PREGHIERA A SAN GIUSEPPE MOSCATI PER CHIEDERE UNA GRAZIA
Amabilissimo Gesù, che ti degnasti venire sulla terra per curare la salute spirituale e corporale degli uomini e fosti tanto largo di grazie per San Giuseppe Moscati, facendolo un medico secondo il tuo Cuore, insigne nella sua arte e zelante nell’amore apostolico, e santificandolo nella tua imitazione con l’esercizio di questa duplice, amorevole carità verso il prossimo, ardentemente ti prego di voler glorificare in terra, il tuo servo nella gloria dei santi, concedendomi la grazia…. che ti chiedo, se è per la tua maggior gloria e per il bene delle anime nostre. Così sia. Pater, Ave, Gloria
PREGHIERA PER LA PROPRIA GUARIGIONE
O medico santo e compassionevole, S. Giuseppe Moscati, nessuno piú di te conosce la mia ansia in questi momenti di sofferenza. Con la tua intercessione, sostienimi nel sopportare il dolore, illumina i medici che mi curano, rendi efficaci i farmaci che mi prescrivono. Fa’ che presto, guarito nel corpo e sereno nello spirito, possa riprendere il mio lavoro e dare gioia a coloro che vivono con me. Amen.
PREGHIERA PER UN AMMALATO GRAVE Tante volte mi sono rivolto a te, o medico santo, e tu mi sei venuto incontro. Ora ti prego con sincero affetto, perché il favore che ti domando richiede un tuo particolare intervento (nome) si trova in gravi condizioni e la scienza medica può fare ben poco. Tu stesso hai detto: «Che cosa possono fare gli uomini? Che cosa possono opporre alle leggi della vita? Ecco la necessità del rifugio in Dio». Tu, che hai risanato tante malattie ed hai soccorso tante persone, accogli le mie suppliche e ottienimi dal Signore di vedere esauditi i miei desideri. Concedimi anche di accettare la santa volontà di Dio e una fede grande per accogliere le disposizioni divine. Amen.
San Giuseppe Moscati: IL MEDICO SANTO San Giuseppe Moscati (Benevento, 25 luglio 1880 – Napoli, 12 aprile 1927) è stato un medico italiano; è stato beatificato da papa Paolo VI nel corso dell’Anno Santo 1975 e canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 1987. Fu definito “medico dei poveri”. La famiglia Moscati proveniva da Santa Lucia di Serino, paese in provincia di Avellino; qui nacque, nel 1836, il padre Francesco che, laureato in giurisprudenza, nel corso della sua carriera fu giudice al tribunale di Cassino, Presidente del Tribunale di Benevento, Consigliere di Corte d’appello, prima ad Ancona e poi a Napoli. A Cassino, Francesco incontrò e sposò Rosa De Luca, dei Marchesi di Roseto, con un rito celebrato dall’abate Luigi Tosti; ebbero nove figli, di cui Giuseppe fu il settimo.
La famiglia si trasferì da Cassino a Benevento nel 1877 in seguito alla nomina del padre a presidente del tribunale beneventano, e alloggiò per un primo periodo in Via San Diodato, nelle vicinanze dell’ospedale Fatebenefratelli, e si trasferì in un secondo momento in Via Porta Aurea. Il 25 luglio 1880, all’una di notte, nel palazzo Rotondi Andreotti Leo, nacque Giuseppe Maria Carlo Alfonso Moscati, che ricevette nello stesso luogo il battesimo, sei giorni dopo la sua nascita (31 luglio), da Don Innocenzo Maio.
Atto di nascita di San Giuseppe Moscati, rinvenuto nel registro degli Atti di Nascita dell’anno 1880, conservato presso l’archivio di Stato Civile del Comune di Benevento Intanto il padre, promosso nel 1881 consigliere di Corte d’appello, si trasferì con la famiglia ad Ancona, donde ripartì nel 1884, quando fu trasferito alla Corte d’Appello di Napoli, ove si stabilì con la famiglia a Via S.Teresa al Museo, 83. Più tardi i Moscati abitarono a Port’Alba, Piazza Dante e infine a Via Cisterna dell’Olio, 10.
L’8 dicembre del 1888, “Peppino” (come veniva chiamato e come amerà firmarsi nella corrispondenza personale) ricevette la prima comunione nella Chiesa delle Ancelle del Sacro Cuore, nella quale i Moscati incontravano sovente il Beato Bartolo Longo, fondatore del Santuario di Pompei. Accanto alla chiesa viveva Caterina Volpicelli, poi Santa, alla quale la famiglia era spiritualmente legata.
Nel 1889, Giuseppe si iscrisse al ginnasio presso l’Istituto Vittorio Emanuele a Piazza Dante, mostrando sin da ragazzo interesse per lo studio, e conseguì, nel 1897, la “licenza liceale d’onore”.
Nel 1892, iniziò ad assistere il fratello Alberto, infortunatosi seriamente per una caduta da cavallo durante il servizio militare e rimasto soggetto ad attacchi di epilessia, con frequenti e violente convulsioni; a questa penosa esperienza è stato ipotizzato si dovesse la sua prima passione per la medicina. Invero, dopo gli studi liceali si iscrisse, nel 1897, alla Facoltà di Medicina, secondo il biografo Marini nell’ottica di considerare l’attività del medico come un sacerdozio. Il padre morì alla fine dello stesso anno, colpito da emorragia cerebrale.
Il 3 marzo 1900, Giuseppe ricevette la cresima da Monsignor Pasquale de Siena, vescovo ausiliare di Napoli.
Il 12 aprile 1927, dopo aver assistito alla Messa e ricevuta la Comunione nella chiesa di San Giacomo degli Spagnoli e aver svolto come di consueto il suo lavoro in Ospedale e nel suo studio privato, verso le 15 si sentì male, e spirò sulla sua poltrona. Aveva 46 anni e 8 mesi.
La notizia della sua morte si diffuse rapidamente, e alle esequie vi fu una notevole partecipazione popolare. Il 16 novembre 1930 i suoi resti furono traslati dal Cimitero di Poggioreale alla Chiesa del Gesù Nuovo, racchiusi in un’urna bronzea, ad opera dello scultore Amedeo Garufi.
Il pontefice Paolo VI lo proclamò beato il 16 novembre 1975. Fu proclamato santo il 25 ottobre 1987 da Giovanni Paolo II.
La sua festa liturgica si celebrava il 16 novembre; il Martirologio Romano del 2001 lo riportò invece al dies natalis del 12 aprile: “A Napoli, san Giuseppe Moscati, che, medico, mai venne meno al suo servizio di quotidiana e infaticabile opera di assistenza ai malati, per la quale non chiedeva alcun compenso ai più poveri, e nel prendersi cura dei corpi accudiva al tempo stesso con grande amore anche le anime.