Il messaggio di Fatima è il messaggio centrale del cristianesimo, è l’annuncio che Gesù è risorto ed è il Signore della storia: è quanto afferma il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin alla vigilia del viaggio di Papa Francesco nel Santuario mariano.
R. – Credo che il Santo Padre con questo viaggio voglia esprimere e mettere in luce, oltre naturalmente al suo amore e alla sua devozione alla Madonna di cui abbiamo tantissime prove e tantissimi segni – il fatto per esempio che lui sempre si rechi a Santa Maria Maggiore a pregare davanti alla Salus Populi Romani prima e dopo ogni suo viaggio – soprattutto il rispetto e l’attenzione che il Papa porta all’esperienza mariana del popolo di Dio. Un’esperienza mariana che ha saputo riconoscere negli eventi di Fatima, ormai lontani (1917), una impronta specifica della Vergine del Magnificat. Io sottolineerei questo. La Vergine del Magnificat, la Signora del Rosario, che non è apparsa ai ricchi, non è apparsa ai potenti, non è apparsa alle persone influenti ma è apparsa a dei bambini, potremmo in un certo senso considerarli un po’ gli ultimi della società, per usare la terminologia del Papa quasi gli “scarti” della società: ha voluto proprio privilegiare queste persone, questa categoria di persona. Perché la Madonna del Magnificat ha dato ai pastorelli di Fatima un messaggio controcorrente. Eravamo in tempo di guerra, quindi il discorso era quello dell’odio, era quello della vendetta, era quello dell’ostilità, dello scontro, “l’inutile strage” di Benedetto XV; la Madonna invece parla di amore, parla di perdono, parla di capacità di sacrificare se stessi e di fare di se stessi un dono agli altri. Quindi un capovolgimento totale dei valori o dei disvalori che in quel momento stavano prevalendo nella società. Mi pare che queste siano due indicazioni di grande attualità anche per il Portogallo e un po’ per tutto il mondo: questa capacità di partire dagli ultimi, di valorizzare gli ultimi e questa capacità di vivere gli autentici valori che possono essere alla base anche di una convivenza pacifica e solidale all’interno di ogni Paese e fra i Paesi.
D. – Pensando alla devozione mariana di Papa Francesco – più volte lui ha ricordato che Ella ci aiuta a sciogliere i nodi del peccato – quanto un luogo, un Santuario come Fatima aiuta l’uomo contemporaneo a risolvere i grovigli del suo cuore?
R. – Si dice normalmente che i santuari sono le cliniche dello Spirito e sappiamo, il Papa l’ha messo in luce anche recentemente, trasferendo le competenze per i Santuari in generale ma per i Santuari mariani anche al Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Per cui io credo che nei Santuari risuona sempre l’annuncio dell’Angelo a Maria che niente è impossibile a Dio. E un Santuario diventa un luogo di crescita spirituale nel momento in cui aiuta le persone a rispondere, come Maria, “Eccomi”. Di fronte a questa realtà che nulla è impossibile a Dio, che non è impossibile a Dio fidarsi dell’uomo, che non è impossibile a Dio affidarsi all’uomo e camminare con l’uomo, che non è impossibile trasformare la vita e il mondo grazie al suo amore, alla sua tenerezza, alla sua misericordia, che è possibile a Dio liberarci dai pesi del nostro passato che a volte ci schiavizza, ci blocca e aprirci ad un futuro nuovo inedito e sorprendente … Maria ha saputo dire di sì a questa proposta di Dio, a questo progetto di Dio. Un Santuario può aiutare in questo senso, a crescere in questa consapevolezza che a Dio tutto è possibile e nel rispondere generosamente a questa realtà con l’offerta della propria vita.
D. – Sono trascorsi cento anni dalle apparizioni delle Vergine ai pastorelli. Quanto ha da dire ancora Fatima al mondo e alla Chiesa? Mi vengono in mente le parole di Benedetto XVI nel 2010, quando disse: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa” …
R. – Credo che il messaggio di Fatima sia il messaggio centrale del cristianesimo, quello che stiamo vivendo soprattutto in questo periodo pasquale, cioè l’annuncio che Gesù è risorto, che Gesù è vivo, che Gesù è il Signore della storia. Si è tanto speculato e sì, forse si continua ancora a speculare sui segreti di Fatima, ma sono in un certo senso speculazioni inutili, perché quello che Fatima voleva dirci ce lo ha detto pubblicamente e apertamente. Ed è proprio questo il messaggio centrale della fede, della nostra fede cristiana, della nostra fede cattolica. E quindi da qui nasce anche una diversa visione della vita: la vita che diventa un pellegrinaggio verso il Signore Gesù; diventa un pellegrinaggio sostenuti dalla forza del Vangelo e rinnovati continuamente dalla forza del Vangelo. Allora, la missione profetica di Fatima è quella di richiamare alla Chiesa quello che essa è, quello che essa deve continuare ad essere e ad annunciare nel mondo di oggi, cioè una comunità che proclama i cieli nuovi e la terra nuova e che li attende e quasi li anticipa – come direbbe il Concilio – proprio immergendosi nelle pieghe della storia, soprattutto nelle pieghe più oscure e più dolorose con la forza dell’amore per cambiare questa storia. Questo è il messaggio profetico di Fatima e il messaggio profetico della Chiesa che, in una certo senso coincidono.
D. – Una grande gioia: è stato annunciato che proprio durante il viaggio – il 13 maggio – Papa Bergoglio canonizzerà Francesco e Giacinta. Quanto sono ancora attuali queste figure?
R. – Dobbiamo distinguere un po’ tra quelli che sono i mezzi e quelli che sono i fini. Evidentemente Francesco e Giacinta appartengono ad un certo tempo, ad una certa epoca della storia, con il suo modo di esprimersi, con il suo linguaggio, con gli strumenti che allora si utilizzavano. Il fine è proprio la capacità di questi due bambini, nella loro semplicità, di andare al cuore del Vangelo. Ed è questo il messaggio che questi due giovani ci portano: la capacità di andare al cuore del Vangelo attraverso il Cuore immacolato di Maria, perché Fatima sottolinea anche questa dimensione del Cuore immacolato di Maria, un cuore – come dicevo prima – che ha saputo accogliere – immacolato per grazia, naturalmente – che ha saputo rispondere accogliendo in pieno l’amore e la Misericordia di Dio, che ha saputo vivere ispirandosi alla libertà del Crocifisso. Questi bambini hanno fatto proprio questo messaggio, questa realtà; ora ce lo propongono con l’autorevolezza della loro santità che la Chiesa riconosce di fronte al mondo.
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LA VIDEO INTERVISTA AL CARDINALE PAROLIN
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Fonte it.radiovaticana.va/Barbara Castelli
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