte it.aleteia.org/Beatrice Fazi