RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO SABATO –
La profezia di Caifa dice la verità eterna di Cristo Gesù. Lui è il Servo sofferente del Signore. In questo senso è vera profezia. Profezia di Dio, nello Spirito Santo. La Lettera agli Ebrei professa la stessa verità su Cristo Signore. Leggiamo con attenzione.
Per questo bisogna che ci dedichiamo con maggiore impegno alle cose che abbiamo ascoltato, per non andare fuori rotta. Se, infatti, la parola trasmessa per mezzo degli angeli si è dimostrata salda, e ogni trasgressione e disobbedienza ha ricevuto giusta punizione, come potremo noi scampare se avremo trascurato una salvezza così grande? Essa cominciò a essere annunciata dal Signore, e fu confermata a noi da coloro che l’avevano ascoltata, mentre Dio ne dava testimonianza con segni e prodigi e miracoli d’ogni genere e doni dello Spirito Santo, distribuiti secondo la sua volontà. Non certo a degli angeli Dio ha sottomesso il mondo futuro, del quale parliamo. Anzi, in un passo della Scrittura qualcuno ha dichiarato: Che cos’è l’uomo perché di lui ti ricordi o il figlio dell’uomo perché te ne curi? Di poco l’hai fatto inferiore agli angeli, di gloria e di onore l’hai coronato e hai messo ogni cosa sotto i suoi piedi. Avendo sottomesso a lui tutte le cose, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Al momento presente però non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. Tuttavia quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.
Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi; e ancora: Io metterò la mia fiducia in lui; e inoltre: Eccomi, io e i figli che Dio mi ha dato. Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova. (Eb 2,1-18).
Quello che non si deve mai fare è dare compimento materiale alla profezia. Questa si compie da sé. Non deve essere portata a compimento da alcuno. Altro è che Gesù debba morire per Giudei e Pagani e altro è decidere di ucciderlo. La profezia deve sempre rimanere parola. Mai deve essere trasformata in atto, in storia, altrimenti non è più profezia. Diviene omicidio. Il potere di uccidere non appartiene al profeta. A lui appartiene il potere di annunciare la verità, solo la verità. Null’altro.
Notiamo ancora una volta la somma prudenza di Gesù. Sapendo che i Giudei lo cercavano per ucciderlo, si ritira in luoghi isolati, nei quali non vi sono possibilità di sgradevoli sorprese. Ancora non ha attestato la verità in modo ufficiale nel Sinedrio.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci saggi e prudenti sempre. a cura del Movimento Apostolico