La Chiesa avrà presto due nuovi santi, due nuovi beati e otto nuovi venerabili. Papa Francesco ha ricevuto giovedì pomeriggio il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, autorizzando il dicastero a promulgare i relativi decreti. Sarà così proclamato santo il vescovo spagnolo di Palencia, Emanuele González García (1877-1940), fondatore dell’ «Unione Eucaristica Riparatrice» e della Congregazione delle Suore missionarie eucaristiche di Nazareth.
Soprannominato il «vescovo dei tabernacoli abbandonati » per aver diffuso la devozione all’Eucaristia, ha vissuto il tragico periodo della guerra civile in Spagna tra il 1936 e il 1939. Nel 1998 è stato dichiarato venerabile, e il 29 aprile 2001 è stato proclamato beato da papa Giovanni Paolo II. Una parrocchia intitolata al beato spagnolo è presente nel comune di San Sebastián de los Reyes. In Italia la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo a Cagliari, ha dedicato al vescovo iberico la cappella del Santissimo Sacramento.
Sarà canonizzata anche la mistica francese e carmelitana scalza Eilsabetta della Trinità (1880-1906), – al secolo Elisabeth Catez –morta a soli 26 anni nel Carmelo di Digione (Francia) tra indicibili dolori provocati dal morbo di Addison. La religiosa offrì tutta la sua sofferenza per la salvezza delle anime, in un unione con Gesù crocifisso: «Bisogna amare le anime – diceva – ricercarle con vera passione. È grande la loro bellezza. Se avessimo visto la bellezza di un’anima pura, crederemmo di aver visto Dio». Alla sequela dei riformatori del Carmelo Giovanni della Croce e di Teresa d’Avila, Elisabetta della Trinità visse infatti la “notte oscura” simile a quella sperimentata dai mistici del Siglo de oro, provando l’abbandono totale da parte di Dio. Fu anche tentata dal suicidio. Vinse ogni tentazione: «Non scoraggiarsi mai – ebbe a scrivere – .È più difficile liberarsi dallo scoraggiamento che dal peccato. Non inquietarsi se non si constatano progressi nello stato della propria anima. Spesso Dio permette questo per evitare un sentimento di orgoglio. Egli sa vedere i nostri progressi e contare ogni nostro sforzo».
I prossimi due nuovi beati sono il carmelitano scalzo francese Maria-Eugenio di Gesù Bambino, fondatore dell’Istituto Secolare di Nostra Signora della Vita (1894-1967) e la religiosa argentina Maria Antonia di San Giuseppe, fondatrice del Beaterio degli Esercizi Spirituali di Buenos Aires (1730-1799).
Infine sono state riconosciute le virtù eroiche di otto nuovi venerabili di cui sette italiani. Tra loro figurano due presuli, che spesero la loro vita in terra di missione come il salesiano ligure, arcivescovo titolare di Troina, già vescovo di Shillong in India Stefano Ferrando (1895-1978) e il piemontese Enrico Battista Stanislao Verjius (1860-1892) religioso della Congregazione dei Missionari del Sacratissimo Cuore di Gesù noto per essere stato fra i primi a sbarcare in Papua Nuova Guinea e colà nominato vescovo con il ruolo di coadiuatore del vicario apostolico di Nuova Guinea. Di grande valore è stato poi il riconoscimento delle virtù eroiche della serva di Dio la spagnola Maria Nieves Sánchez y Fernández (1900-1978) –in religione Maria Nieves della Sacra Famiglia– , suora professa delle Figlie di Maria delle Scuole Pie (conosciute anche come “Scolopie”).
Ad essere riconosciute venerabili sono anche due consacrate italiane: la veronese Teodora Campostrini (1788-1860), fondatrice della Congregazione delle Suore Minime della Carità di Maria Addolorata e la nobile toscana Bianca Piccolomini Clementini (1875-1959), che diede inizio alla Compagnia di Sant’Angela Merici di Siena. La Piccolomini Clementini – definita da don Divo Barsotti «maestra di vita spirituale fra le più grandi che ha avuto l’Italia in questo secolo» –dedicò la sua intera esistenza a meditare e approfondire il senso di una maternità spirituale nell’imitazione di Cristo. Dal 1920 al 1958 scrisse le sue “Istruzioni”: indicazioni e consigli per la vita spirituale di grande attualità per ogni credente desideroso di testimoniare l’amore di Dio nella quotidianità della propria vita. Significativa del suo stile apostolico è stato soprattutto la sua attenzione ai poveri e ai diseredati di Siena.
Come certamente di grande rilevanza, soprattutto per il nostro Paese è stato il riconoscimento delle virtù eroiche di tre presbiteri italiani, ora venerabili: il prete secolare e fondatore delle Congregazione delle Figlie del Crocefisso il livornese don Gian Battista Quilici (1791-1844), il sacerdote e parroco di Dronero il piemontese don Bernardo Mattio (18451914) e il frate minore conventuale padre Quirico Pignalberi (1891-1982), cofondatore della Milizia dell’Immacolata, famoso per il suo ministero del sacramento della Confessione nella sua terra di elezione: la Ciociaria.
Redazione Papaboys (Fonte www.avvenire.it)
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