Medjugorje

Proprio come successe a Fatima. Medjugorje. I segni continui nei cieli sono inequivocabili e ci parlano.

Proprio come successe a Fatima. Medjugorje. I segni continui nei cieli sono inequivocabili e ci parlano.

La foto di copertina e riportata qui a seguire è stata scattata nella cittadina di Maria proprio alcuni giorni orsono. Ognuno può interpretarla come vuole, e non saremo certo noi a condizionare i pareri, ma ci sentiamo di dire che alcuni segni di questo luogo mariano sono inequivocabili e chiarissimi. #AveMaria.

Sappiamo che a Fatima a volte tutta la folla dei presenti alle apparizioni assistette ad alcuni miracoli: per esempio i numerosi fiori bianchi, molto simili a fiocchi di neve, che scendevano dal cielo durante alcune apparizioni e si scioglievano a qualche metro dal suolo, fino al grande miracolo del sole durante l’ultima apparizione nel mese di ottobre (miracolo che si è ripresentato anche a Medjugorje).

A Medjugorje ci sono stati molti segni e miracoli. La Madonna ha detto: “Tutti questi segni sono dati per rafforzare la vostra fede, fino a che non verrà il grande segno, visibile a tutti e permanente”, facendo riferimento al terzo segreto di Medjugorje, che sarà un segno meraviglioso che si manifesterà sulla collina del Podbrdo, collina dove avvennero le prime apparizioni, e che resterà per sempre.

 

 

SEGNI NEL CIELO

Uno dei primi segni si verificò nell’agosto 1981, due mesi dopo la prima apparizione: la croce innalzata sulla collina delle prime apparizioni fu vista per una notte intera tutta illuminata.

Il 2 agosto 1981, tutti hanno assistito al “gioco del sole” che ha iniziato a ruotare sopra la gente, come a Fatima. Padre Tomislav, parroco di Medjugorje, lo descrive così: “Il sole era al tramonto. Ad un certo momento cominciò a girare, muovendosi rapidamente verso il luogo delle apparizioni, dando l’impressione di cadere sulla testa degli uomini. Molta gente vide un’ostia invece del sole; altri videro nel sole la croce; altri ancora delle schiere di angeli con trombe…” (per la descrizione di altri segni straordinari nel sole, si può vedere: Mirjana, La Madonna a Medjugorje, Ed. Bertoncello, Cittadella (PD) 1986, pp. 140-143). Inoltre, durante queste manifestazioni del sole, esso non abbaglia abbaglia l’occhio, ma lo si può guardare senza alcun fastidio.

 

Una notte, durante i primi tempi, sopra la croce della collina delle apparizioni fu vista la parola MIR (che significa PACE in lingua croata) scritta con raggi di luce: chi ha visto dice che sembrava la luce che un lampo fa durante i temporali, ma a differenza dei temporali, questa la si vedeva molto chiaramente.

Alle volte sulla collina del Krizevac si è vista sparire la grande croce in cemento eretta nel 1933, e al suo posto apparire la figura di Maria, con le braccia tese in atteggiamento di accoglienza. Altre volte invece la croce fu vista mutarsi in una figura bianca o assumere la forma di una grende Ostia o di un Tau (particolare segno biblico di salvezza, è costituito da una T maiuscola, cioè una croce senza il braccio superiore).

La notte del 28 ottobre 1981fu visto un grande fuoco, come un incendio, salire verso il cielo dai piedi della collina e ardere per circa dieci minuti. Lo vide anche una pattuglia di polizia  e subito accorse: ma sul luogo non trovò alcuna traccia di incendio né di cose bruciate. Ivan Kozina, di 55 anni, testimone del fatto racconta: “Ero di sentinella sul monte. La gente giungeva verso la chiesa, io pure pregavo. D’improvviso è divampato un incendio, erano circa le 17.45, Sembrava fuoco ma mi rendevo conto che non lo era, perché non c’era fumo e non si sentiva il crepitio. Tutto è durato 12 minuti, poi il fuoco è sparito. Io mi sono inginocchiato e ho pregato. L’indomani abbiamo controllato tutto,ma non c’era traccia d’incendio, né di cenere, né altro”. La Madonna disse che questo era un “segno premonitore del grande segno”.

All’inizio dell’agosto del 1982 si videro due potenti raggi di luce segnare tutto il cielo, posandosi, uno sulla croce della collina e l’altro sulla chiesa parrocchiale. Molta gente vide la cosa senza comprendere. Poi si venne a sapere che proprio in quel momento Ivan (uno dei sei veggenti) si trovava sulla collina, con alcuni altri giovani, durante la sua apparizione: la Madonna gli disse “Ora ti darò un segno per rafforzare la tua fede”. Così apparvero le luci e le videro anche i giovani che erano con Ivan. Uno di loro, commosso e colpito dalla grazie, disse “Ora ho visto. Non commetterò più alcun peccato perché ho visto questo!”.


TESTIMONIANZA DI ALESSIA, UNA BAMBINA DI 8 ANNI

Alessia, una bambina di Verona, recatasi a Medjugorje dal 18 al 22 ottobre 1986 con la sua famiglia racconta: “Verona-Medjugorje è stato il viaggio più bello della mia vita… La cosa che mi ha colpita di più è quello che è successo a me e alla mia mamma un pomeriggio che siamo andate da sole sul Krizevac… Abbiamo cominciato a salire facendo la via crucis e recitando il Rosario. Dopo esserci fermate un po’ a pregare sotto la croce, anche per riposarci un po’, siamo ridiscese. Avevamo appena ripreso la strada, io poi ero caduta e mi stavo pulendo, quando la mamma mi dice:

-Girati e guarda… dimmi cosa vedi…

Mi voltai e vidi una cosa stupenda: c’era il sole che stava girando e cambiava continuamente colore. Prima era azzurro, poi verde, poi giallo, e si muoveva in su e in giù e poi da destra a sinistra, segnando una croce come per benedirci. Siamo rimaste immobili a guardare, emozionate e commosse; non volevamo più scendere, ma cominciava a far sera e dovevamo ritrovarci con gli altri compagni del pullman. Tutta la sera e parte della notte pensai a quel meraviglioso segno e ancora adesso ogni tanto ci penso: è stato troppo bello.

La mamma dice sempre che non bisogna andare a Medjugorje per vedere dei segni, ma per la Madonna, che è venuta per aiutarci come farebbe una mamma con i suoi figli; comunque, se ci onora anche di qualche segno è sempre una cosa stupenda, perché ci fa sentire degni del suo amore”.




IL GRANDE SEGNO

Maria ha promesso e assicurato che un grande segno permanente apparirà sulle pendici della collina delle apparizioni, e lo potranno vedere tutti. Sarà un segno per rafforzare la fede dei credenti e, soprattutto, per convertire chi non ha ancora conosciuto l’amore di Dio. I veggenti lo hanno già visto e ne parlano con gioia, dicendo che è un segno davvero molto bello. La Madonna però incita anche a non attendere quel segno per convertirsi, perché, dice “per molti l’attendere quel segno sarà troppo tardi per convertirsi”, e ancora “molti verranno, si inginocchieranno, ma non crederanno”. Il segno sarà preceduto da due ammonizioni per l’umanità, che sarebbero i primi due dei dieci segreti, il segno rappresenta il terzo segreti, ed è l’ultimo grande segno per la conversione degli uomini, segno del grande amore di Dio per noi piccoli uomini.

 

IL PRIMO MIRACOLO

Il primo miracolo operato dalla Madonna di Medjugorje lo dobbiamo alla richiesta di Jakov, il più piccolo dei veggenti (all’epoca aveva solo 10 anni). Durante i primi incontri i ragazzi non avevano il coraggio di parlare e fu la Madonna stessa a sollecitarli con amore: “Non avete qualche desiderio particolare da esprimere?” Allora Jakov, ricordandosi dell’amichetto Daniele, ragazzo paralitico dalla nascita, ne domandò la guarigione. Il ragazzo guarì.

Dopo il primo miracolo ne succedettero centinaia: più di trecento casi sono stati registrati solo fino al 1999 circa.




LA GUARIGIONE DI DIANA BASILE

Diana Basile, nata nel 1940, sposata e madre di tre figli, si ammalò nel 1972 di sclerosi multipla, aggravata da tanti disturbi: difficoltà grave a camminare, immobilità quasi completa del braccio destro, cecità assoluta all’occhio destro… il 23 maggio 1984 si reca a Medjugorje. “Mi trovavo ai piedi deli scalini, presso l’altare della chiesa. Una signora di Bologna mi ha aiutata a salirli. Non avrei voluto entrare nella cappella delle apparizioni…” All’uscita, dopo l’apparizione, si è trovata del tutto guarita. Sul suo caso sono stati presentati 141 documenti medici che attestano la malattia e la completa guarigione.

 

LA MADONNA FERMA IL TRENO

Ecco la lettera scritta da una giovane insegnante il 10 ottobre 1983 e spedita alla direzione del settimanale “Il sabato” che la pubblicò nel dicembre dello stesso anno.

“La notte tra il 9 e il 10 agosto 1983 mi trovavo sull’espresso delle 22.30 Milano-Palermo. Ero assieme ad un mio alunno ed eravamo diretti ad Ischia. Verso le 23 mi sono sdraiata nella mia cuccetta: ero agitata ma avevo viaggiata tutto il giorno e mi addormentai quasi subito, dopo aver detto una preghiera veloce alla Madonna di Medjugorje dove ero stata in pellegrinaggio dal 31 luglio al 5 agosto. Non so esattamente quanto tempo passò ma poco prima di fermarci a Bologna feci un sogno chiarissimo: vidi due treni che stavano per incrociarsi (uno proveniente dal nord e l’altro dal sud). In lontananza apparve una figura luminosissima vestita con un lungo abito grigio-azzurro e un velo bianco che ricadeva leggermente sulla fronte: aveva le braccia un po’ aperte ma non riuscivo a scorgere il viso. Poi questa figura con un gesto calmo e lento fece un cenno ai treni, come chiedesse di rallentare e, nel sogno, l’immagine si fece più vicina. Potevo vedere chiaramente l’abito, ma il viso era così luminoso che non potevo distinguere altro che una espressione molto seria in un viso dai lineamenti molto fini e dolci. Poi la figura benedisse i convogli. A questo punto ho visto chiaramente il conducente di un treno tirare disperatamente la leva del freno (il macchinista poteva avere 40-50 anni) e poi coprirsi il volto con le mani. Mi sono svegliata molto tranquilla: il treno era fermo a Bologna (dove è rimasto tre ore): ho girato fianco e ho dormito fino al mattino seguente. Il 10 agosto sono venuta a sapere che avevano messo una bomba sul binario della linea Milano-Palermo in prossimità di Vaiano e che l’ordigno era esploso davanti all’espresso 751 (cioè il treno partito due ore prima del mio sulla stessa linea)anziché sotto, cosa che ha evitato una strage, tenendo anche presente che lo spostamento d’aria avrebbe scaraventato il treno proveniente da sud (che incrociava davvero in quell’istante il 751) nella scarpata adiacente. Soltanto dieci giorni dopo tornando a casa e sentendo bene il racconto appreso dai giornali, ho potuto riscontrare una corrispondenza incredibile tra i particolari del mio sogno e la scampata tragedia”.

La stessa insegnante ha raccontato di aver riconosciuto l’aiuto macchinista, il cui volto coincideva con i particolari del sogno.



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