Ho letto tutti gli scritti di Brentano sulla mistica tedesca la monaca agostiniana Anna Caterina Emmerick beatificata da Giovanni Paolo II e ho raccolto alcuni suoi pensieri su una realtà di cui si parla pochissimo o niente nella Chiesa Cattolica odierna: il Purgatorio:
“Non pregavo molto per me, limitandomi a chiedere al Signore di mantenermi nella sua santa volontà. Pregavo quasi sempre per gli altri e soprattutto per le anime del Purgatorio”.
“La preghiera migliore è quella che si rivolge a Dio a favore delle anime del Purgatorio e per la conversione dei peccatori ostinati”.
“(Durante la Santa Messa) al Gloria invoco tutti gli Angeli, tutti i Santi e tutti i devoti fedeli della terra a unirsi a me nella lode e nell’azione di grazie che rivolgo a Cristo per il Sacrificio di se stesso, da Lui rinnovato ogni giorno. Supplico Dio di illuminare gli uomini e di consolare le anime del Purgatorio”. …
… (Durante la Santa Messa) Al Sanctus, prego perché tutto l’universo si unisca nella lode di Dio. Alla consacrazione, rinvio il Salvatore al Padre offrendolo per il mondo intero, in particolare per la conversione dei peccatori e il sollievo delle anime del Purgatorio, per gli agonizzanti e per le mie consorelle”.
“(Durante la Santa Messa) dall’elevazione fino all’Agnus Dei, prego per le anime del Purgatorio presentando al Padre suo Figlio morente sulla croce chiedendo a quest’ultimo di supplire alla mia incapacità. Con la Comunione., penso alla sepoltura di Cristo e lo prego di degnarsi di seppellire in Lui il vecchio uomo che è in noi, per farne un uomo nuovo”.
“Al decano Resing Caterina ebbe a dire: “La prego vivamente di esortare la gente nel confessionale a pregare solertemente per le povere anime del Purgatorio, poiché queste per gratitudine pregheranno certamente, molto anche per noi. La preghiera per le povere anime è molto gradita a Dio perché le avvicina alla sua immagine”.
“Fra coloro che non compiono grandi peccati ma che sono tiepidi, in particolare fra coloro che, per troppo egoismo, non ascoltano i buoni consigli dei loro confessori, ve ne sono di quelli che resteranno a lungo in purgatorio”.
“Anche questo piacer molto a Dio, perché ( con le nostre penitenze) le aiutiamo [le anime del purgatorio] a godere della visione beatifica”.
“Anche il contatto con le povere anime del Purgatorio avviene per mezzo del mio Angelo. Egli si occupa di guidare le povere anime nei diversi luoghi del Purgatorio. Mi vidi con lui presso le povere anime, le quali si lamentano molto perché esse stesse non si potevano aiutare, ed erano aiutate molto poco sulla Terra, specialmente nei nostri tempi”.
“ Quando il mio Angelo mi esortava a pregare ed espiare per le povere anime del Purgatorio sentivo la loro felicità, mi ringraziavano e mi erano molto grate. Quando espiavo con i miei dolori esse pregavano per me. La loro nostalgia per la grazia e la misericordia della Chiesa era molto profonda. Tutto quello che noi facciamo per loro, causa una gioia infinita”.
“Nel Purgatorio riconobbi non solo alcuni conoscenti ma anche i loro parenti che non avevo mai visto prima. Vidi povere anime abbandonate dai parenti sulla Terra senza più essere ricordate da nessuno, fedeli che non avevano l’abitudine alla preghiera. Prego sempre particolarmente per loro”.
“Come è triste vedere le povere anime del Purgatorio così poco aiutate, esse hanno veramente bisogno di quest’aiuto, poiché il loro stato è così miserabile che non possono aiutarsi da se stesse. Se qualcuno pregasse per loro e soffrisse un po’, oppure offrisse elemosine alla loro memoria, ne avrebbe profitto alle medesime al punto tale da sentirsi consolate e ristorate come assetati ai quali viene somministrata una fresca bevanda”.
“Purtroppo le povere anime in Purgatorio hanno da soffrire così tanto a causa della nostra trascuratezza, comoda devozione, mancanza d’entusiasmo per Dio e per la salvezza del prossimo. Come si può essere a loro meglio d’aiuto se non con un amore sufficiente e con atti di virtù? Cose che invece queste stesse anime trascurarono durante la vita terrena. I Santi in cielo non possono compiere per le anime le penitenze che spettano ai discepoli e ai fedeli della Chiesa militante terrena. Ma purtroppo veramente poco viene fatto per loro, nonostante esse lo sperino molto! Basterebbe solo impegnarsi dedicando a queste anime seri pensieri e qualche preghiera. Un prete che legge il suo breviario con intimo raccoglimento dona tanta consolazione alle poverette, raggiungendole fino alla tristezza del Purgatorio”.
“La viva convinzione della santissima giustizia di Dio mi si presentò ancora una volta sotto la forma di un Angelo che mi allontanò dal terrore di una certa tomba. Per ogni tomba avevo la precisa sensazione della differente energia emanata: chiarezza, oscurità, tenebre, come pure colonne splendenti e armoniose di luce viva oppure forti e deboli raggi, che provenivano dalle povere anime purganti, a seconda della misura del loro bisogno. C’erano anche quelle che non potevano dare alcun segno ed erano nel Purgatorio dimenticate dai viventi e senza possibilità di comunicare con il Corpo della Chiesa”.
“Quando pregavo su queste tombe, sentivo una voce affaticata proveniente dal profondo della terra che mi sussurrava: “Aiutami a venir fuori”. Allora mi assaliva un sentimento d’impotenza, di non poter far nulla per quelle poverette. L’unica cosa che potevo fare, per queste anime dimenticate, era quella di pregare quanto più potevo, con sempre maggior fervore. Poi scorgevo su queste tombe molte ombre grigie, e in seguito alle pietose e intense preghiere tali ombre assumevano un colore più chiaro. Seppi poi che quelle tombe, che io vedevo e percepivo in modo così diverso, sarebbero state dei defunti non ancora del tutto dimenticati; di coloro che attraverso il grado delle loro pene purganti, oppure per mezzo dell’aiuto e delle preghiere dei loro amici viventi, stanno in un rapporto più o meno consolatore con la Chiesa militante sulla terra”.
“Dio mi ha donato la grazia di farmi vedere molte anime passare, con infinita gioia, dal Purgatorio al Cielo. Spesso quando prego nei cimiteri, presso le tombe, vengo disturbata in modo cattivo, pauroso, e vengo maltratta dagli spiriti maledetti, oppure dal maligno stesso. Apparizioni orribili e chiassose mi circondano e vengo gettata qua e là sulle tombe e maltratta, ma ho avuto sempre la grazia da Dio di non temere mai e perciò sono rimasta sempre illesa, e quando venivo disturbata raddoppiavo le mie preghiere. Ho sempre ricevuto molte grazie dalle care e povere anime del Purgatorio. Se tutti gli uomini avessero voluto dividere con me queste gioia quanto fluire di grazia ci sarebbe sulla Terra! Purtroppo invece le grazie vengono dimenticate e dissipate nonostante le povere anime invochino tanto gli uomini sussurrando alle loro orecchie! Le anime restano così piene di desiderio e con le più differenti pene, e nei differenti luoghi attendono tanto l’aiuto e la redenzione. Nella misura in cui è grande il loro bisogno così lodano pure il nostro Signore e Salvatore. Tutto quello che noi facciamo in loro ricordo causa in esse una gioia infinita”.
“Al decano Resing la Serva di Dio così disse: “La prego vivamente di esortare la gente nel confessionale a pregare solertemente per povere anime del Purgatorio, poiché queste per gratitudine pregheranno certamente molto anche per noi. La preghiera per le povere anime è molto gradita a Dio perché le avvicina alla sua immagine”.
“Le povere anime che stanno in Purgatorio vivono in questo luogo per espiare e purificarsi, perciò necessitano il nostro aiuto sulla Terra con la preghiera, il pensiero, le opere espiatorie e le sante Messe affinché le loro sofferenze possano essere mitigate. Con quest’aiuto, noi guadagniamo una doppia ricompensa: la buona opera dinanzi a Dio che ricava i suoi frutti celesti; la seconda che le povere anime purganti le quali giungono alla tanto aspirata gloria del cielo pregano per la nostra salvezza”.
“Ho visto che durante il diluvio molti uomini ebbero il tempo di convertirsi e giunsero in Purgatorio perché Dio volle salvarli dall’inferno. Potrei paragonare queste anime salvate con le radici degli alberi, che vidi di nuovo verdeggiare dopo il diluvio”.
“Le dita consacrate dei sacerdoti saranno riconosciute in purgatorio e nell’inferno arderanno con un fuoco speciale”.
“La mia preghiera consisteva di solito in un dialogo con Dio. Io gli parlavo come fa un figlio al padre. Ero molto raro che chiedessi a Dio qualcosa per me. Le mie intenzioni di preghiera erano la conversione dei peccatori e la liberazione delle anime del purgatorio”.
“ ( Caterina) diventava molto gioiosa quando le anime del purgatorio venivano a ringraziarla per il suo aiuto nell’averle tolte da lì, e se ne andavano in cielo. Quando sua madre morì, pianse molto; ma lo stesso giorno, nel pomeriggio, la videro allegra e, quando le chiesero perché, rispose: Perché mia madre è uscita dal purgatorio e io sono felice”.
“Quando ero ancora bambina fui portata da una persona, che non conoscevo, in un luogo che mi sembrava il Purgatorio. Qui vidi molte anime che soffrivano forti dolori e che mi supplicavano di pregare per loro., mi sembrava di essere stata portata in un profondo abisso dove c’era un grande spazio che mi impressionò molto, mi riempì di angoscia e turbamento. Vidi uomini molto silenziosi e tristi, sul cui volto si intravvedeva, nonostante tutto, che nel loro cuore gioivano, come se pensassero alla misericordia di Dio. Non vidi nessun fuoco; ma seppi che quelle povere anime purganti soffrivano interiormente grandi pene”.
“Quando pregavo con grande fervore per le anime benedette, sentivo voci che mi dicevano all’orecchio: “Grazie, grazie!”. una volta avevo perduto, andando in chiesa, una medaglietta che mia madre mi aveva dato; questo mi diede un grande dolore. Ritenni di aver peccato per non aver avuto più cura di quell’oggetto, e così quella sera mi dimenticai di pregare per le anime benedette del Purgatorio. Ma quando fui alla tettoia della legna mi apparve una figura bianca, con macchie scure, che mi disse: “Ti sei dimenticata di me?”. Preso un grande spavento, e allora recitai la preghiera che avevo dimenticato. Ritrovai la medaglietta il giorno dopo, sotto la neve, quando mi recai a fare la mia preghiera”.
“Già maggiorenne andavo a messa la mattina presto a Coesfeld. Per poter pregare meglio per le anime benedette del Purgatorio prendevo una strada solitaria. Se non era ancora spuntata l’alba le vedevo a due a due oscillare davanti a me come perle luminose in mezzo a una pallida fiamma. La strada mi si faceva molto chiara emi rallegravo che le anime mi stessero intorno perché le conoscevo e le amavo molto. Anche di notte venivano da me e mi chiedevano di lenirle”.
“E’ molto triste che oggi si aiutino così poco le anime benedette del Purgatorio. La loro sventura è molto grande perché non possono fare nulla per il proprio bene. Ma quando qualcuno prega per loro o soffre, o fa un’offerta in loro suffragio, nello stesso momento questa opera si trasforma nel loro bene, ed esse ne sono tanto contente e si considerano tanto fortunate come colui a cui viene data da bere acqua fresca quando è sul punto di venir meno”.
“Questa notte (27 settembre 1820) ho pregato molto per le anime benedette del Purgatorio, e ho visto molti potenti castighi che esse soffrono, e l’incomprensibile misericordia di Dio. Ho visto l’infinita giustizia e misericordia di Dio, e che non c’è nessuna cosa veramente buona nell’uomo che non gli sia utile. Ho visto il bene e il male passare dai padri ai figli e trasformarsi in salvezza o sventura per la volontà e cooperazione di questi. Ho visto soccorrere in modo mirabile le anime con i tesori della Chiesa e con la carità dei suoi membri. E tutto questo è un vero e proprio surrogato e una soddisfazione per le loro colpe, senza mancare né alla misericordia né alla giustizia anche se entrambe sono infinitamente grandi”.
“Quante grazie ho ricevuto dalle anime benedette del Purgatorio! Magari tutti potessero partecipare con me a questa gioia! Che abbondanza di grazie c’è sulla terra, ma quanto vengono dimenticate, mentre loro sospirano ardentemente! Qui, in vari luoghi, patendo vari tormenti, sono piene di angoscia e anelano ad essere soccorse. E per quanto grandi siano la loro afflizione e necessità, lodano Nostro Signore. Tutto quello che facciamo per loro, causa ad esse una gioia infinita”.
“Il dottor Wesener riferisce nel suo “Diario”: Padre Limberg una notte si fermò ad accudirla perché sua sorelle non era in casa e Caterina stava molto male. Verso le 11di notte, mentre era vicino al suo letto, appoggiato a un comodino, sentì che qualcuno picchiava come una chiave. Si alzò, guardò da tutte le parti, ma non trovò nulla di strano. Anche altre volte si verificò lo stesso fenomeno, e non riuscì mai a capire la causa di quei colpi. Due settimane dopo padre Limberg mi disse che la malata aveva sentito i rumori durante la notte e che erano state le anime del Purgatorio; da tempo infatti non pregava per loro”.
“Quando andavo in Purgatorio, non solo conoscevo i miei amici, ma anche i loro parenti e persone che non avevo mai visto. Tra le anime più abbandonate ho visto quellepoverette di cui nessuno si ricorda e il cui numero è grande, perché molti nostri fratelli nella fede non pregano per loro. Io prego soprattutto per queste povere anime dimenticate”.
“Clara Sontgen riferì al Processo di beatificazione: Di notte quando eravamo coricate, pregavamo insieme per le anime del purgatorio. Di solito capitava che, quando avevamo finito la nostra preghiera, una magnifica luce si alzasse davanti al nostro letto. Piena di gioia, Emmerick mi diceva: “Guarda, guarda questa luce meravigliosa!”. Ma io ero talmente spaventata che non osavo guardare”.
“Una mattina disse a padre Rensing: Dica alle persone nel confessionale che preghino molto per le anime del purgatorio…Esse [quando usciranno] pregheranno per noi come ringraziamento. Pregare per loro è gradito a Dio, perché le aiutiamo a godere più velocemente della visione beatifica”.
“Implorava costantemente Dio per la liberazione delle anime del Purgatorio”.
Don Marcello Stanzione