Dio non affida a nessuno un peso più grande di quello che è in grado di sopportare. Come viene concepito il dolore nella tradizione ebraico – cristiana? In quanto profonda esperienza umana, la sofferenza non può non chiamare in causa Dio: “Avviene forse nella città una sventura che non sia causata dal Signore?” (Am 3, 6); “Io formo la luce e creo le tenebre, / faccio il bene e provoco la sciagura; / io, il Signore, compio tutto questo” (Is 45, 7). Il credente riconosce la frattura esistente tra l’immagine di Dio e la realtà del mondo, perciò deve prendere sul serio la sofferenza. La fede non risolve automaticamente i problemi posti dal dolore, ma offre un particolare punto di vista nell’affrontarli; il pensiero biblico avvertì fin dall’inizio la necessità della “Teodicea” – come G. W. Leibniz avrebbe chiamato la necessità della giustificazione di Dio in un mondo pervaso dal Male – e lo vede nei capp. 2 e 3 della Genesi.
Il cap. 2 presenta un mondo felice, una perfetta armonia tra Dio e l’uomo, tra l’uomo e la donna, tra l’umanità e il cosmo. Nel cap. 3 il mondo è contaminato dal peccato e dalla morte, dalla prepotenza e dalla passione, dai dolori del parto e dalla fatica del lavoro, provocati dall’uomo che ha fatto un cattivo uso del divino dono della libertà ricevuto dal suo Creatore, ma ci viene insegnato che non era quello il mondo voluto da Dio. All’origine del cataclisma cosmico che ha alterato il disegno benefico del Creatore c’è il peccato dell’uomo, dalle cui innumerevoli radici è sgorgato il dolore, ma il Male non è un tragico destino cui l’umanità debba rassegnarsi. La sofferenza diventa un’esperienza vivificante, una sorta di “pedagogia divina” perché Dio dal Male può far derivare anche il Bene: è quello che dice Giuseppe ai suoi fratelli: “Se voi avete pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera” (Gn 50, 20).
Lui è sempre qui, accanto a noi, anche nel dolore, anche nella disperazione, anche quando ci sembra di essere soli, contro tutto e contro tutti, il Signore è al nostro fianco e ci dice:
.
“Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”
(Mt 28,20)
Chiediamo aiuto a Gesù, chiediamogli di aiutarci a portare il peso della nostra Croce!
“Coraggio, sono io, non abbiate paura…e il vento cessò”
(Mc 6,51)
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano.
(Mt 14,28-31)
Tendiamo la nostra mano al Signore e facciamoci aiutare da Lui con queste preghiere:
Cristo Gesù dice a coloro che egli ama:
io sarò con te. Non aver paura.
Che io possa, o Signore,
confidare in Te
durante le prove della vita.
Tu sarai mio costante compagno.
Quando non potrò sostenermi
tu mi porterai teneramente
tra le tue braccia.
Che io non abbia timore
per quello che mi succederà domani.
So che Tu ti preoccupi oggi di me,
e lo farai anche domani
e ogni giorno della mia vita.
Tu, o Cristo Gesù,
mi libererai dalla sofferenza
e mi darai forza
per sopportarla pazientemente.
Tutto questo mi tranquillizzi
e liberi il mio pensiero
dalla vanità delle cose,
dalle angosce della vita
e dalle preoccupazioni inutili.
Sento risuonare ancora
la Tua voce
che mi dice:
lo sarò con te, non aver paura.
Grazie,Signore.
O Signore, ora che il dolore, la tristezza e la trepidazione
pesano sul mio cuore, guidami -con la chiarezza della fede-
a trovare in Te l’aiuto e il conforto.
Lo Spirito Santo mantenga in me la certezza di essere tuo figlio
aiutandomi ad accettare dalla tua mano tutti gli avvenimenti.
Persuadimi che Tu, Padre, li fai servire al mio bene e,
rispettando la libertà umana, ricavi sempre il bene dal male.
Fa che nella certezza del tuo amore io trovi risposta
a quelle domande che superano la sapienza umana.
Io possa sentire, sulla mia strada dolorosa,
il tuo passo sicuro che non mi abbandona.
Credo in Te, o Signore, perchè sei la verità.
Spero in Te perchè sei fedele.
Amo Te perchè sei buono.
O Dio onnipotente e misericordioso,
ristoro nella fatica, sostegno nel dolore, conforto nel pianto,
ascolta la preghiera, che coscienti delle nostre colpe, rivolgiamo a te:
salvaci dalle angustie presenti
e donaci un sicuro rifugio nella tua misericordia.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Signore, che pensi ai gigli del campo
e agli uccelli dell’aria,
li vesti e li nutri e li fai prosperare,
manifesta anche su di me
la tua provvidenza paterna.
Aiutami, mio Dio:
poiché la nostra salvezza può venire
soltanto da uomini onesti e buoni,
metti nel loro cuore
il senso della giustizia,
dell’onestà e della carità.
Guarda, o Padre, la nostra famiglia,
che fiduciosamente aspetta da te
il pane quotidiano.
Rasserena la nostra vita,
fortifica i nostri corpi, perché
possiamo corrispondere più facilmente
alla tua grazia divina
e sentire su di noi,
sulle nostre preoccupazioni e angustie,
il tuo amore paterno.
(Papa Paolo VI)
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