Viaggio nella Bassa bresciana, nelle vicinanze di Montichiari, un luogo isolato in mezzo ai campi, sconosciuto alla maggioranza dei lombardi eppure noto in Asia, Africa e America Latina. Il luogo di culto in un capannone. I pellegrinaggi per raggiungerlo.
C’è, nella Bassa bresciana, un luogo isolato in mezzo ai campi, sconosciuto anche alla maggioranza dei lombardi eppure noto e venerato in Asia, in Africa, in America Latina. Per venirvi a pregare, si organizzano pellegrinaggi da quei luoghi remoti, dove si costruiscono persino santuari alla Madonna che lì sarebbe apparsa e si fondano congregazioni religiose in suo onore. Sembra che ora — dopo decine di anni durante i quali quel luogo internazionale di culto cattolico ufficialmente non esisteva per la Chiesa — le cose si stiano sbloccando e le autorità ecclesiastiche si stiano aprendo alla fiducia. È una storia singolare che merita di essere raccontata. Venendo dal Garda e andando verso sud-ovest, dopo un quindici chilometri si attraversa Montichiari, uno dei Comuni italiani con il reddito più alto. Proseguendo lungo la provinciale verso Asola, dopo quattro chilometri un piccolo cartello turistico (quelli marroni con la scritta bianca) indica, rivolto a una strada secondaria in mezzo ai campi: «Località Fontanelle». Qualche centinaio di metri e si intravede una sorta di capannone in ferro e vetro, seminascosto in un affossamento del terreno. Accanto, due piccole costruzioni, un giardino con molte panche e poco d’altro. Colpiscono subito, però, i grandi parcheggi: sembrano del tutto sproporzionati rispetto all’isolamento del luogo ma, in realtà, sono sempre pieni, se non strapieni, di pullman e di auto. Molte le targhe straniere. Sino a un paio di mesi fa, il parcheggio non era mai vuoto neppure di notte, ma ora si è stati costretti a chiudere il capannone dalla tarda serata all’alba. E non a causa dei ladri (nulla di prezioso c’è da rubare qui) bensì dei vandali. Entrando nella struttura, all’ingresso si trovano rubinetti per bere e detergersi il volto coll’acqua che sarebbe stata benedetta dalla Madonna. All’interno, una piccola chiesa, con una minuscola piscina con acqua alta 20 centimetri, dove uomini e donne percorrono un cerchio parecchie volte, pregando. Contro la parete, una grande quantità di ex voto che parlano di una grazia ricevuta.
Tutto qui, per ora. Ma se ciò che è avvenuto in questo luogo ha davvero una origine soprannaturale, qui sorgerà una grande basilica con cinque cupole e queste sconosciute Fontanelle diverranno, per fama e frequentazione, la Lourdes italiana. Parola della Madonna stessa. Già ora è impressionante la diffusione che — discretamente e silenziosamente — ha avuto e ha nel mondo intero il culto di «Maria rosa mistica e madre della Chiesa» che proprio qui ha avuto inizio e ha il suo centro. Tutto comincia nel 1946, con una prima serie di apparizioni, nel duomo di Montichiari, a Pierina Gilli (1911–1991), figlia di contadini del luogo, di poca istruzione a causa della miseria e divenuta inserviente dell’ospedale. La Madonna pronuncia tre parole programmatiche che, negli anni, saranno seguite da tante altre: «Preghiera. Sacrificio. Penitenza». È accompagnata da santa Maria Crocifissa di Rosa, vissuta nella prima metà dell’Ottocento, fondatrice delle suore Ancelle della carità, che sarà presente sia prima che durante alcune delle molte apparizioni che seguiranno. Dal 1966, per desiderio esplicito della Madonna, le apparizioni non avverranno più in una chiesa ma in piena campagna, sempre nel comune di Montichiari, nella località attuale, detta «Fontanelle» da alcune sorgenti che vi sgorgano. Gli incontri tra Pierina e Maria dureranno sino agli anni Ottanta, richiamando sempre più persone, prima del luogo, poi di altre zone italiane, poi di Paesi europei e infine di ogni continente.
Un’espansione del culto che ha dell’inspiegabile: spontanea, senza alcuna propaganda, eppure inarrestabile e in continua ascesa. Come sempre, e come suo dovere, la diocesi del luogo, in questo caso Brescia, nel 1946 si astenne da un giudizio sui fatti e costituì una Commissione di inchiesta. Questa compì, per due anni, un lavoro discontinuo e, pare, poco oggettivo a causa di membri che, senza approfondire, pensarono a una visionaria. Alla fine, comunque, non si decise per un definitivo «Consta la non soprannaturalità dei fatti» bensì un sospensivo «Non consta (allo stato attuale) la soprannaturalità». Tuttavia, l’indagine fu svolta sulla prima fase delle apparizioni, quelle a Montichiari, ma non si indagò mai sulla seconda fase, a Fontanelle. Sta di fatto che un gruppo di laici, convinti che Pierina dicesse la verità e che fosse grave ignorare messaggi dal Cielo, in questi decenni si è adoperato per il caso, con tenacia ma anche con grande rispetto e indiscussa ortodossia. Di fronte all’afflusso crescente da tutto il mondo, il vescovo Giulio Sanguineti, presule di Brescia dal 1998 al 2007, non formò nuove commissioni ma autorizzò alle Fontanelle il culto a Maria rosa mistica, purché non si facesse riferimento alle apparizioni. L’attuale vescovo, monsignor Luciano Monari, non ha solo confermato il suo predecessore ma ha istituito una Fondazione dove convivono sacerdoti della Curia bresciana e devoti laici.
Le cose, sembra proprio, andranno oltre, anche perché le edizioni Ares hanno pubblicato, in un volume di 700 pagine, i diari inediti di Pierina Gilli, curati da Riccardo Caniato, giornalista e scrittore nonché studioso attento del caso. Quei diari confermano la salute mentale e la vita da vera cattolica condotta dalla veggente e sono stati esaminati con interesse dallo stesso cardinal Gerhard Müller, prefetto della Dottrina della fede. Si va verso il riconoscimento ufficiale della Chiesa? Una folla crescente e cosmopolita lo desidera. Intanto, alle Fontanelle, la devozione continua con fervore sorprendente, sperando di poter passare, un giorno, da un capannone al grande santuario voluto dalla Vergine stessa.
Redazione Papaboys (Fonte www.corriere.it)
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