Italiae et Ecclesia

Sotto il portico della basilica, il Natale freddo dei senza casa

L’odore acre, umido, della povertà e quello dell’abbandono lungo cinque mesi. Gocce di pioggia che schizzano fin qua sotto. Panni stesi, un bambolotto consumato e sorridente, passeggini, vestiti ammucchiati, un letto a una piazza e mezza, rifatto per bene. Sotto il grande portico quattrocentesco della basilica affascinante come la facciata del Valadier.

Fra Agnello Stoia è il parroco dei Santi Apostoli , nel cuore di Roma: «Questa esperienza è una visita del Signore. Per noi come comunità parrocchiale, ma anche come quartiere e come città. Un segno molto forte», spiega sorridendo con tenerezza.

Rumore di tossi. Volti induriti, scalfiti di sofferenza. Fra tende, di ogni genere, colore, tante. Qui vive un’ottantina di persone fra quelle che lo scorso agosto furono mandate via da una palazzina occupata a Cinecittà. Proprio sotto il portico. Alcuni immigrati, diversi italiani, una ventina di bambini, famiglie. Vivono dove, «fra poco, facendo un po’ di spazio, metteremo il Presepe – spiega don Agnello – e sarà una tenda per il Signore fra le altre tende».
Vi sentite abbandonati? «Dallo Stato? Dal Comune? Assolutamente sì», dice Donatella. Il Campidoglio aveva proposto loro soluzioni temporanee come le comunità che avrebbero spaccato le famiglie, o come le casette dell’Ikea. Qualche giorno fa hanno incontrato Rosalba Castiglione, l’assessora capitolina al Patrimonio e politiche abitative, e forse s’è aperto qualche nuovo timido e piccolo spiraglio per una soluzione, ma, appunto, timido e ancora lontano.




«Nelle notti più fredde facciamo fatica anche a dormire», racconta Claudio. Fra Agnello spalanca le braccia come per abbracciare mentre parla: «Queste persone sono venute a bussare alla nostra porta e noi come francescani, come Chiesa di Roma, li abbiamo accolti». Come finirà? «Non ci sono prospettive – dicono -. In qualche modo faremo».




Fonte avvenire.it

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