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Perchè nessuno parla di Asad Shah, islamico ucciso per aver augurato «Buona Pasqua» ai cristiani

Un uomo è stato ucciso a Glasgow, in Scozia, poco prima di Pasqua e il modo in cui i giornali britannici ne hanno parlato è una notizia in sé, secondo lo Spectator. La vittima è Asad Shah, 40 anni, sposato e proprietario di un piccolo negozio. La notizia è emersa il giorno stesso dell’omicidio, giovedì 26 marzo, e quando la stampa ha appreso che l’uomo era un musulmano proveniente dal Pakistan, come il nome suggerisce, si è scatenata parlando di «islamofobia» e di un omicidio frutto di discriminazione religiosa. Molto inchiostro è stato sprecato per ricamare sulla tesi dell’odio nei confronti dell’islam alimentato dagli attentati di Bruxelles.

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«BUONA PASQUA AMATI CRISTIANI». Due giorni dopo, però, la notizia era già quasi scomparsa dai siti inglesi. Come mai? Perché la polizia ritiene che il signor Shah sia stato sì vittima di odio religioso, ma islamico. L’uomo infatti è un Ahmadi, setta di minoranza interna al mondo musulmano perseguitata quasi in tutto il mondo islamico, soprattutto in Pakistan.
Non solo. Il negoziante aveva appena scritto su Facebook: «Buona Pasqua specialmente alla mia amata nazione cristiana… seguiamo le orme dell’amato Gesù Cristo e portiamole al successo in entrambi i mondi». Ma il dettaglio che ha davvero ridotto al lumicino le notizie su Shah è questo: il principale sospettato, detenuto in via precauzionale per l’omicidio, è Tanveer Ahmed, musulmano sunnita di 32 anni proveniente da Bradford, che avrebbe percorso oltre 300 chilometri per accoltellarlo e calpestarlo. L’uomo finora non ha né confessato, né parlato in sua difesa.

BRADFORDISTAN. Bradford non è un posto qualunque, è la città inglese dove i musulmani, praticamente tutti sunniti, costituiscono oltre il 25 per cento della popolazione con circa 132 mila fedeli provenienti dal Pakistan. Non a caso la città è soprannominata Bradfordistan ed è il luogo dove si è svolta l’incredibile epopea della famiglia di Nissar Hussain, cristiano pakistano convertitosi dall’islam e per questo perseguitato da 15 anni e quasi ucciso nel 2015 dai suoi ex amici musulmani.

POLITICA E ISLAM. La famiglia di Shah ha ricevuto una solidarietà incredibile dalla comunità britannica, che in poche ore ha raccolto su internet per la vedova oltre 100 mila sterline. Alla funzione in ricordo di Shah, che si è tenuta nella moschea frequentata dagli ahmadi Baitur Rahman, ha partecipato anche il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon. La politica l’anno scorso, dopo gli attacchi di Parigi, si era recata alla Moschea centrale di Glasgow per osservare un minuto di silenzio contro il terrorismo, condannare ogni associazione tra terrorismo e islam e promettere che qualunque crimine “islamofobo” sarebbe stato punito prontamente.

ELOGI INQUIETANTI. Sturgeon aveva parlato di fianco all’imam Habib Ur Rehman, che a marzo su WhatsApp ha esaltato Mumtaz Qadri, la guardia del corpo impiccata in Pakistan per aver assassinato nel 2011 il governatore musulmano del Punjab Salman Taseer, colpevole di aver difeso Asia Bibi e criticato la legge sulla blasfemia rendendosi così blasfemo a sua volta. L’assassino è stato salutato in Pakistan dagli estremisti islamici come «eroe dell’islam», mentre l’imam in Scozia ha scritto di lui, come verificato dalla Bbc: «Non posso nascondere oggi il mio dolore. Un vero musulmano è stato punito per aver compiuto ciò che la volontà collettiva della nazione non è riuscita a fare». Ha scritto poi «rahmatullahi alai», benedizione religiosa che si impartisce ai musulmani devoti.




«FRATELLO QADRI». L’imam ha anche definito Qadri un «fratello» che «ha adempiuto alla responsabilità di tutta l’Umma», l’intera comunità dei musulmani, uccidendo Taseer. Addirittura l’ha paragonato a coloro che si sono opposti al nazismo: «Quando la Francia è stata occupata dai nazisti, i francesi hanno fatto tutto ciò che era in loro potere per proteggere la nazione. Loro sono stati degli eroi nazionali. Impiccare Mumtaz Qadri solleva gravi domande sull’indipendenza del Pakistan. È un problema di identità nazionale e spirito islamico». Intervistato dalla Bbc, l’imam si è difeso affermando che i messaggi erano stati estrapolati dal contesto. A febbraio la Moschea centrale di Glasgow era finita in un altro polverone mediatico, dopo che alcuni membri del comitato esecutivo si erano dimessi perché «minacciati» da altri membri «conservatori».

LA PROTESTA DEGLI AHMADI. Oggi i familiari di Shah sono «terrorizzati» e la polizia ha consigliato loro di non rivelare ai giornalisti né come si chiamano né dove abitano per timore di nuove «vendette» contro di loro. Questa volta, l’appello al governo perché combatta l’estremismo islamico è arrivato da una moschea, quella degli ahmadi: «È il governo che ha il compito di sradicare ogni forma di estremismo. Sono anni che la comunità musulmana degli ahmadi spiega quanto è importante. Aspettiamo i risultati delle indagini della polizia prima di commentare i motivi dell’attacco».

«NESSUNO FARÀ DOMANDE». L’appello secondo lo Spectator potrebbe ancora una volta cadere nel vuoto: «Nessuno farà domande su questo caso, perché quasi nessuno sa o si preoccupa di sapere o si preoccupa di ascoltare le risposte. Se l’uomo arrestato per l’omicidio del signor Shah fosse un non musulmano allora ci si preoccuperebbe a fondo. Ma ora che sembra essere un musulmano resta poco da domandare. Così vanno le cose nella moderno Regno Unito ed è per questo, in sintesi, che le cose andranno sempre peggio nel futuro prossimo».





Redazione Papaboys (Fonte www.iltimone.org)

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