Il Sabato nella mente di Dio era segno di se stesso. Lui aveva creato il Cielo e la terra in sei giorni. Il settimo si era riposato. Lo aveva vissuto nella contemplazione dell’opera svolta. L’aveva vista, osservata, studiata, esaminata in ogni sua parte e l’aveva trovata molto buona. Anche l’uomo è invitato in giorno di Sabato ad astenersi dalle opere servili per dedicarsi alla contemplazione della bellezza di Dio che è tutta nella sua Legge, nelle sue prescrizioni, nei suoi statuti. Nulla è cosa più buona, più bella, più santa della Legge. In essa è racchiusa tutta la sapienza, l’intelligenza, la saggezza del Dio che l’ha donata. Di questa bellezza l’uomo deve divenirne parte.
Solo se l’uomo diverrà parte di questa bellezza divina, trasformando la sua vita in questa bellezza non solo attraverso la contemplazione, ma anche per via dell’osservanza ad ogni sua prescrizione, lui sarà veramente, santamente ad immagine di questa bellezza, a sua somiglianza. Avrà raggiunto il fine della sua vita che è uno solo: raggiungere la perfezione divina secondo la quale lui è stato creato. L’uomo però vive anche di Sabato. Di Sabato deve anche mangiare, nutrirsi. Anche gli animali di Sabato devono essere accuditi, nutriti. La vita viene prima di ogni altra cosa. I Giudei invece avevano posto il Sabato prima della stessa vita. Avevano fatto il Sabato senza l’uomo, distruggendo il Sabato per l’uomo.
Anche in questo caso Gesù non può spiegare ai Giudei il vero significato del Sabato. Deve limitarsi a giustificare l’apparente trasgressione operata dai suoi discepoli. Deve salvare loro, non il Sabato. Il Sabato sarà salvato in altri modi. Come fare? Si serve di un evento della Scrittura Antica. Fa appello a Davide che consumato dalla fame ottiene dal sacerdote di mangiare i pani dell’offerta, cosa santissima che solo i sacerdoti potevano mangiare. Se dinanzi alla fame di Davide il sacerdote abolisce una legge rituale, anche per i discepoli la legge rituale del Sabato può considerarsi abrogata. Sempre la vita deve prevalere sulla morte. Mai il contrario, la morte sulla vita.
Gesù rivendica a sé la signoria del Sabato. Di certo queste parole non le avrà dette pubblicamente. Sarebbero suonate come una bestemmia. Per i Giudei signore del Sabato era solo il loro Dio. Ad essi il compito di osservarlo nel modo più scrupoloso possibile. Proclamandosi Signore del Sabato, Gesù rivela che è Lui l’intelligenza, la sapienza, la saggezza del suo vero significato. È lo Spirito Santo che vive in Lui il solo abilitato ad interpretarlo secondo verità. Per prima cosa Lui il sabato lo abolisce. Viene sostituto dalla Domenica, il primo giorno della settimana. In questo giorno l’uomo non contempla più le opere dell’antica creazione, bensì della nuova che si compie in Gesù. In questo giorno Lui risuscita e crea l’uomo nuovo. In esso Lui compie una grande opera di recupero alla fede dei suoi discepoli. Per Lui è giorno di lavoro spirituale.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci l’intelligenza dello Spirito. a cura del Movimento Apostolico
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