C’è qualcosa che colpisce molto in una persona che guarda direttamente negli occhi un’altra. Quando qualcuno ti guarda senza dire una parola, può sembrare che stia guardando nel più profondo del tuo cuore. Riesci a richiamare alla mente un momento come questo, in cui non sono state pronunciate parole e qualcuno ti ha semplicemente guardato, e tu hai ricambiato lo sguardo?
Puoi ricordare la “connessione” che hai provato. Questa connessione può aver messo a disagio – il silenzio combinato con lo sguardo – o essere sembrata arricchente e potente. Ma perché?
Questo è il video di un esperimento sociale di Prudential, in cui è stato chiesto alle persone di guardarsi negli occhi per 4 minuti (è un bel po’!) Quello che vediamo è che le persone iniziano a vedersi a vicenda semplicemente per come sono; si notano i cambiamenti che hanno subito nel corso del tempo, ed emergono anche i sorrisi.
Questo video può anche far sorgere un’altra domanda: come rispondiamo allo sguardo di Cristo?
Gesù dice molto nei Vangeli, ma ci sono due momenti molto intensi che vengono in mente in cui Gesù si limita a guardare un’altra persona. Quando pensiamo a questi due momenti, vi troviamo qualcosa di molto interessante e possiamo iniziare a comprendere come lo sguardo di Cristo verso ciascuno di noi possa parlare oggi al nostro cuore.
Il giovane ricco e Pietro – chi ha risposto meglio allo sguardo di Cristo?
Sia il giovane ricco che Pietro sono stati “guardati” da Cristo.
“Egli allora gli disse: ‘Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza’. Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: ‘Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi’”. (Marco 10, 20-21)
“Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: ‘Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte’. E, uscito, pianse amaramente”. (Luca 22, 61-62)
Quello che vediamo considerando il giovane ricco e Pietro è che le loro risposte sono state molto diverse. In poche parole, uno ha permesso allo sguardo di Cristo di trasformare il proprio cuore e l’altro no (penso che capirete qual è stato l’uno e quale l’altro).
Lo sguardo di Cristo è sempre uno sguardo d’amore. Un detto popolare dice che “L’amore è cieco”, ma io sono fortemente in disaccordo con questa definizione. E sono disaccordo perché l’amore con cui Cristo ha guardato il giovane ricco e Pietro non era cieco.
Nello sguardo di Cristo quello che vediamo è che l’Amore non è cieco, ma è piuttosto vista perfetta.
Cristo ci vede per come siamo e ancora ci ama. L’amore di Gesù non è sicuramente un amore cieco. Ci conosce. Non è cieco nei confronti della nostra natura spezzata e dei nostri attaccamenti – come vediamo nel Suo sguardo verso Pietro e il giovane ricco, li ama ancora. E ancora li chiama – dice loro cosa devono fare (il che ci porta ai prossimi tre punti).
Lo sguardo di Cristo ci chiama a dare una risposta. Ci chiede qualcosa – nella fattispecie, Lo ricambieremo?
È in questo che Pietro e il giovane ricco differiscono. Pietro se ne è andato e “pianse amaramente” dopo che Cristo lo aveva guardato negli occhi, il giovane ricco se n’è andato “afflitto”. La risposta di Pietro è stata di passione fervente, e il suo cuore è stato nuovamente convertito a Cristo, mentre la risposta del giovane ricco è stata di… beh, tutto tranne che passione!
Nella risposta di Pietro il suo cuore era chiaramente ferito, nel giovane ricco sembra esserci solo il suo ego.
“Dobbiamo mostrare quella pura risposta in cui il nostro centro di gravità viene trasferito da noi a Dio” – è questa la differenza tra i due (citazione di Dietrich von Hildebrand).
Lo sguardo di Cristo ci chiede di riconoscere il nostro peccato – non nella condanna, ma nell’amore. Ci esorta ad essere umili. Von Hildebrand afferma che l’umiltà è permettere “al nostro cuore di essere ferito dalla gloria di Dio”.
Quando Cristo ci guarda negli occhi, quando ci guarda con quell’amore, vediamo la Sua gloria e riconosciamo la nostra natura peccaminosa. Pietro ha riconosciuto il suo peccato – aver negato di conoscere Cristo. È stato ferito dalla gloria di Dio ed è diventato umile. Il giovane ricco non lo ha fatto.
Nello sguardo di Cristo siamo capaci di riconoscere la nostra natura peccaminosa, ma non dev’essere un riconoscimento senza speranza, perché nello stesso sguardo siamo anche capaci di riconoscere la Sua misericordia e la compassione che ci vengono offerte.
“Signore, non sono degno… ma dì soltanto una parola ed io sarà salvato”.
Lo sguardo di Cristo ci chiama ad agire. Il giovane ricco è stato chiamato a seguire Cristo ma non lo ha fatto. Visto che la sua risposta e il suo riconoscimento mancavano, non è riuscito a realizzare questo quarto punto – la sua missione. Pietro invece l’ha fatto.
Nei Vangeli ci viene detto che Pietro “si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: ‘Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte’”, ma Pietro dev’essersi anche ricordato delle altre parole che Cristo gli aveva detto appena prima di queste: “Una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli”. Ecco la missione data a Pietro nello sguardo di Cristo!
Cristo chiama ciascuno di noi alla missione attraverso il Suo sguardo d’amore. Se abbiamo risposto allo sguardo di Cristo riconoscendo il Suo amore, ricambiandolo, e pentendoci dei nostri peccati, allora Cristo ci dà la missione di diventare santi e di accendere il mondo col Suo amore.
E tutto questo in uno sguardo!
Ecco quattro domande che ci possiamo porre:
“Lui ci guarda sempre con amore. Ci chiede qualcosa, ci perdona qualcosa e ci dà una missione” (Papa Francesco)
Redazione Papaboys (Fonte it.aleteia.org)
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