A volte cerchiamo la persona che ci dia soluzioni, quella che sembra avere la bacchetta magica per cambiare la nostra vita. Abbiamo necessità concrete. Cerchiamo soluzioni concrete.
Nella vita di fede in genere è così. L’omelia che mi colpisce di più. Il gruppo nel quale mi trovo meglio e imparo di più. La comunità ideale che calma il mio bisogno di essere comunitario, di avere una casa, di gettare radici. La persona che realizza tutti i miei desideri.
Cerchiamo miracoli concreti. Vogliamo soluzioni immediate. A volte ci aggrappiamo a Gesù quando dà una risposta alle nostre necessità più immediate. Lo cerchiamo perché abbiamo mangiato, perché siamo stati guariti.
Tante volte la nostra spiritualità si è ridotta a cercare Dio nelle necessità concrete. Lo preghiamo, lo supplichiamo.
Vogliamo miracoli. La nostra preghiera è piena di preoccupazioni e di aneliti. La nostra preghiera è esclusivamente di richiesta.
Mi piacerebbe pregare con la speranza con cui prega questa persona:
[box]
“Spero di tessere con calma l’alba che ti sostenga. Un tronco, una pietra, un spazio tra le dita e la sabbia che sfugge. La vita, l’amore, la pace. Il cielo pieno di stelle. Confidando nel fatto che la vita è fatta di rinunce, di passi gravi, di sorrisi misteriosi, di abbracci taciuti, di riposi dell’anima.
Forse ho paura di non servire, di essere di troppo. Mi spaventa il fatto di non essere indispensabile e che il mondo segua il suo corso senza lamentare la mia perdita. Mi fa paura non essere visto, essere invisibile, passare inosservato, dover toccare il mantello sapendo che non mi hanno visto. Mi spaventa l’anonimato della vita. La disintegrazione di tanti sogni.
Voglio inventare fontane e torri che lascino vedere, da lontano, l’orizzonte del mare quando cade in cascata. Voglio dare più luce del sole, con la mia vita che è caduca. Vano tentativo delle mie mani, che prendono appena il volo.
Sono finestre chiare, piene di stelle e di sogni. Con cristalli che non tocco quando attraverso i cieli. So che non posso trovarmi se non mi cerco con volontà. So che la vita sfugge quando non seguo i tuoi passi”.
[/box]
Con paure concrete, e con aneliti. Con sogni impossibili. Non vogliamo fermarci alla richiesta, ma andare più lontano. A volte siamo cristiani che chiedono soltanto, senza dare nulla. Siamo consumisti religiosi. Non cerchiamo Dio per rendergli grazie, per lodarlo, per dargli gloria. Non lo cerchiamo per riconoscere la sua grandezza, per mostrare la nostra piccolezza. Non lo cerchiamo per metterci al suo servizio e offrirci perché faccia di noi ciò che vuole.
“Date loro voi stessi da mangiare”. È questo ciò che ci chiede. E noi lo cerchiamo con il cuore inquieto e scroccone. Abbiamo più fame e più sete. La vita ci preoccupa. Vogliamo che risolva tutti i nostri problemi. Com’è in genere la mia preghiera?
A cura di Redazione Papaboys
In occasione della VIII Giornata Mondiale dei Poveri, celebrata nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco ha lanciato un accorato…
Santa Elisabetta d’Ungheria: vita e preghiera Santa Elisabetta, dopo essere rimasta vedova di Ludovico, conte di Turingia, abbracciò la povertà…
Santa Gertrude: ecco la storia della grande mistica Santa Gertrude, monaca e mistica tedesca, è considerata come l'iniziatrice del culto…
Un appuntamento storico: si svolse giovedì 14 novembre 2002, a Palazzo Montecitorio, la visita di Sua Santità Giovanni Paolo II…
Preghiera del mattino a Maria, la 'Regina del Cielo' Invoca la Beata Vergine Maria con la preghiera del mattino... Ecco…
Donna della Festa, prega per noi Santa Maria, donna del piano superiore, splendida icona della Chiesa, tu, la tua personale…