“Giulio è entrato nella Resurrezione. Come diceva Paolo VI, bisognerebbe mettere una quindicesima stazione alla via Crucis, quella della Resurrezione”. Con queste parole don Luigi Fontanot, parroco di Fiumicello, ha cominciato alle 14 in punto la cerimonia funebre per Giulio Regeni, nella palestra di Fiumicello.
Il riferimento alla via Crucis prende spunto dai due quadri della prima e ultima (quattordicesima) stazione, che sono stati appesi ai lati della Croce, nell’altare allestito nella palestra, tra le spalliere per gli esercizi ginnici. “Indosso questa stola – ha aggiunto – che viene dal Sud America, dove ci sono desaparecidos, per Giulio”. Al suo fianco il sacerdote copto che benedisse la salma di Giulio al suo arrivo all’ospedale del Cairo.
Il feretro, con sopra fiori bianchi, è stato portato a spalla in palestra, seguito dalla famiglia e dagli amici più cari. La messa è stata celebrata in parte in inglese per consentire la comprensione agli amici stranieri.
Il parroco di Fiumicello: “Grazie Giulio per il tuo esempio di vita e umanità”
“Grazie Giulio, per avermi insegnato tante cose. Resta nel mio cuore l’ energia del tuo pensiero. Il tuo pensiero, per amare, comprendere, costruire tolleranza. Con affetto, la mamma”. È questo il messaggio di Paola Regeni, la mamma di Giulio, letto sull’altare da un ragazzo. È stata l’ultima di tante testimonianze di affetto durante i funerali.
Intanto pare che Regeni sia stato identificato dalla polizia egiziana prima del 25 gennaio, giorno in cui fu segnalata la sua sparizione. La circostanza è stata riferita agli investigatori, sia al Cairo sia in Italia, da alcune persone la cui attendibilità è ora oggetto di verifiche da parte dei titolari delle indagini. Al vaglio degli inquirenti anche altre informazioni riferite dagli stessi soggetti sui movimenti di Giulio Regeni nei giorni precedenti la morte.
di Redazione Papaboys fonte: Huffinghton