Categorie: Corpus et Salus

Perdono mio padre che mi ha costretta ad abortire

Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.

1 Timoteo 1, 16

La pazienza è sicuramente la virtù che mi manca di più, e sospetto che parte della ragione sia il fatto che sono sempre impegnata su più fronti. Penso che possa derivare dall’essere un genitore single – madre, padre, sostegno economico della famiglia e a un certo punto studentessa. Nella nostra era tecnologica tutti gli strumenti ci richiedono di essere multitasking, ma cerco di usarli il meno possibile, perché quando lo faccio acuiscono la mia sensazione di non essere presente nel qui e ora.

Per tutto questo, ho trascorso questa Quaresima lavorando su due opere di misericordia spirituale con cui lotto nel contesto della pazienza:

• Perdonare le offese

• Sopportare pazientemente le persone moleste

Come donna che ha abortito e che lavora con donne che hanno seguito lo stesso percorso, so che per noi ci sono tante persone e tante cose da perdonare: fidanzati, mogli, mariti, genitori, amici e ovviamente noi stesse. Una volta che Dio ci ha perdonate, dobbiamo fare lo stesso anche noi.

Confesso che il perdono per un’offesa che ha toccato il nucleo centrale di me stessa è stato una strada molto difficile da percorrere. Ho avuto davvero bisogno di imparare a “sopportare pazientemente le persone moleste”. Sto ancora imparando, soprattutto per quanto riguarda mio padre, che mi ha costretta ad abortire. Ci sono voluti anni per elaborare l’abbandono e il senso di tradimento che ho provato.

Non dimenticherò mai il giorno in cui il mio direttore spirituale mi ha detto che non voleva che affrontassi mio padre sulla questione dell’aborto ma che gli permettessi invece di insegnarmi la pazienza e il perdono.

Pensavo fosse pazzo.

Man mano che il tempo passava, però, ho visto mio padre insegnarmi davvero ad essere paziente e a perdonare. Ogni volta che accadeva qualcosa che riportava in superficie il mio dolore dovevo perdonare di nuovo, ed essere paziente con lui e con me stessa. È una lezione che ho dovuto imparare ripetutamente, nel corso degli anni, e una scelta che ho dovuto fare in continuazione.

Quando siamo profondamente feriti, è difficile non soccombere alla rabbia, all’amarezza e al risentimento. È difficile non parlare di chi ci ha ferito in modi poco caritatevoli. Ho capito attraverso queste esperienze che Dio ha mostrato quella pazienza con me.

Ho anche scoperto che dovevo essere paziente con me stessa, perchè stavo imparando a perdonare dolori profondi. Dio ha compreso il mio dolore e sapeva che non era facile per me. Pentita e dopo aver ricevuto il nostro splendido sacramento della riconciliazione, mi ha permesso di ricominciare – una volta, cento, mille.

Cristo mi ha amato attraverso i miei fallimenti per perdonare la mia rabbia, la mia amarezza e la mia impazienza, ed è attraverso quell’amore, in mezzo al mio dolore profondo, che ha potuto finalmente spuntare il perdono.   In momenti come questo, in cui sappiamo davvero cosa significhi avere il cuore spezzato, scopriamo che Gesù ci è vicino, se solo lo cerchiamo. A volte le persone che abbiamo amato e di cui ci siamo fidati ci tradiscono, intenzionalmente o per via delle loro mancanze, e chi conosce il tradimento degli amici meglio di Gesù?   Perdonare le offese e sopportare pazientemente le persone moleste è molto difficile. Richiede un atto di volontà (la scelta di perdonare) e un movimento da parte nostra (un atto di fede). Questo atto di perdono in mezzo al dolore profondamente radicato è una vera condivisione della sofferenza di Cristo, una possibilità per portare la croce e per comprendere più pienamente la misericordia e il sacrificio di Gesù. È un dono – una possibilità per crescere nell’intimità con Cristo attraverso il nostro amore per lui. Perché alla fine è questo che conta davvero: offrire agli altri la misericordia e il perdono che abbiamo ricevuto.   Quello che mi ha colpito recentemente nel mio “apprendimento” è stato qualcosa che ho sentito per tutta la vita e che sapevo a livello intellettuale, ma che ha finalmente colpito il mio cuore assumendo un nuovo significato: Cristo ha perdonato dalla croce.   Non ha perdonato quando si sentiva meglio, o quando è risorto. Ha perdonato dal luogo di dolore straziante, in mezzo al tradimento. Ha scelto di conquistare il peccato con il suo amore, con il perdono e la misericordia.   Sono sicura che anche con questo approccio presto o tardi dovrò imparare nuovamente le lezioni della pazienza nel perdono. Nel diario di Santa Faustina, Gesù dice: “Permetto queste contrarietà per aumentare i suoi meriti. Io do la ricompensa non per il risultato positivo, ma per la pazienza e la fatica sopportata per Me”.   Lo capirò mai davvero in questa vita? Mi sembra che ciò che conti sia che io desideri perdonare le offese e sopportare pazientemente le persone moleste, e che ricominci ogni volta che cado, sapendo che posso riuscirci solo con la sua grazia.   Theresa Bonopartis è direttrice del programma di guarigione post-aborto Lumina e co-sviluppatrice del modello di ministero post-aborto Entering Canaan.
Redazione Papaboys (Fonte it.aleteia.org)


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