La piccolina stava fuggendo con la famiglia in auto, poi all’improvviso una raffica di proiettili su di loro. Il padre muore. Il braccio della bambina – scrive Marta Serafini invita a Leopoli del Corriere della Sera – inizia ad andare in cancrena: la corsa all’ospedale di Irpin e la decisione di amputare
Come regalo per i suoi 9 anni, compiuti pochi giorni prima, ha chiesto un nuovo braccio artificiale. Rosa e ricoperto di fiori. Sasha fino a prima della guerra faceva quello che fanno tutte le bambine della sua età. Giocava e andava a scuola. Ora, per salvarle la vita, le hanno dovuto amputare il braccio sinistro.
I bambini colpiti dal fuoco nemico
Hostomel, sobborgo a nord ovest di Kiev . È uno dei punti della capitale preso più di mira perché lì ha sede un aeroporto. Ospedali e abitazioni civili anche sono un target dei russi. Sasha fugge con suo padre, sua madre e sua sorella. Salgono in auto. Poi all’improvviso — racconta il Daily Mail — su di loro piove una raffica di proiettili. Il padre muore. Sasha, la sorella e la madre si rifugiano in una cantina. Ma il braccio della bambina inizia ad andare in cancrena.
Sasha è stata colpita, con il passare delle ore perde conoscenza. Dopo due giorni la corsa verso il Central Irpin Hospital, grazie all’aiuto di un gruppo di volontari che la caricano su una barella di fortuna. E qui la sentenza dei chirurghi: per salvarla dobbiamo amputarle il braccio.
Sasha non è l’unica.
«Abbiamo visto decine e decine di ferite come le sue, anche sui bambini», raccontano ancora i chirurghi dell’Irpin Hospital. Sono 97 i bambini uccisi in oltre due settimane di guerra. Oltre 100 quelli rimasti feriti, secondo la procura generale di Kiev.