La prima delle due esplosioni è avvenuta davanti chiesa copta Mar Girgis a Tanta, a nord del Cairo (25 morti), la seconda davanti alla chiesa di San Marco ad Alessandria (almeno 18 morti) dove il papa copto, Tawadris, aveva detto messa poco prima dell’esplosione avvenuta all’esterno della chiesa. Disinnescati due ordini nella moschea Sidi Abdel Rahim di Tanta, la seconda più importante della città.
L’Isis rivendica gli attacchi alle chiese – L’Isis ha rivendicato, attraverso l’agenzia Amaq, gli attacchi alle chiese copte che hanno fatto strage a Tanta e ad Alessandria.
Rabbia davanti chiesa Tanta,’governo non ci protegge’ – C’è nervosismo e ostilità nei confronti del governo egiziano di fronte alla chiesa copta di Tanta, nel Delta del Nilo, colpita stamattina da uno dei due attacchi terroristici dell’Isis che hanno fatto strage di cristiani. “Se la prendono con il ministero dell’Interno che non li protegge”, ha riferito al cronista dell’ANSA sul posto un giovane con la barba, spiegando le urla e il senso di frustrazione che si avverte tra una piccola folla di alcune decine di persone che sono riuscite a superare le barriere gialle e rosse allestite dalle forze di sicurezza ai due lati della strada. In una via parallela si nota un imponente schieramento di scuri furgoni blindati della polizia.
Papa copto, attacchi non divideranno popolo – Questi atti “non danneggeranno l’unità di questo popolo e la sua coesione. Gli egiziani sono uniti di fronte a questo terrorismo fino a quando sarà sradicato”. Lo ha detto il papa copto Tawadros II al premier Sherif Ismail che lo ha chiamato per presentargli le sue condoglianze per le vittime degli attacchi contro le due chiese copte. Lo riferisce la Mena. Il premier ha aggiunto che si farà luce presto sui due attentati e che i responsabili saranno puniti. “Questi tentativi vili di colpire persone in pace in luoghi di culto dimostrano che il terrorismo non ha religione”.
Trump condanna attacco, fiducia in Al Sisi – Donald Trump si dice ”rattristato per l’attacco terroristico in Egitto. Gli Stati Uniti lo condannano duramente. Ho molta fiducia nel fatto che il presidente Al Sisi gestira’ la situazione in modo appropriato”. Lo afferma il presidente americano su Twitter.
BEATI VOI! – Pietro ha dinanzi agli occhi Cristo, contemplato nel momento della crocifissione. Vede anche i cristiani, sacrificati con orrendi supplizi all’idolatria degli Imperatori di Roma. Come si può dare conforto e speranza ad un discepolo di Gesù Signore, se non parlando del suo Maestro, della sua sofferenza?
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“È una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo ingiustamente; che gloria sarebbe infatti sopportare il castigo se avete mancato? Ma se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. (1Pt 2,19-25).
C’è differenza tra le nostre sofferenze e quelle di Gesù Signore. Noi soffriamo per i nostri peccati, a causa delle nostre iniquità. Siamo stati ingiusti, peccatori, insipienti, stolti, superbi, arroganti. La sofferenza che ora si abbatte su di noi a causa della nostra fede e della verità di Dio, via santa sulla quale ci siamo incamminati, serve per la nostra purificazione.
Tutte le sofferenze di questo mondo vissute però nel corpo di Cristo, nella santità e nella giustizia, non solo ci purificano dalle pene dovute ai nostri peccati, ma possono essere trasformate in un sacrificio gradito al Signore. San Pietro vede i cristiani nella sofferenza. Soffrono non perché malfattori, ma perché giusti, perché hanno scelto di adorare Dio e non più l’uomo, di seguire lo Spirito e non più la carne, di camminare verso il cielo e di non fare della terra una struttura di peccato e di male. Soffrono perché hanno fatto della giustizia l’unica via su cui progredire.
Giustizia vera è una sola: accogliere la Parola di Cristo e vivere in tutto conformemente ad essa, senza nulla aggiungere e nulla togliere. Questa giustizia è l’unico pane, l’unica acqua, l’unica modalità ed essenza del cristiano. Giustizia è quella vissuta da Cristo Gesù: dono della sua vita a Dio per la salvezza del mondo, ma dono della vita nella sofferenza, sulla croce, nella morte, nel dolore, nella condanna del mondo.
Per questa giustizia bisogna soffrire, per essa morire, subire ogni genere di supplizio e di morte fisica. La vita in questa giustizia ci rende in tutto simili a Cristo Signore, al nostro Maestro. Come siamo simili nella morte, così saremo simili a Lui anche nella risurrezione, nella vita dopo la morte. È questo il motivo per cui siamo beati. La giustizia vissuta nella sofferenza è la strada maestra per il Cielo, per la gloria futura. La sofferenza sopportata per l’adorazione del Padre, per la sequela di Cristo, nella santità anche di questi momenti di strazio e di dolore, genera la nostra beatitudine eterna. Il nostro futuro nel Paradiso è il frutto di questa giustizia. Per questo non bisogna avere paura né sgomentarsi, per questo è giusto pregare il Padre perché ci dia la forza di bere il calice della passione. È questo il prezzo da pagare, dopo il peccato, per ritornare nella gloria di Dio, in Cristo risorto, per tutta l’eternità.
San Pietro ha Cristo nel cuore, Cristo crocifisso, ma prima ancora Cristo venduto, rinnegato, tradito, condannato, sputato, insultato, flagellato, incoronato di spine, schernito, umiliato, messo a pubblico ludibrio. Al cristiano che sta vivendo la stessa sorte di Cristo, perché suo seguace fino in fondo, parla di Gesù; gli parla dicendogli che Lui era giusto, santo, innocente, non solo il Figlio di Dio, ma anche il suo Dio. Quanto ha fatto lo ha fatto per noi, Lui giusto ha sofferto per noi ingiusti, perché da ingiusti divenissimo giusti, santi.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Tu, Santa e Innocente, come il tuo Divin Figlio, alla croce hai offerto Te stessa, hai consegnato Te all’Eterno Padre e il Figlio per la nostra redenzione. Aiutaci a cooperare in Cristo, assieme a Te, alla Redenzione del mondo. Questa grazia Ti chiediamo a favore della salvezza dei nostri fratelli. di Don Francesco Cristofaro
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