Offrire la vita: È la condizione di chi accetta l’eroico dono di sé, fino alla morte. Simile al martirio ma senza un «persecutore» che voglia imporre la scelta contro Cristo.
Papa Francesco apre la via alla beatificazione di quei fedeli che, spinti dalla carità, hanno offerto eroicamente la propria vita per il prossimo accettando liberamente e volontariamente una morte certa e prematura con l’intento di seguire Gesù.
Lo fa con la pubblicazione di ieri del Motu Proprio
“Maiorem hac dilectionem”, che inizia proprio con le parole di Gesù prese dal Vangelo di Giovanni: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. IL TESTO INTEGRALEIn un articolo che viene pubblicato oggi sull’Osservatore Romano il segretario della Congregazione delle cause dei santi, l’arcivescovo Marcello Bartolucci, spiega che con questa decisione il Pontefice stabilisce una “quarta via” percorribile per procedere alla beatificazione di un Servo di Dio.
Finora le tre vie prestabilite erano quelle del martirio, quella delle virtù eroiche e quella della cosiddetta “beatificazione equipollente”.
Ora a queste tre viene aggiunta una quarta via, “dell’offerta della vita” che “pur avendo alcuni elementi che la fanno assomigliare sia alla via del martirio che a quella delle virtù eroiche, è una via nuova che intende valorizzare una eroica testimonianza cristiana, finora senza una procedura specifica, proprio perché non rientra del tutto nella fattispecie del martirio e neppure in quella delle virtù eroiche”.
Osserva poi Bartolucci: “Se fosse possibile tracciare una graduatoria dei percorsi giuridici per l’accertamento della santità canonizzabile, potremmo concludere che al primo posto sta il martirio, al secondo le virtù eroiche, al terzo l’atto eroico dell’offerta della vita fino alla morte inclusa”.
In concre
to il Motu Proprio precisa che “l’offerta della vita, affinché sia valida ed efficace per la beatificazione di un Servo di Dio, deve rispondere ai seguenti criteri:
a. offerta libera e volontaria della vita ed eroica accettazione propter caritatem di una morte certa e a breve termine;
b. nesso tra l’offerta della vita e la morte prematura;
c. esercizio, almeno in grado ordinario, delle virtù cristiane prima dell’offerta della vita e, poi, fino alla morte;
d. esistenza della fama sanctitatis et signorum, almeno dopo la morte; e. necessità del miracolo per la beatificazione, avvenuto dopo la morte del Servo di Dio e per sua intercessione”.
Fonte: Avvenire on line
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