Il valore delle apparizioni – C’è da ritenere, prima di tutto, che queste visioni non sono frutto di fantasia o di patologia. Una conferma chiarissima che esse hanno altra origine dalla patologia almeno quelle che non sono state ufficialmente disdette dalla Chiesa l’abbiamo proprio, per esempio, nella lotta che la Menendez dovette sopportare col diavolo.
Il 15 aprile 1922, sabato santo, verso le quattro del pomeriggio, ella avvertì dei rumori che preannunciavano l’arrivo di demoni. Avvenne una vera e propria battaglia, il demonio atterrò la Religiosa. Ma poco dopo ella rinvenne. Il suo viso disfatto lasciò intuire ciò che aveva visto e sofferto. Ad un tratto, portando la mano al petto, gridò: “Chi mi brucia?” Ma lì non vi era nessun fuoco e l’abito religioso era intatto. Si spogliò rapidamente, un odore di fumo acre e fetido si diffuse nella cella e si vide bruciarle addosso la camicia e la maglia! Una larga ustione restò “vicino al cuore”. Dieci volte Josefa sarà bruciata: questo fuoco lascerà tracce non solo sugli abiti, ma ancor più sulle sue membra. Piaghe vive, lente a chiudersi, imprimeranno sul suo corpo cicatrici che ella porterà con sé nella tomba. Vari oggetti di biancheria bruciata si conservano ancora e attestano la realtà della rabbia infernale e il coraggio eroico con cui sostenne quegli assalti per rimanere fedele all’opera dell’Amore.
Molte delle citate apparizioni, o discese in Purgatorio, sono state approvate dalla Chiesa almeno indirettamente. I processi canonici cioè hanno assodato che detti fenomeni mistici non sono espressioni di tare patologiche o di cervelli squilibrati o comunque affetti da psicosi o altro. Naturalmente, trattandosi di rivelazioni private, si è liberi di accettarle o meno, con motivazioni secondo la prudenza e il buon senso.
Considerazioni teologiche
La prima cosa che va detta è che, nei dati essenziali, queste visioni e fenomeni appaiono in perfetto accordo con i dati rivelati. E si sa che il primo criterio di un discernimento serio è appunto la consonanza totale con la Rivelazione.
Altra considerazione. Queste visioni pur non del tutto necessarie costituiscono una conferma preziosa di verità di fede professate. Ed è esperienza comune che esse sono spesso come delle illuminazioni o folgorazioni che gettano in ginocchio e portano ad un cambiamento radicale di vita. Anime che, pur credendo all’Inferno e al Purgatorio, ne hanno sentito tutto il peso e la gravità.
Altro dato da rilevare: queste visioni forniscono dettagli importanti su realtà di fede che mai avremmo saputo con certezza. I dati rivelati, infatti, ci sono rivelati nella loro essenzialità, sobri e scarni per lo più. Avere dettagli più ampi non dispiace a nessuno, rispondendo essi, oltre tutto, ad un innato senso di legittima curiosità, specialmente se si tratta di problemi vitali quanto alla salvezza.
Dettagli preziosi, dunque, che il Signore offre alla povera natura umana che, pur assentendo per fede, è sempre alla ricerca di nuovi dati e approfondimenti.
Il perché di queste visioni
Questi fenomeni incidono sullo sviluppo e la crescita spirituale dell’anima. Essi infatti sono, oltre tutto, esortazioni e incitamenti; sono un invito a dare più importanza a realtà che potrebbero apparire, a prima vista, quasi insignificanti (per esempio le piccole infrazioni, piccoli cedimenti alle mode correnti e ritenuti del tutto innocenti, ecc…). Le visioni dei santi fanno capire di più, oltre tutto, anche cosa significhi infinita misericordia e infinita giustizia di Dio, che non sono in contrasto tra loro, ma si armonizzano mirabilmente senza togliere nulla né alla misericordia né alla giustizia. “Come mi sembra di capire, scrive santa Caterina da Genova l’amore di Dio che trabocca nell’anima le dona una gioia inesprimibile, ma alle anime che sono in Purgatorio questa felicità non toglie nemmeno una scintilla di sofferenza. Infatti l’amore che provano ma che viene frenato costituisce la loro pena, tanto più grande quanto è la perfezione di quel sentimento di cui Dio le ha rese capaci. Di conseguenza le anime nel Purgatorio provano una gioia grandissima e una sofferenza grandissima, senza che l’una escluda l’altra”. Ancora santa Caterina da Genova: “Ora, vedendo chiaramente queste cose alla luce divina, avrei voglia di fare un grido così forte che riuscisse a spaventare tutti gli uomini di questo mondo e dire loro: O miseri, che vi lasciate accecare da questo mondo e non vi preoccupate affatto di una cosa importante e inevitabile a cui andate incontro! Ve ne state tutti tranquilli sotto la speranza della misericordia di Dio, dicendo che essa è davvero grande: ma non capite che tanta bontà divina sarà una testimonianza contro di voi, proprio perché avete agito contro la sua volontà? La bontà divina ci deve stimolare a compiere la sua volontà e non a sperare di fare il male impunemente! Non manca, infatti, anche la sua giustizia che, in qualche modo, si deve realizzare pienamente. Non ti fidare, pensando: “Mi confesserò, poi prenderò l’indulgenza plenaria e così sarò purificato da tutti i miei peccati!’. Rifletti: la confessione e la contrizione necessarie per ottenere l’indulgenza plenaria, sono così difficili da conquistare, che se te ne rendessi conto tremeresti di paura e perderesti la tua sicurezza di riuscire ad ottenerla”.
La richiesta di preghiere, di suffragi è condanna di tutti coloro che ne negano il valore e la legittimità. Preghiere e suffragi e soprattutto richiesta di celebrazioni di Sante Messe, pongono più che mai in rilievo l’infinito valore del Sangue di Cristo Redentore.
Le visioni o descrizioni offerteci dai santi costituiscono pure preziosi insegnamenti che vengono dalle anime purganti. Una di queste anime diceva alla Menendez: “Se le anime religiose sapessero come bisogna scontare qui le piccole carezze prodigate alla natura…”! Quanta permissione alla rilassatezza del corpo, ai desideri che si affollano nell’intimo, alle aspirazioni, per cui tanto spesso si vive ai limiti del peccato mortale, incuranti della vera realtà. Un’altra anima le diceva: “Come si vedono diversamente le cose terrene, quando si passa all’eternità! Le cariche importanti non sono niente agli occhi di Dio: solo conta la purità d’intenzione con cui vengono adempiute, anche nelle più piccole azioni. La terra e tutto ciò che contiene sono poca cosa… tuttavia quanto è amata! … Ah, la vita, per lunga che sia, è nulla in paragone all’eternità! Se si sapesse ciò che è un istante solo passato in purgatorio e come l’anima si strugge e si consuma per il desiderio di vedere Nostro Signore!”
Ecco: è il senso del realismo che le anime purganti inculcano. La realtà, per lo più, non è quella voluta e immaginata dall’io sempre interessato a quanto gli possa procurare piacere. Si pensi alla situazione morale di oggi, nella quale impazzano il relativismo più crudo, il pensiero debole, il nichilismo. E l’uomo avulso dalla realtà e dalla ragione non può che andare verso il fallimento più tragico.
I messaggi dei santi sulle anime purganti richiamano alla realtà, al buon senso. Non è l’uomo che crea il reale, ovunque esso sia, piuttosto al reale l’uomo deve adeguare la propria vita e la propria azione.
In particolare queste visioni invitano ad avere un profondo senso del peccato. Una delle grandi disgrazie di oggi è appunto la perdita completa del senso del peccato. Tutto è niente, tutto è permesso, e se non si è giunti alle posizioni pazze del De Sade, poco ci manca. Stesso per molti fedeli il peccato sarebbe solo uccidere o rubare. Parlare di esame di coscienza per trovare i tanti peccati e debolezze nelle quali si incorre tutti i giorni, è come parlare ostrogoto! E quello che più sconcerta, è che una mentalità del genere è accettata, se non incoraggiata da tanti sacerdoti, pastori di anime!
In quasi tutte le visioni e apparizioni appare il fuoco come terribile pena per tutte le anime purganti: una conferma anche di tutta la tradizione patristica e teologica. Come si fa a metterne in dubbio la realtà?
Le visioni e soprattutto le impronte lasciate da anime purganti ci dicono che si tratta di vero fuoco. Per cui non ci sembra accettabile quanto detto sia pure a mo’ di ipotesi da Pozo: “Forse nel caso del Purgatorio, non è impossibile un’interpretazione metaforica che spieghi l’espressione “fuoco ” come la stessa sofferenza che proviene dal differimento della visione di Dio “. E se si trattasse di un duplice fuoco purificatore?
Il Purgatorio è presentato pure come un luogo, un luogo nebbioso, secondo alcune visioni, invaso dal fuoco. Se non si vuol pensare che il luogo è solo una necessità per far capire una realtà molto lontana dai sensi, nulla vieta però che il Purgatorio, oltre che essenzialmente “stato”, possa essere, almeno per alcune anime, anche un luogo dove attuare la purificazione. Luogo che però non toglie nulla alle pene e a tutto ciò che abbiamo indicato come purificazione.
Le anime purganti sono in numero enorme. Ciò ci fa capire sia la misericordia di Dio che salva quanto più è possibile, e sia i difetti e le carenze anche delle anime più perfette. Alla luce di queste “rivelazioni”, appaiono del tutto ridicole e senza senso le accuse di fondamentalismo, di esagerazione ecc., rivolte a chi predica o cerca di attuare una vita il più osservante possibile e conforme al Vangelo.
Tutte le apparizioni ci dicono che la massima pena del Purgatorio è la privazione della visione di Dio (la pena del danno). Se si pensa a tutti i deprecabili sforzi di un laicismo assurdo di impostare la vita come se Dio non ci fosse, si comprende quanto colpevole e contrario al proprio bene siano detti sforzi.
Visioni e apparizioni mettono pure in grande rilievo il ruolo della SS. Madre di Dio, Maria. Quante anime sono salve ed aiutate da Lei! Una implicita condanna a tutti coloro che ritengono la devozione alla Madonna da rigettarsi o da non enfatizzare troppo. Ancora una volta la realtà umilia e condanna l’intelligenza orgogliosa.
Preziosi anche alcuni dettagli. Il Purgatorio diviso in tre settori o regioni: la regione superiore dove le anime vi soffrono solo la pena del danno senza pene o con pene molto miti e di poca durata; la regione media, dove si purificano le anime che commisero colpe leggere o che debbono liberarsi dalle pene di peccati mortali perdonati quanto alla colpa. La regione inferiore, in vicinanza dell’inferno, tutta piena di fuoco chiaro e penetrante, diverso da quello dell’inferno che è oscuro e tenebroso. Questa terza regione santa Francesca Romana la vide divisa in tre scompartimenti dove le pene vanno gradatamente aumentando a seconda della responsabilità delle anime e del grado di gloria a cui devono giungere. Il primo è riservato ai secolari, il secondo ai chierici non ordinati, il terzo ai sacerdoti e ai vescovi. Deve ritenersi che questo scompartimento abbia un luogo più infimo ancora, riservato a religiosi e religiose che avendo ricevuto di più quanto a mezzi di perfezione, hanno avuto maggiore responsabilità nelle loro colpe, e perciò maggior bisogno di espiazione.
Le anime purganti hanno figura luminosa
Le pene del Purgatorio sono grandi, atroci, impossibili ad esprimersi con parole umane. Tutte le pene sofferte dai martiri, in confronto sono come un ameno giardino, dice santa Maria Maddalena dà Pazzi.
Oltre alle pene sofferte da tutte le anime purganti, ci sono anche pene particolari riservate ad ogni vizio specifico. Di tutto si dovrà rendere conto alla divina giustizia: un altro motivo di profonda riflessione!
Almeno alcune anime purganti, pur senza essere tormentate da demoni, soffrono però al vederli. Ma alcune, per permissione di Dio, sono tormentate da essi. La presenza di demoni in Purgatorio, un dato assolutamente nuovo che traiamo da queste rivelazioni.
E, qui dopo dette considerazioni e altre che se ne potrebbero fare, si possono capire almeno alcuni motivi delle “visioni” dei santi.
Esse servono non solo ad aiutare le anime sofferenti, ma a rinvigorire la coscienza della gravità del peccato e ad impostare una vita cristiana molto più seria e impegnata. E quindi anche la necessità di parlare molto del Purgatorio. Purtroppo, assieme ai novissimi, anche il tema del Purgatorio è quasi scomparso dalla predicazione e dall’insegnamento di molti teologi. La ragione o una delle ragioni è costituita dal fatto che oggi tutti ci crediamo talmente buoni da non poter meritare altro che il Paradiso! Qui c’è certamente la responsabilità della cultura contemporanea che tende a negare il concetto stesso di peccato, cioè proprio di quella realtà che la fede lega all’Inferno e al Purgatorio. Ma nel silenzio sul Purgatorio c’è anche qualche altra responsabilità: la protestantizzazione del Cattolicesimo.
Le “visioni” possono essere sommamente utili alle anime. Già il pensiero della morte può guarire dall’orgoglio e dall’accidia.
Fonte gloria.tv/Istruzione Cattolica
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