Nel nord della Nigeria, tra il 2006 e il 2014, circa 11.500 cristiani sono stati uccisi, altri 1,3 milioni sono stati costretti allo sfollamento e 13.000 chiese sono state distrutte o abbandonate. Lo ha affermato Sua Ecc. Mons. Joseph Bagobiri, Vescovo di Kafanchan, nella sua relazione intitolata “L’impatto della violenza persistente sulla Chiesa nel nord della Nigeria”, illustrata in una conferenza tenuta presso il quartier generale delle Nazioni Unite a New York.
Le comunità più colpite dalla violenze della setta islamista Boko Haram sono quelle degli Stati settentrionali di Adamawa, Borno, Kano e Yobe. Le comunità cristiane costretta alla fuga si sono ricollocate negli Stati a maggioranza cristiana della cosiddetta “cintura di mezzo” (Middle Belt): Plateau, Nassarawa, Benue, Taraba e la parte meridionale di Kaduna.
Negli ultimi mesi però queste aree sono colpite dalle violenze dei pastori Fulani (vedi Fides 2/5/2016). “ Le comunità cristiane negli Stati a maggioranza cristiana della Middle Belt sono quelle più colpite dagli attacchi e dalle invasioni dei pastori musulmani Fulani. Questa è una palese invasione straniera di terre ancestrali dei cristiani e di altri comunità minoritarie” ha affermato Mons. Bagobiri nella sua relazione pervenuta a Fides.
“In queste aree, i pastori Fulani terrorizzano incessantemente diverse comunità, cancellandone alcune, e in posti come Agatu nello Stato di Benue e Gwantu e Manchok in quello di Kaduna, questi attacchi hanno assunto il carattere del genocidio, con 150-300 persone uccise in una notte” ha sottolineato.
Mons. Bagobiri ha rivolto un appello alla comunità internazionale perché eserciti pressioni sulle autorità nigeriane perché garantiscano la libertà di culto ai cristiani e alle altre minoranze nel nord della Nigeria, e facciano fronte all’emergenza umanitaria delle popolazioni sfollate.
Redazione Papaboys (Fonte fides.org/L.M.)
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