«Un libro su di me? Non ci pensi neanche. Non interesserà a nessuno». È stata questa la prima reazione di suor Bernadette Moriau quando il giornalista del Figaro, Jean-Marie Guénois, le ha proposto di raccontare la sua storia. La suora di 79 anni è umile ma si sbaglia: è la destinataria del 70° miracolo di Lourdes, avvenuto l’11 luglio 2008 (tre giorni dopo una visita al santuario mariano) e riconosciuto dalla Chiesa l’11 febbraio 2018.
Ed è per questo che il libro appena uscito in Francia, Ma vie est un miracle (La mia vita è un miracolo), interesserà invece a molti. In 160 anni, ben 7.400 persone hanno affermato di essere state miracolate dalla Vergine di Lourdes, ma la Chiesa ha riconosciute solo 70 miracoli. Anche il caso della religiosa delle Francescane Oblate del Sacro Cuore di Gesù, che vive in un piccolo convento a Bresles, a due passi da Beauvais, è stato posto al vaglio di 300 medici indipendenti per circa dieci anni. Nel 2016 i dottori hanno concluso che si tratta di «una guarigione inspiegabile per la scienza» e pochi mesi dopo il vescovo della diocesi, monsignor Jacques Benoit-Gonnin, ha riconosciuto il miracolo.
Suor Bernadette ha sofferto per 42 anni della sindrome della cauda equina, patologia neurologica che lede i nervi spinali del canale vertebrale, causa dolori acuti e una paralisi progressiva. La religiosa non poteva più camminare da decenni ed era costretta a prendere ogni giorno forti dosi di morfina.
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La religiosa non ha mai voluto andare Lourdes e ha ceduto nel 2008 solo perché si trattava di un pellegrinaggio diocesano. Ma anche quel giorno, «non ho pregato per me, ma per i malati più giovani attorno a me». Così racconta la sua guarigione: «Sono tornata dal pellegrinaggio, l’11 luglio ero nella cappella, in adorazione con una sorella della comunità; erano le 17.45 e ho veramente sentito una distensione, un calore nel mio corpo e non sapevo cosa stesse succedendo. Mi sentivo molto bene e sono tornata nella mia stanza alle 18, ho sentito una voce che mi ha detto: “Togli i tuoi apparecchi” e in un atto di fede, pensando al Vangelo e a Gesù che diceva ai paralitici “Prendi la tua barella e va’”. Allora ho tolto tutto, il busto, le stecche alle gambe e ai piedi, ho interrotto la morfina, il neurostimolatore e non avevo più niente». Il giorno dopo è andata a farsi una passeggiata di cinque chilometri.
Suor Bernadette non ha mai parlato di miracolo («solo la Chiesa può farlo») e ha accettato di raccontarsi in un libro, solo quando il vescovo le disse di farlo non per sé, ma per la Chiesa e i fedeli. «La star non sono io», ripete spesso, «le uniche star sono Gesù Cristo e Maria Vergine».
Spiega il giornalista del Figaro: «Alla fine ha accettato di fare il libro ma mal sopporta la notorietà. Ha accettato solo per obbedienza alla Chiesa e per testimoniare quello che Dio ha fatto nella sua vita». «Si può credere o non credere», conclude: «Ma c’è questo fatto, che non può essere evitato e c’è questa donna fragile, energica. Non è un’illusione, è un testimone vivente».
Fonte tempi.it/Leone Grotti
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