«Per la prima volta il governo italiano si impegna a finanziare l’aborto, la contraccezione, la sterilizzazione e le politiche “gender” nell’ambito della cooperazione internazionale per i Paesi in via di sviluppo». A parlare a tempi.it della risoluzione, «adottata senza alcun dibattito dalle Commissioni Affari costituzionali ed Esteri della Camera», è l’onorevole di Democrazia Solidale e presidente del Movimento per la vita, Gian Luigi Gigli.
Il provvedimento è passato questa settimana con estrema urgenza e l’unico a votare contro è stato lei. Può spiegarci di che si tratta?
È stata una sorta di colpo di mano. Questa risoluzione, infatti, promossa dall’onorevole Pd Sandra Zampa, era stata scritta nel marzo del 2015, ed è stata improvvisamente ripresentata nei giorni scorsi. Tanto è vero che, contenendo riferimenti ad avvenimenti passati, hanno dovuto modificarla con urgenza per presentarla subito alla valutazione di ben due commissioni congiunte, vista la sua importanza. Il motivo per cui hanno avuto tanta fretta è che il documento doveva essere approvato prima della fine del G7, concluso questa settimana e che ha trattato di temi come la “salute riproduttiva” e la “parità di genere”.
Cosa dice la risoluzione?
Parla di «empowerment delle donne», di «gender equality», di «diritti e salute sessuali e riproduttivi», ma sopratutto fa riferimento all’Appello finale della Conferenza dei parlamentari del G7, svoltasi a Berlino nel 2015, in cui si afferma l’impegno a destinare «almeno il 10 per cento» dei fondi per i paesi in via sviluppo per «promuovere la salute e i diritti sessuali e riproduttivi». Sappiamo bene che cosa si celi dietro queste diciture: il pacchetto comprende l’aborto, la sterilizzazione, la contraccezione, inseriti insieme ad altri punti del tutto condivisibili, ad esempio relativi alla “non discriminazione”, così da far passare qualunque istanza.
Che obblighi ha ora il governo?
Il governo è intervenuto in commissione tramite il sottosegretario del dipartimento per i Rapporti con il Parlamento, Sesa Amici, accogliendo con favore la risoluzione. Significa che da ora il governo dovrà farsi carico di questo impegno e che, se non lo adempisse, i membri del G7 potrebbero richiamarlo. In poche parole, invece che aiutare chi non ha da mangiare a svilupparsi nelle aree dell’educazione e del lavoro, si mira all’eliminazione diretta della popolazione povera. Non era mai accaduto che il governo italiano si impegnasse in finanziamenti di questo tipo.
Come mai nessuno si è opposto oltre a lei?
I miei colleghi di Forza Italia e della Lega erano assenti, mentre il presidente della commissione Affari Esteri, il deputato di Ncd Fabrizio Cicchitto, ha votato a favore. Io sono intervenuto spiegando che non ci si può piegare alle lobby abortiste che spingono le Nazioni Unite ad adottare politiche disumane. E ho ricordato quando con il Movimento per la vita cercammo di costruire un ospedale per la maternità dopo le violenze in Indonesia: fummo bloccati dall’Onu solo perché ci eravamo rifiutati di firmare un documento sulla cosiddetta “salute riproduttiva”. Fatto sta che, dopo il mio intervento, nessuno ha più parlato e si è passati immediatamente al voto. Come se niente fosse.
Redazione Papaboys (Fonte L’Italia si impegna a finanziare aborto | Tempi.it)