Lo riconosciamo: l’articolo sui giochi di ruolo che abbiamo pubblicato su PAPABOYS 3.0 qualche tempo fa (trovate a metà pagina il link per rileggerlo) era veramente pesante.
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E non è che sia cio’ che come Papaboys (ossia i ragazzi del Papa) pensiamo: abbiamo proposto una riflessione approfondita che ci è stata segnalata. Certo che dai commenti letti, un po’ di verità c’è, ma non vogliamo alimentare polemica, bensì fare tutt’altro. Vogliamo dare voce a chi la deve diversamente (forse non da noi, ma da quel servizio).
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Ecco il commento di Pierluca Zizzi, sicuramente un esperto in materia!
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Ciao a tutti i lettori occasionali e affezionati di questo blog.
Prima che leggiate la mia risposta all’articolo “incriminato” è necessaria una premessa che reputo importante.
Sono Pierluca Zizzi un autore professionale di giochi da tavolo e autore occasionale di giochi di ruolo. Sono un laico non cristiano, tendenzialmente anti religioso, apartitico e apolitico, magari un poco anarcoide. Ho quasi quarantaquattro anni e da trenta gioco costantemente di “ruolo” a quasi tutte le ambientazioni e i tipi di gioco esistenti.
Vi scrivo questo per farvi capire la difficoltà di quello che ora proverò a comunicare.
Tenterò di convincere i cristiani che mi stanno leggendo che il miglior modo di passare il loro tempo libero è quello di giocare di ruolo e di facilitare questo anche con i loro figli e amici.
Impossibile? Forse. Ma anche io a mio modo credo nei miracoli.
Intanto diciamo che i giochi di ruolo, normalmente abbreviati in GdR, sono una forma di intrattenimento nella quale delle persone interpretano uno o più personaggi immaginari, di solito inventati da loro. L’interpretazione può essere facilitata da uno di essi che ha un ruolo super-partes e conosce tutto o quasi dell’ambientazione, a lui spetterà di descrivere le scene e di far agire i personaggi non giocati dagli altri giocatori. Attenti però, da anni ci sono GdR nei quali non c’è il ruolo del narratore, il regista di cui si parlava sopra, ma tutti i partecipanti contribuiscono alla creazione dell’ambiente narrativo.
La maggioranza dei GdR però hanno un master/narratore/custode o come lo vogliate chiamare che coordina il divertimento proprio e altrui.
Perché voi cristiani dovreste sedervi al tavolo e partecipare a questa stupenda farsa? Semplice, potreste provare a voi stessi e agli altri che, pur interpretando una personaggio fittizio, la vostra umanità di persona non ne verrebbe mai scalfita, anzi, ne sarebbe rafforzata.
Interpretando il guerriero dei mondi fantasy potreste combattere una guerra giusta, ideologica, sporca, terribile o genocida, e, nonostante tutti i rimorsi e le tragedie che inventerete e interpreterete, alzarvi dal tavolo più ricchi di un’esperienza di vita vostra, veramente vostra, perché l’avrete inventata voi senza fare del male a nessuno.
Nella vostra tradizione c’è, da sempre, la ribellione verso il male e contro chi sopprime la vostra parola di fede che voi credete essere ispirata direttamente da Lui e da suo figlio.
Ebbene con i GdR avrete la possibilità di combattere direttamente quel male, che sia una lotta immaginata in un mondo apocalittico, durante un’investigazione nella New York odierna o nell’inseguimento del mago malvagio lungo le lande della Terra di Mezzo.
“E se interpretassi io quel male?” potrebbe chiedermi qualcuno di voi. Risponderei che sarebbe una vostra scelta, lo chiamate libero arbitrio vero? Se voi sarete il male, l’ingiustizia del potere corrotto, la lama dell’assassino nella notte, sarà alla vostra nobile scelta spiegare il perché, rimanerne compiaciuti, disgustati o redimervi. “Chi è senza peccato scagli la prima pietra” dice Gesù, lui che mangiava coi peccatori e che era il più grande giocatore di ruolo del suo tempo, forse il più grande che sia mai esistito e che esisterà.
Il suo ruolo era un incarico dato forse dal supremo Custode/Narratore? Non lo so, sono solo un autore di giochi, non un mistico. So però che un cristiano deve, assolutamente deve, interpretare e reinventare se stesso in un mondo che genericamente lo disdegna, perché da sempre chi gioca a fare il buono e l’onesto viene braccato dalle pecore smarrite.
So con certezza che anche gli appassionati di GdR vengono visti con sospetto per ciò che rappresentano. Essi hanno la libertà di essere chi vogliono, con fantasia, leggerezza e allegria, sfidando l’inquisizione di chi non sa volare con la mente, è legato alle pesanti catene della materia e porta la tristezza di giornalisti disinformati, faziosi e facilmente sbugiardabili.
Che dire poi dei vostri potenziali compagni di gioco. Io gioco di ruolo tutte le settimane con atei convinti che spesso per salutarmi mi chiedono “Come va fratello?”, avete letto bene, fratello, non solo Pierluca. Si, perché per le successive ore condivideremo qualcosa di fraterno, che ci renderà pari e ancora più amici, anche e soprattutto se io sono il Master e avrò più potere di loro nel decidere il destino e gli eventi.
Ecco chi sono coloro che mediamente siederanno al vostro fianco, persone con le quali ridere, giocare, fare amicizia e, nella finzione condivisa dei GdR, con le quali vincere, viaggiare, esplorare e se necessario morire.
Incontrerete dei fanatici dell’interpretazione, alcuni compulsivi dell’interpretazione malata, dei prevaricatori sul parere altrui? Si, a volte avverrà, esattamente come avverrà nei luoghi di lavoro, su internet, in televisione o tra i banchi di una chiesa.
Aggiungo con orgoglio che al tavolo di gioco troverete appassionati e dilettanti colti o ignoranti, intelligenti o stupidi, abili interpreti o mute statuine, ma sempre, troverete degli amici socievoli e disposti a spiegarvi regole, a salvarvi dalle fauci del drago o a ridere dei comuni errori, nella più assoluta condivisione e democrazia sociale.
Ora sono io a farvi una domanda: In quali altri ambienti sociali troverete queste caratteristiche? Nelle curve di uno stadio? Nelle aule di partito? Nelle palestre? Io non credo proprio.
In un mondo di immensa solitudine e di incapacità quasi assoluta di dialogo i GdR vi costringeranno a inventare un modo per comunicare e farlo con umanità ed efficacia. Sarete contenti di tale fittizia costrizione poiché la decisione di non aderirvi farà fallire la finzione collettiva e il gioco finirà in un disastro.
Ecco la differenza con altre attività ricreative. I giochi di ruolo sono una sorta di patto di collaborazione tra pari che hanno deciso di condividere tempo e sogni, altro che isolamento sociale, illusione e sottomissione al carisma altrui.
Io non riesco a immaginare nulla di più comunitario, giusto, ricreativo e cristiano.
Cari lettori ora vi devo confessare il mio più sinistro sospetto.
“Io accuso” chi ha scritto l’articolo da me incriminato, di essere portatore della più disgustosa delle droghe, del più amaro e letale dei veleni. È della paura che parlo.
Tale untuosa sostanza uccide tutti coloro che guardano alla libertà altrui e ne hanno addirittura terrore. Ci sono persone, circa sette miliardi su questo pianeta, che avendo paura delle libertà di pensiero altrui, tentano di limitarne l’azione puntando il dito malato della calunnia.
Costoro sono vittime, come me ogni tanto, dell’incapacità di essere liberi in un mondo di schiavi e tiranni.
Forse se giocassero di ruolo interpreterebbero più i veri “se stessi” e getterebbero la maschera di una falsa umanità o di una falsa cristianità.
“Ama il prossimo tuo come te stesso” diceva il vostro Gesù che voi chiamate Cristo. Lo applaudo e mi comporto talvolta come credo che sarebbe piaciuto a lui, io anticristiano convintissimo.
Ora smetterò di scrivere questo articolo e riprenderò a creare l’ambientazione per la serata di gioco di lunedì.
Siamo in un mondo parallelo con supereroi, c’è una terribile guerra tra bene e male, intrighi, alieni spietati, alleati segreti e tante avventure da vivere con la consapevolezza che potremmo essere eroi o antieroi, ma sempre umani e amici dei nostri simili.
Salveremo il mondo, certo che lo salveremo se sapremo essere uniti e forti.
Viva i giochi di ruolo e un abbraccio a tutti voi.
Pierluca Zizzi
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Grazie Fratello...
Piacere, Andrea Migliasso, "Mordantes" per gli amici dei GDR, condivido pienamente quanto scritto da Pierluca, e vi invito a considerarlo attentamente.
Aggiungo ancora dell'altro, il "master" o narratore, non è una figura prevaricante come scritto nel vostro articolo, anzi, un bravo master è colui che prendendo atto delle decisioni autonome dei giocatori, modifica l'avventura che si era prefissato di portare avanti in base alle loro scelte, a volte stravolgendola completamente.
Credo sinceramente che l'autore dell'articolo da voi pubblicato non abbia mai nemmeno lontanamente provato anche solo a comprendere il mondo dei GDR, ma che si sia limitato a "scagliare la prima pietra", colpevolmente, gettando fango su qualcosa che nemmeno si conosce.
Ed è tale atteggiamento che fa piu paura, sappiamo tutti, al di la del credo religioso, quanto l'ignoranza e la demonizazzione di cio che non si conosce sia pericolosa, e possa portare a derive oltranziste inimmaginabili.
Date retta a papa Francesco quando predica l'umiltà e la condivisione, quando dice di conoscere prima di giudicare.
Io con "Dead Lands" interpreto un sacerdote e sono cattolico praticante !