Riportiamo una parte dell’intervista fatta a l’esorcista Cesar Truqui, pubblicata su tempi.it e realizzata da Benedetta Frigerio.
Il demonio agisce sempre allo stesso modo. Non ce ne accorgiamo se non siamo allenati a combattere. Il modo più subdolo è la tentazione: il santo viene tentato nella sua santità, il peccatore nel suo peccato. Questo è il modo più comune. Ce n’è poi un altro molto diffuso ai nostri giorni: si chiama relativismo. Gesù nel Vangelo di Giovanni definisce il diavolo come il “padre della menzogna”, perché ci convince che dobbiamo essere noi a decidere cosa sia bene e cosa male. Ci persuade che non esista un bene oggettivo. Oggi questa visione è imposta globalmente e non a caso Benedetto XVI parlava di “dittatura del relativismo”: data l’impossibilità di stabilire con sicurezza cosa sia bene e male per tutti, è qualcun altro a scegliere cosa è lecito e cosa no, cosa è reato e cosa no.
L’esperienza di un amico, prete di una parrocchia di montagna frequentata da molti bambini, spiega bene perché è importante parlarne. Durante il catechismo, lui parte dal racconto della Creazione contenuto nel primo libro della Genesi e poi, quando arriva al terzo, spiega la caduta dell’uomo tentato dal demonio, che definisce così: una semplice creatura che si è ribellata a Dio. Nascondere l’esistenza del diavolo mette in pericolo la fede, perché senza una comprensione di chi sia e della sua opzione che porta alla dannazione, non si può nemmeno comprendere l’incarnazione e la Chiesa per salvarsi.
Nella prima lettera di Giovanni si legge che Gesù è venuto per distruggere le opere del demonio. Questo passaggio è fondamentale per capire il mistero salvifico di Cristo. Il mio amico parroco spiega poi come si fa a sconfiggere il male, parlando loro degli angeli o di Maria, la creatura più umile, chiamata a sconfiggere quella più superba. I bambini non hanno paura, anzi capiscono perfettamente che basta stare dalla parte di Dio onnipotente, contro cui nessuna creatura può nulla.
La nostra società è stata sedotta tramite le ideologie, stili di vita e pensiero individualisti. Si crede, ad esempio, che se non mi piace più mio marito, divorziare mi farà stare meglio. Dimenticando le conseguenze sui figli e sulla società. Questa mentalità contraria alla famiglia è congeniale al diavolo: lui sa bene che un uomo solo e senza punti di riferimento è manipolabile e instabile. Ancora oggi, che ho più di 50 anni, solo pensando a mia madre e mio padre, che si amano da sempre, trovo conforto e coraggio. Al contrario, i figli dei separati sono più fragili e incerti.
C’è poi un demonio specializzato nell’attacco alla famiglia, citato anche nel racconto di Tobia, si chiama Asmodeo. In tanti esorcismi si fa presente. Lo ricordo in quelli di padre Gabriele Amorth e padre Francesco Bamonte, a cui ho assistito. Mi viene in mente una coppia di ragazzi molto unita che voleva sposarsi, nonostante lei dovesse sottoporsi ad esorcismo per liberarsi. Il demone era infuriato e intimava a padre Amorth di impedire il matrimonio altrimenti avrebbe ucciso la ragazza. Ovviamente era una minaccia del mezognero, infatti non avvenne. Fonte: www.tempi.it
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