Chi alza lo sguardo su Castel Sant’Angelo a Roma vede la maestosa figura di san Michele. La statua fu innalzata per ringraziarlo di aver fatto cessare la peste che aveva colpito la città sul finire del VI secolo.
È soltanto una delle centinaia di testimonianze della poderosa assistenza concessa agli uomini dall’arcangelo, da sempre considerato l’antagonista di Satana. La Chiesa cattolica lo celebra il 29 settembre e in questi i giorni i suoi devoti recitano la «Novena delle Grazie».
Un’altra devozione popolare è quella della «Corona angelica». Trae origine dall’apparizione dell’arcangelo, nel 1751, alla suora portoghese Antonia de Astonac. San Michele promise continua assistenza – sia in vita, sia in purgatorio dopo la morte – a chi lo avesse onorato recitando quotidianamente la sequenza che egli stesso rivelò. Papa Pio IX dotò questa devozione di un’indulgenza che può essere applicata anche alle anime del purgatorio. La «Corona angelica» è composta da nove strofe. Al termine di ciascuna di esse si pronunciano un Padre nostro e tre Ave Maria.
A pochi giorni di distanza, il 2 ottobre, la liturgia ricorda poi gli Angeli custodi, il cui compito fu spiegato da Dio stesso, nel libro biblico dell’Esodo, a Mosè: «Io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino». La devozione “ufficiale” si può far risalire al 1523, quando il vescovo francese François d’Estaing ottenne da Papa Adriano VI l’istituzione di una festa dedicata a loro. Intorno al 1600 venne definitivamente precisata la formulazione della preghiera dell’Angelo di Dio.
Si tratta di una quartina con la quale iniziava il lungo poema di un monaco inglese della fine dell’XI secolo: «Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste».
Dal 29 settembre al 1° ottobre i devoti recitano il Triduo dell’Angelo custode, composto da tre invocazioni. Anche Giovanni Paolo II intervenne più volte per ricordare l’autentico magistero ecclesiale a riguardo degli angeli, in relazione soprattutto agli errori dottrinali della cosiddetta New Age.
Autore: Saverio Gaeta