Nella plurisecolare storia delle Apparizioni della Vergine Maria, suor Lucia (come era comunemente conosciuta) è stata la veggente vissuta più a lungo; nel quasi un secolo di vita (98 anni), ella ha vissuto la sua vicenda umana e personale, come veggente dialogante con la Vergine e come suora consacrata nella clausura del Carmelo, proiettando per tutto il secolo XX, la luce di un messaggio accorato e materno di Maria, preoccupata della salvezza delle anime, specie quelle dei peccatori.
Le origini, i luoghi
Lucia Dos Santos era nata il 22 marzo del 1907 ad Aljustrel, frazione di Fatima in Portogallo, ultima di altre tre sorelle ed un fratello, da Antonio Dos Santos e da Maria De Jesus.
La famiglia era modestissima e Lucia come tanti altri ragazzi e bambine del villaggio, portava al pascolo il piccolo gregge di pecore e capre, che costituiva l’unica ricchezza della famiglia e con lei si associavano con lo stesso compito, i piccoli cugini Francesco e Giacinta Marto, il cui genitore aveva sposato la sorella di suo padre, Olimpia Dos Santos.
Nessuno dei tre ragazzi frequentava la scuola, peraltro non esistente nel villaggio; domenica 13 maggio 1917, Lucia che aveva 10 anni, Francesco di 9 anni e Giacinta di 7 anni, dopo aver assistito alla celebrazione della Santa Messa nella chiesa parrocchiale di Fatima, ritornarono ad Aljustrel per condurre al pascolo i piccoli greggi e visto il bel tempo, scelsero questa volta di andare alla Cova da Iria, una grande radura a forma di anfiteatro delimitata da una collina.
Le Apparizioni
Mentre giocavano, verso mezzogiorno in cielo apparve un bagliore come di fulmini, preoccupati per un probabile temporale in arrivo, radunarono gli ovini e presero a scendere la collina, verso la metà del pendio, vicino ad un leccio, si ripresentò il bagliore e comparve ritta sopra il verde leccio, una Signora biancovestita, tutta luminosa emanante una luce sfolgorante, con un velo che scendeva fino ai piedi sui quali erano poggiate due rose, per cintura aveva un cordone dorato e nelle mani un rosario luccicante con la croce in argento.
La Celeste Visione li tranquillizzò, “Non abbiate paura, non vi farò del male”, e qui per la prima volta Lucia Dos Santos si rivolse alla Signora chiedendo da dove venisse.
Si instaurò fra la Signora e Lucia un colloquio che sarà il primo di tanti altri, che si avranno nei sei mesi consecutivi fino al 13 ottobre 1917, ultimo incontro alla Cova da Iria.
In effetti tutti e tre i pastorelli veggenti vedranno la Vergine nei sei appuntamenti, ma solo Lucia la sentirà parlare e colloquierà con lei, Giacinta la vedrà e sentirà, ma non parlerà con Lei, mentre Francesco la vedrà solo, e saprà ciò che la Signora diceva, dalle due bambine.
Per brevità omettiamo qui di scrivere dettagliatamente i vari colloqui, rimandando alla scheda Beata Vergine Maria di Fatima; sintetizzando invece sia il messaggio ricevuto sia gli avvenimenti che coinvolsero i tre pastorelli.
La Bianca Signora, che nell’ultima apparizione dirà che è la Signora del Rosario, chiese all’umanità, parlando con Lucia, che se volevano la pace e la fine della Prima Guerra Mondiale, che imperversava in Europa fra Nazioni cristiane, occorreva fare Penitenza, recitare il Rosario, riparare alle offese che i peccatori arrecavano al suo divin Figlio Gesù.
I veggenti Francesco e Giacinta dopo il ciclo di apparizioni
La Madonna aveva detto a Lucia che Francesco e Giacinta sarebbero presto andati in cielo, mentre Lucia sarebbe rimasta ancora nel mondo per farLa conoscere ed amare, diffondendo la devozione al suo Cuore Immacolato.
In quegli anni, successivi alla catastrofe della Prima Guerra Mondiale, imperversò in gran parte dell’Europa, la terribile epidemia di febbri influenzali detta ‘la spagnola’, che fece innumerevoli vittime; e la malattia colpì anche i due fratellini Marto.
Francesco morì il 4 aprile 1919 a quasi 11 anni nella casa paterna di Aljustrel; molto sensibile e contemplativo aveva trascorso i 17 mesi dalle apparizioni orientando la sua spiritualità e penitenza a “consolare il Signore”.
I suoi resti mortali rimasero nel cimitero parrocchiale di Fatima fino al 13 marzo 1952, quando furono traslati nella Basilica della Cova da Iria, nella Cappella al lato destro dell’altare maggiore.
Giacinta Marto sopravvissuta al primo attacco dell’epidemia, subì i postumi con una dolorosa malattia che sopportò offrendo tutte le sue sofferenze per la conversione dei peccatori, per la pace nel mondo e per il Santo Padre “che dovrà soffrire molto”.
Morì il 20 febbraio 1920 nell’ospedale ‘D. Estefânia’ di Lisbona a quasi 10 anni; la sua salma inizialmente tumulata nella tomba di famiglia del barone Alvalázere a Ourém, fu trasportata il 12 settembre 1935 al cimitero di Fatima, vicino alla tomba del fratello Francisco e da lì il 1° maggio 1951, traslata nella Basilica di Cova da Iria nella Cappella al lato sinistro dell’altare maggiore.
Il processo di beatificazione dei veggenti di Fatima, Francesco e Giacinta Marto, fu introdotto nel 1952 e si concluse nel 1979. Il 13 maggio 1989 furono dichiarati ‘venerabili’ e il 13 maggio 2000 papa Giovanni Paolo II li proclamò Beati proprio a Fatima, con la celebrazione liturgica fissata al 4 aprile per Francesco e al 20 febbraio per Giacinta.
L’itinerario di vita di Lucia
Lucia Dos Santos o De Jesus, dal cognome materno come si usa nei Paesi Iberici, restò ad Aljustrel fino al 17 giugno 1921, quando partì per Oporto, dove fu ricevuta come alunna interna nel Collegio delle Suore Dorotee a Vilar alla periferia della città.
Il 24 ottobre 1925 entrò a far parte dell’Istituto di Santa Dorotea, mentre contemporaneamente fu ammessa come postulante nel convento della stessa Congregazione a Tuy in Spagna, vicino alla frontiera portoghese.
Il 2 ottobre 1928 pronunciò i suoi primi voti come sorella conversa, prendendo il nome di religiosa di suor Maria Lucia dell’Addolorata. Dopo sei anni, il 3 ottobre 1934 pronunciò i voti perpetui.
In occasione della rivoluzione comunista in Spagna, sfociata nella sanguinosissima Guerra Civile (1936-1939) con migliaia di sacerdoti e religiosi massacrati, per ragioni di sicurezza venne trasferita nel Collegio di Sardão, a Vila Nova de Gaia, dove rimase per qualche tempo.
Il 20 maggio 1946, suor Lucia poté rivedere il luogo delle apparizioni, andando alla Cova da Iria e nei luoghi delle precedenti visioni, che diremo appresso.
Il 25 marzo 1948, suor Lucia lasciò l’Istituto di Santa Dorotea e a 41 anni, entrò nel Carmelo di San Giuseppe a Coimbra con il nome di suor Maria Lucia del Cuore Immacolato; la scelta di un Ordine di clausura fu approvata dal vescovo di Coimbra e da papa Pio XII, perché si rendeva necessario preservarla dal gran numero di visite anche curiose, che la tormentavano e per farla ritrovare tranquillità e spazio per la meditazione e la crescita della sua vita spirituale.
La missione di suor Lucia
Lucia Dos Santos fu la veggente che in effetti parlò dialogando con la Vergine, per tutto il ciclo delle Apparizioni, a lei furono affidati messaggi anche terribili e da interpretare; ma l’assicurazione della Madonna, che sarebbe rimasta in questo mondo, al contrario dei piccoli cugini, indica chiaramente che Lucia, oltre che depositaria dei segreti, restava in questa terra per compiere una determinata missione.
Del resto il 13 maggio 1917, la Bianca Signora le chiese di venire alla Cova da Iria per sei mesi consecutivi, aggiungendo “poi ritornerò ancora qui una settima volta”.
Quindi ci sarebbe stata una settima apparizione, ma quando? E Lucia era ancora una volta la veggente-confidente? Questa promessa è rimasta un mistero, se la settima apparizione non è avvenuta segretamente, allora resta una delle grandi aspettative relative a Fatima.
Suor Lucia è stata la protagonista principale, di un fenomeno eccezionale nel campo delle apparizioni, la fenomenologia si può dividere in tre cicli; il ciclo angelico; il ciclo mariano; il ciclo del Cuore Immacolato.
Il ciclo angelico comprende tre apparizioni di un Angelo, avvenute fra l’aprile e l’ottobre del 1916, che si mostrò ai tre bambini, due volte alla “Loca do Cabeço” e una volta vicino al pozzo nell’orto della casa paterna ad Aljustrel. È Lucia che lo racconterà, dicendo che l’Angelo, tutte e tre le volte, li invitava alla preghiera e alla penitenza.
Il ciclo mariano, sono le sei apparizioni avvenute alla Cova da Iria di Fatima dal 13 maggio al 13 ottobre 1917; dove la Santa Vergine trasmette soprattutto a lei, i messaggi prima citati, insieme ad altre raccomandazioni come quella di imparare a leggere e scrivere, per poter meglio trasmettere agli altri le sue volontà.
Inoltre nel terzo incontro quello del 13 luglio, i ragazzi ebbero per un attimo la terrificante visione dell’inferno, con fuoco, dannati e diavoli, a dimostrazione della punizione meritata dalle anime persistenti nel peccato. Il ciclo si concluse con il già citato miracolo del ‘ballo del sole’.
Il ciclo del Cuore Immacolato, cominciò dopo le apparizioni di Fatima ai tre veggenti, e Lucia ne fu la sola destinataria, i cugini erano morti da qualche anno.
Il 10 dicembre 1925 la Santa Vergine apparve a suor Lucia nella sua cella, nel convento delle Suore di Santa Dorotea a Pontevedra in Spagna, con a fianco il Bambino Gesù su una nuvola luminosa, e tenendo nelle mani un Cuore circondato di spine; il Bambino Gesù le si rivolse così: “Abbi compassione del Cuore della tua santissima Madre, che è coperto di spine, che gli uomini ingrati in ogni momento vi configgono, senza che ci sia nessuno che faccia un atto di riparazione per toglierle”.
La Santa Vergine aggiunse: “Guarda figlia mia, il mio Cuore circondato di spine, che gli uomini ingrati in ogni momento mi configgono con bestemmie ed ingratitudini. Almeno tu vedi di consolarmi, e dì che tutti coloro che per cinque mesi, il primo sabato, si confesseranno, ricevendo la santa Comunione, reciteranno un rosario e mi faranno compagnia per 15 minuti, meditando i quindici misteri del Rosario con l’intenzione di alleviare la mia pena, Io prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie per la salvezza di queste anime”.
Il 15 febbraio 1926 il Bambino Gesù, apparve di nuovo a suor Lucia a Pontevedra, insistendo con lei per la divulgazione della devozione al Cuore Immacolato della Santa Madre e dei cinque primi sabato dedicati a Lei.
La divulgazione dei segreti
Suor Lucia continuò ad avere esperienze mistiche e messaggi interiori negli anni successivi; il 17 dicembre 1927, nella Casa delle Dorotee a Tuy, Nostro Signore le fece udire la Sua volontà, di scrivere quanto il confessore e il vescovo le chiedevano e poi nel 1941 mise per iscritto ciò che riguardava due delle tre parti del ‘Segreto’ di luglio: La visione dell’inferno, la devozione al Cuore Immacolato, la Seconda Guerra Mondiale, la previsione dei danni arrecati all’umanità, dalla defezione dalla fede cristiana da parte della Russia, che aderiva al totalitarismo e all’ateismo.
La terza parte rimase nel cuore di Lucia, che solo il 3 gennaio 1944, la scrisse in una lettera indirizzata al vescovo di Leiria, mons. José de Silva, che glielo aveva ordinato in occasione di una grave malattia che l’aveva colpita.
Il documento rimasto segreto, fu poi portato a Lisbona e da lì, tramite la Nunziatura Apostolica in Portogallo, fu portato e mostrato a papa Giovanni XXIII a Roma, il quale dopo averlo letto lo fece sigillare e depositare negli Archivi Segreti Vaticani, dove è rimasto per 48 anni, letto solo dai successivi pontefici, che non vollero mai divulgarlo.
Negli anni che fu suora della Congregazione di Santa Dorotea, suor Lucia dell’Addolorata, ebbe decine di visioni, colloqui mistici con Gesù, tutti aventi come scopo la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria; scrisse decine di lettere al suo direttore spirituale padre Gonçalves, spronandolo a far realizzare questa consacrazione ormai considerata tardiva; scrisse per questo ai pontefici Pio XI e Pio XII, finché il 31 ottobre 1942 nel radiomessaggio al Portogallo, papa Pio XII consacrò la Chiesa e il genere umano al Cuore Immacolato di Maria e nel 1952 lo stesso Sommo Pontefice consacrò a Maria i popoli della Russia.
Il terzo segreto di Fatima
Dopo l’attentato subito il 13 maggio 1981 in Piazza S. Pietro, papa Giovanni Paolo II volle leggere il testo della terza parte del segreto, restituendolo poi agli archivi segreti; instaurando poi una corrispondenza con suor Lucia, dimorante dal 1948 nel convento carmelitano di Coimbra.
Il Santo Padre si convinse che la mano materna di Maria, aveva deviato la pallottola omicida e che taluni passi del terzo segreto si riferissero proprio a questo episodio.
Il 13 maggio 2000 a Fatima, dopo la proclamazione a Beati di Francesco e Giacinta, fece leggere al cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano, una comunicazione che anticipava i contenuti della terza parte del ‘segreto’, autorizzando la Congregazione per la Dottrina della Fede a divulgarlo con opportuno commento teologico, redatto dall’allora Prefetto, il card. Joseph Ratzinger.
Il testo del ‘segreto’, della comunicazione del 2000 e stralci del commento teologico, sono leggibili nella scheda Beata Vergine Maria di Fatima.
Dopo gli eventi drammatici e crudeli del secolo XX, uno dei più cruciali della storia dell’uomo, culminato con l’attentato cruento al Vicario di Cristo in terra, si apre dunque un velo su una realtà che fa storia e che la interpreta in profondità, secondo una dimensione spirituale a cui la mentalità odierna, spesso venata di razionalismo, è refrattaria.
Tutto ciò è avvenuto quasi un secolo fa, con l’umile e sbalordita partecipazione di tre semplici pastorelli, e con il dono di un messaggio mariano, ricevuto, custodito e trasmesso, da Lucia Dos Santos, la piccola veggente dialogante con la Vergine a Fatima e poi suora consacrata fedele alla Regola, per tutta la sua lunghissima vita.
Autore: Antonio Borrelli
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