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@Pontifex: quattro anni di ‘cinguettii’ apostolici

La cross-medialità è indubbiamente uno degli elementi caratterizzanti il pontificato di Papa Francesco. In molti hanno definito questo magistero come il primo dell’era digitale, caratterizzato dalla nascita di app per telefonini su iniziativa di gruppi non cattolici, e dal consistente flusso di notizie e foto che circolano per le piattaforme social più utilizzate nel mondo, Facebook, Twitter e Instagram.

Papa Twitter

Ironizzando pertanto su questo aspetto fondamentale della comunicazione vaticana del terzo millennio, potremmo dire che se in passato dalla finestra del Palazzo Apostolico si poteva assistere al volo delle colombe bianche, oggi si può essere testimoni di cinguettii di ogni genere.
Il tweet del Papa è diventato ormai da tre anni uno degli appuntamenti più attesi dai social, ma anche dal sistema dell’informazione che spesso costruisce veri e propri servizi o articoli su una frase lanciata dall’account @pontifex in riferimento a un evento, a una giornata particolare, o semplicemente alla parola del Vangelo. Il successo del Papa su Twitter è chiaramente un segno dell’evoluzione dei tempi, e lo si deve principalmente al terreno preparato da Benedetto XVI esattamente quattro anni fa, che con i suoi messaggi sulle comunicazioni sociali (5 su 8 incentrati sulla Rivoluzione della Rete) ha sempre più esortato la Chiesa e il popolo di Dio ad avvicinarsi alle tecnologie più moderne, perché esse non sono soltanto connessione, ma comunione.
Il desiderio fondamentale dello sviluppo delle nuove tecnologie “va letto piuttosto come riflesso della nostra partecipazione al comunicativo ed unificante amore di Dio, che vuol fare dell’intera umanità un’unica famiglia”, scriveva Papa Ratzinger in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni del 2009. D’accordo con il suo predecessore, Bergoglio ha proseguito questo impegno coinvolgendo tutto il mondo religioso, mantenendo tuttavia il tradizionale scetticismo che accompagna la Chiesa dalla stesura dell’Inter Mirifica – che parlava delle “meravigliose invenzioni” di cinema, televisione, stampa e radio – e mettendo quindi in guardia da esse.
Lo ha fatto nella sua enciclica Laudato Si’, dove, al punto 47, vi è un riferimento al digitale nel capitolo IV dedicato al “deterioramento della qualità della vita umana e degradazione sociale“. Dopo aver bocciato il rapporto tra uomo e ambiente, nonché la crescita smisurata e disordinata delle aree urbane, il Pontefice nel suo documento sposta l’asse della trattatio sulle conseguenze che le innovazioni tecnologiche stanno portando sul piano occupazionale e sociale. Nello specifico, a questi elementi – dice – si aggiungono “le dinamiche dei media e del mondo digitale, che, quando diventano onnipresenti, non favoriscono lo sviluppo di una capacità di vivere con sapienza, di pensare in profondità, di amare con generosità”.
Volgendo lo sguardo al passato, quando il Beato Paolo VI decise di organizzare le Udienze generali del mercoledì direttamente in Piazza San Pietro e non più nella Basilica Vaticana o nel Cortile di San Damaso, in molti parlarono dell'”effetto piazza”, che andò a sostituire l'”effetto teatro” offerto dalle forme architettoniche del colonnato berniniano. La decisione di Montini cadde proprio durante l’Anno Santo del 1975, quando il numero di pellegrini che si recava a Roma e che partecipava alle udienze generali era sempre più elevato. E così per maggior comodità l’appuntamento del mercoledì divenne un grande raduno tenuto in piazza San Pietro.
Questa nuova pagina dell’evangelizzazione moderna agevola di gran lunga il monitoraggio che gli organi di stampa realizzano sull’attività del Papa: anche lui twitta in tempo reale e immediatamente il suo messaggio fa il giro del mondo venendo retwittato migliaia di volte senza interruzione e per ore (con una media di 6.462 volte). A partire dal 15 dicembre 2015 nel complesso dei nove canali linguistici (italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese, tedesco, polacco, arabo e latino) l’account ufficiale @Pontifex conta 25,462,300 seguaci.
Papa Francesco si conferma il secondo leader più seguito su scala mondiale, dopo il presidente Barack Obama che guida con 67,071,563 seguaci e il primo ministro indiano Narendra Modi che ha guadagnato il terzo posto con 16.615.499 followers. Dei suoi 25,462,300 seguaci, oltre il 14 per cento arrivano dagli Stati Uniti, mentre il 1,9 per cento sono filippini, i quali hanno iniziato a seguire @pontifex in seguito al secondo viaggio asiatico del Papa, tra Sri Lanka e Filippine. Grazie ai social media le persone sono collegate di continuo al Papa e possono riflettere sui suoi insegnamenti e messaggi in tempo reale.
L'account twitter di Papa Francesco @Pontifex ha superato i 17 milioni di follower. I follower più numerosi sono quelli in lingua spagnola (7.410.000), seguiti da quelli in lingua inglese (4.810.000), italiana (2.210.000), portoghese (1.200.000), francese (322.000), latina (302.000), tedesca (227.000), polacca (314.000), araba (154.000). In totale oltre 15.500.00 utenti twitter stanno seguendo i profili di Papa Francesco nelle varie lingue.




Ma quali sono i tweet lanciati dal Papa e più condivisi dalla Rete? Anzitutto è interessante sapere che i suoi tre post più retwettati sono in Tagalog e sono stati inviati durante la visita papale nelle Filippine lo scorso 25 gennaio. Ma i post più “celebri” riguardano gli attentati di Parigi (“Esprimo il mio profondo dolore per gli attacchi terroristici di Parigi. Pregate con me per le vittime e le loro famiglie”), con 6.509 retweet e 12.052 mi piace; gli auguri per la Pasqua (“Cristo è risorto, Cristo è vivo e cammina con noi”), e il suggerimento su come affrontare i momenti difficili (“Avere fede non significa non avere momenti difficili, ma avere la forza di affrontarli sapendo che non siamo soli”).




Redazione Papaboys (Fonte dentrolemurablogspot.it/Alessandro Notarnicola)

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