Se fate parte del popolo che si è commosso di fronte alla dolcissima nostalgia di ET mentre pronuncia la famosa frase: “E.T… Casa… Telefono” o se siete di quelli che guardano il cielo perdendosi in mille supposizioni su quel che potrebbe essere e succedere al di là del naso, questo post è fatto su misura per voi!
Ovviamente stiamo entrando nel mondo delle supposizioni, senza nessuna pretesa di dare totale credito ad una tesi o ad un’altra. Eppure, pur non potendo avere certezza assoluta dell’esistenza di altre forme di vita intelligente, possiamo però affermare che questo non sarebbe un problema per chi ha fede in Dio.
Il Dio in cui crediamo, infatti, non è certamente un Dio dal braccio corto che crea solo il minimo indispensabile, altrimenti sarebbe bastato il sistema solare o, al più, la galassia entro la quale siamo. La domanda, quindi, sorge spontanea: questa tendenza divina a largheggiare in anni-luce, avrebbe avuto come scopo solo la nostra nascita?
E’ affascinante pensare che l’intero universo sia stato plasmato solo per noi, da un Dio che ama sbizzarrirsi con l’immensità. Mi pare di sentirlo mentre dice: “Ho fatto tutto questo per te, perché ero tremendamente entusiasta all’idea di vederti con gli occhi spalancati per la sorpresa! Ogni volta che dici WOW di fronte alla grandezza dell’universo, io mi sento più Padre e tu più bambino. E questo mi piace!”.
Però è altrettanto affascinante pensare che, sia nell’universo che nel cuore di Dio, ci sia posto per altre creature. “Non è contraddittorio né eretico pensare che possano esservi in altri pianeti forme di vita razionale, e perciò assimilabili all’essere umano” (Athos Turchi)
Quando mi faccio queste domande, però, preferisco tenermi alla larga da coloro che credono agli Ufo con certezza granitica ed irremovibile. Una volta, infatti, sono venuta a contatto con persone che stavano facendo un convegno sugli Ufo. Mi sembravano così…così…così esaltati (non trovo un termine più carino). Leggevano tutta la Bibbia in funzione degli Ufo. Quindi è bene chiarire subito che la Sacra Scrittura non dice nulla a proposito di abitanti su altri pianeti. E neanche la Chiesa si è mai pronunciata in proposito. Ma questo non significa che la nostra curiosità sia fuori luogo.
Il desiderio di conoscere è cibo indispensabile per la nostra intelligenza. E’ un sentimento che non ci immobilizza davanti al reale ma, al contrario, cerca di disfarsi di ciò che è familiare per guardare le cose diversamente.
Siamo abituati a pensare che solo noi esistiamo come figli intelligenti del Padre dell’universo. Ma chi ci dice che Dio si sia fermato al pianeta terra? E nel caso in cui, anche questi esseri viventi, abbiano fatto la nostra stessa furbata di “mangiare il frutto proibito” per sentirsi novelli padreterni, cosa potrebbe impedire a Dio di mettere in atto qualcosa di somigliante all’incarnazione, per salvare pure loro?
O se, al contrario, abbiano resistito all’antica tentazione (beati loro!), continuando a fidarsi del Padre, li immagino arricchiti dalla Sapienza di Dio che continua a proclamare ai quattro lati dell’universo: “Io sono Colui che Sono e faccio quel che liberamente scelgo di fare!”.
Quindi, sia che ci pensiamo come gli unici esseri intelligenti dell’intero universo sia che ci immaginiamo in buona compagnia, questo non cambia il fatto che Dio è Creatore di tutto ciò che “respira” ed “è”. E quando diciamo “tutto”, non dobbiamo mettere dei paletti all’azione di Dio. Spesso siamo noi ad avere le vedute ristrette, non Lui.
Perciò abbandoniamoci pure all’immaginazione! “La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto”, diceva Albert Einstein.
Poi ritorniamo con i piedi per terra, attenendoci a ciò che fino ad ora la scienza ha scoperto. Le stelle più vicine a noi distano milioni di anni luce (cifre impressionanti). Sicché la luce che ci mandano, potrebbe essere luce di astri che nel frattempo sono ormai spenti. Qualora gli ufo esistessero, dovrebbero avere milioni e milioni di anni luce di vita, e cioè essere quasi eterni.
E comunque, se la loro presenza è così forte e sicura, come mai non planano sulla terra e non intessono rapporti con noi? Ed infine, dopo aver azzardato tante ipotesi teologiche e teorie scientifiche, rilassiamoci. Lasciamoci alle spalle lo sforzo di capire cose più grandi di noi e concentriamoci sull’unica cosa certa: io ci sono.
Io esisto. Io sono un mistero e un prodigio, con nel sangue il Creatore stesso. E’ stato Lui a tirarmi fuori dal nulla per adagiarmi nell’immensità dell’universo. Ed insieme alla curiosità scientifica e alla riflessione filosofica, mi ha donato anche i balbettii della fede. E questi balbettii mi hanno salvato della presunzione che tutto vuol capire, ricordandomi che ogni giorno sono come una bambina tra le braccia di un Padre. E’ proprio Lui che, attimo dopo attimo, mi sussurra: “Bevi pure larghi sorsi di vita e dilata gli spazi che respiri: non puoi neanche immaginare quanto sia immenso ciò che ti circonda”.
Fonte. Zenit
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