Papa Francesco continua la missione di Gesù Cristo, Principe della pace – ribadisce il segretario del Pontificio Consiglio – che cammina con l’umanità e, “seminato” nelle coscienze, la sospinge verso il suo compimento in pienezza. Nell’Angelus del primo settembre è pronunciata la ferma condanna di una guerra che è condotta con l’uso indiscriminato delle armi e colpisce in primo luogo la popolazione civile ed inerme. Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. La guerra chiama guerra anche perché intrappola i popoli in una spirale mortale: porta in sé una visione distorta del potere inteso come sopraffazione e dominio e, inoltre, accentua il pregiudizio che tutti cercano di distruggere gli altri. Su tali presupposti l’“altro” rimane sempre un antagonista, un nemico da sconfiggere, non sarà mai un fratello. La guerra non finisce mai e le ragioni della giustizia sono disattese.
Come ha fatto intendere Papa Francesco occorre essere angosciati per i drammatici sviluppi che si prospettano, alla luce di come si stanno muovendo i grandi della terra. La via di soluzione dei problemi della Siria non può essere quella dell’intervento armato. La situazione di violenza non ne verrebbe diminuita. C’è, anzi, il rischio che deflagri e si estenda ad altri Paesi. Il conflitto in Siria contiene tutti gli ingredienti per esplodere in una guerra di dimensioni mondiali e, in ogni caso, nessuno uscirebbe indenne da un conflitto o da un’esperienza di violenza. L’alternativa non può essere che quella della ragionevolezza, delle iniziative basate sul dialogo e sul negoziato. Insomma occorre cambiare strada. Occorre imboccare senza indugio la via dell’incontro e del dialogo, che sono possibili sulla base del rispetto reciproco, dell’amore. Al potere ideologico della violenza che annienta l’avversario va sostituito il potere dell’amore che sollecita alla cura di ciò che è comune. Il vero potere è l’amore, che implica una passione per il bene degli altri, come suole dire Papa Francesco. L’amore potenzia gli altri, suscita iniziative di collaborazione per la giustizia e la pace.
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