Categorie: Ethica et Oeconomia

Puoi vedere Gesù piange ai piedi dell’albero dove Giuda si è impiccato

Vi sembrerà strano trovare Giuda, il traditore, tra i personaggi pasquali. Da sempre lo consideriamo un dannato, lo liquidiamo con quel termine che in fondo ci è così famigliare: traditore. Io non so il perché ma sono sempre stato convinto che nei giorni intercorsi tra le apparizioni e l’ascensione Gesù risorto abbia sostato davanti a quell’albero dove uno dei suoi apostoli si è impiccato. Abbia visitato la valle della Gehenna dove venivano bruciati i rifiuti e finivano i cadaveri dei reprobi, dei crocefissi, dei condannati e, perché no, dei suicidi.

Si, Gesù che è disceso negli inferi per liberare Adamo e tutti coloro che erano in attesa della resurrezione, non può non aver accarezzato per un istante solo i piedi gonfi e purpurei dell’uomo che ha scelto di pendere da una corda invece che dalla croce, l’albero che salva e dona la risurrezione. Guardando quei piedi, che Lui aveva lavato, Gesù si sarà ricordato non solo del bacio del tradimento, ma anche di quel gesto che rivela il dramma del pentimento e della disperazione: «Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d’argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente».


Ma quelli dissero: «Che ci riguarda? Veditela tu!». Questo gesto forse ha toccato il cuore del Signore, lo ha portato sotto l’albero di tutti quei disperati che con un gesto estremo cercano di spegnere il fuoco bruciante del dolore, un’oscurità che solo gli occhi pietosi di Dio possono vedere e penetrare. Guardando quei piedi tronfi Gesù avrà pianto, e come nell’ultima cena, li avrà lavati non con l’acqua e con un catino ma con le lacrime della pietà che scendendo su quelle dita sporche di polvere e di sangue. I piedi di Giuda diventano l’emblema di angoscioso bisogno di redenzione che chiede il nostro servizio e non il rigore della nostra condanna.



Paolo Curtaz è ancora più esplicito nel porre a Giuda una drammatica domanda: «Qual paura a scosso il tuo cuore, Giuda? Quale velo ha appesantito il tuo sguardo, si da non sentire l’ultimo appello all’amore, la parola del Maestro che ancora ti chiama: Amico? Davvero credevi che il tuo tradimento sarebbe bastato a sbarazzarti di Dio? Non sapevi che, impiccandoti, saresti caduto inesorabilmente tra le sue braccia?».



Redazione Papaboys (Fonte www.nondisolopane.it)

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