Il mistero di Dio, del suo grande amore, e il mistero della vita di Gesù, della sua infinita misericordia, non trovano in noi adeguate espressioni di lode, di ammirazione, di gratitudine. Si sa che il peccato, qualsiasi peccato, è una disobbedienza alla legge di Dio ed una ribellione contro la sua volontà. Un’azione, infatti, è riprovevole solo se è difforme dall’armonia che Dio vuole nel suo infinito piano di amore.
Egli solo, comunque, può giudicare la gravità del peccato, le conseguenze che ricadono su colui che l’ha commesso. Ci stupisce la infinita misericordia di Dio che ha mandato il suo Figlio per liberare l’uomo dal peccato. Ci stupisce il grande amore del Figlio venuto per cercare il peccatore (Le 5, 32) che afferma: “Si farà più festa in ciclo per un peccatore che si converte che per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza” (Le 15, 7). È bene evidente che la misericordia di Gesù e l’amore del Padre non sono doni ciechi che vanno a posarsi su spiriti refrattari.
La misericordia, infatti, ricade sempre su coloro che, benché peccatori, si convertono a Dio e ristabiliscono rapporti di amore con lui e di sottomissione alla sua legge. Gesù è venuto a chiamare i peccatori a conversione. La conversione vera significa cambiamento di rotta. È come ritornare sulla via che deve portare alla “conformità”.
Sta scritto anche che non bisogna approfittare della misericordia del Signore. “Ho paura del Signore che passa e non mi trova preparato al suo incontro”.
Oggi, Signore, verrò da te e invocherò il tuo amore misericordioso. Riammettimi nel tuo regno.
O Cristo, la tua passione è anche passione dell’umanità:
è la fame degli affamati, la sete degli assetati.
O Cristo, la tua passione continua tra i viventi:
è il languire dei malati, l’agonia dei morenti.
O Cristo, la tua passione è presente nella storia:
è l’oppressione dei poveri, la tortura dei perseguitati.
O Cristo, la tua passione è sofferta in mezzo a noi:
ogni dolore è tuo dolore, ogni vergogna è tua vergogna.
O Cristo, la tua passione è vissuta in noi e in ogni creatura:
è gemito e sofferenza in attesa della redenzione.
O Cristo, la tua passione è contemplata nel corpo della chiesa:
è la tua morte annunciata e vissuta sempre e dovunque.
Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo,
qui e in tutte le tue chiese
che sono nel mondo intero
e ti benediciamo,
perché con la tua santa croce
hai redento il mondo.
(Francesco d’Assisi)
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