R. – I rischi legati a questa prescrizione sono sostanzialmente legati al fatto che si mette in commercio libero, per gli adolescenti e per gli adulti, un farmaco che è francamente abortivo, nel senso che quattro pillole del giorno dopo sono quantomeno, se non più, efficaci dei 200 milligrammi di RU486, che servono per fare l’interruzione di gravidanza farmacologica alla settima settimana gestazionale. E questi sono dati che compaiono nettamente in letteratura.
D. – Ecco perché invece c’era qualcuno che sosteneva che la pillola interviene sull’ovulazione…
R. – Io le faccio una domanda che è quella con cui abbiamo aperto un articolo su “Avvenire” io, il dott. Boscia e l’onorevole Gigli, il 15 ottobre. Lei ha un rapporto oggi con sua moglie fertile, che ovula domani, concepisce entro dopodomani, 24 ore ulteriori, cioè a due giorni dal rapporto sessuale. Tuttavia, può ancora prendere questa pillola “ellaOne”, per ulteriori tre giorni, con un’efficacia superiore all’85% e la gravidanza non compare. Le dicono che è un anti-ovulatorio quattro giorni dopo l’ovulazione e tre giorni dopo il concepimento. Non serve essere specialisti per rispondere a questa affermazione. Poi, in letteratura, c’è esplicitamente scritto, nell’unico lavoro che si occupa di questo dato – di Vivian Brake, del 2010 – che il farmaco, dato un giorno o due prima dell’ovulazione, funziona come un placebo, cioè non funziona nei confronti dell’ovulazione, mentre ha effetti endometriali esattamente importanti come la RU486. E’ un anti-progestinico e impedisce al progesterone di preparare il terreno fertile per gli embrioni che deve impiantare. Ma le dico di più: l’Ema, in una posizione ufficiale del 2009, riconosceva già l’azione sull’endometrio e addirittura riconosce anche che l’”Ulipristal” è efficace come la RU486 nell’indurre l’aborto, l’interruzione di gravidanza, nei primati. Sulla donna non è mai stato sperimentato, ma l’Ema riconosce che il problema di un uso di questi farmaci – al di fuori di quello che c’è scritto sulle indicazioni ufficiali per interrompere la gravidanza – è una possibilità concreta, che non si può in alcun modo combattere, se non forse con i controlli delle prescrizioni da parte dei diversi medici. E adesso tolgono anche la prescrizione!
D. – Mi spieghi perché appunto è importante che ci sia questa prescrizione?
R. – Primo, questo farmaco non ha spazio nella nostra legislazione nazionale, perché le nostre leggi tutelano, nella procreazione responsabile, anche il prodotto del concepimento. L’unica cosa da fare sarebbe non avere questo farmaco, perché non rispetta il concepito, nel senso che è un post-concezionale. Punto. Premesso questo, che è fondamentale, sarebbe anche inutile fare proibizionismi, perché queste pillole si possono comprare in Internet dall’Inghilterra e ti arrivano il giorno dopo e ormai, quindi, l’unica cosa è fare cultura e dare informazioni. Tuttavia, attraverso una prescrizione uno può dire: a questa signora è stato prescritto quattro volte, a questa persona cinque volte, nel giro di una settimana, è evidente che sta facendo collezione per un uso diverso. Attraverso la prescrizione, forse, si può controllare se qualcuno lo prende ripetutamente. Certamente, metterla al corrente del fatto che sta usando un farmaco, che non è per niente anti-ovulatorio, ma è anti-embrione, sarebbe il presupposto di un consenso informato. Io credo che su questi temi dobbiamo fare un’ampia azione informativa alla popolazione: sulla fisiologia riproduttiva, perché se non capisci la fisiologia, poi non capisci i discorsi ulteriori. Se io non so che il progesterone serve per preparare l’impianto e che questo ormone mi viene prodotto dopo l’ovulazione, mi è difficile capire come funziona questo farmaco. Quindi, io penso che noi dovremmo veramente educare ad una profonda conoscenza della fisiologia della riproduzione e poi alla distinzione fra i metodi, che sono in grado di prevenire il concepimento, e quelli invece, come questo farmaco qui, come l’Ulipristal e il Levonorgestrel, hanno un’azione prevalente di tipo anti-impianto, di tipo anti-vita dell’embrione. L’educazione è l’unica arma che abbiamo e non mi meraviglia che non venga data. E’ utile, a chi vuole divulgare queste bugie, tenere la popolazione nell’ignoranza.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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