PIEMONTE – TORINO – I giovani, oggi come in ogni tempo, hanno bisogno di avere di fronte a loro persone che con la loro vita incarnano i valori che predicano. E’ finito il tempo dei buoni propositi, delle ‘paternali’, c’è bisogno di mettersi in dialogo con tutto ciò che siamo, e poi però di fissare dei limiti. I giovani se li aspettano perché a volte la famiglia è inesistente oppure troppo permissiva o iper-protettiva.
Il buon educatore? Uno che prova istintiva simpatia per il mondo dei giovani, che non scordi di essere stato giovane anche lui, che non si metta su un piedistallo ma coltivi lui stesso amicizia, prossimità, solidarietà, che riesca a trasmettere qualcosa anche attraverso i propri errori ed esperienze…credo debba avere anche una buona preparazione di base su ciò che comunica, che non sia uno improvvisato, e poi che riesca ad appassionare stimolando più che redarguire o avvisare sui ‘mille pericoli del mondo lì fuori’…e poi che non metta un paletto tra noi e loro: il cattolico è uno con una vocazione universale, non è chiamato a coltivare piccoli orticelli ma ad andare nel mondo senza essere del mondo…
Sulle difficoltà nostre: forse partiamo già tutti con un giudizio su di loro, internet-cellulari-dipendenti ecc.
Formare un gruppo vivace che sia in grado di attirare e non allontanare quanti lo stanno cercando. C’è bisogno di attrazione, svelenamento e illuminazione…
Se sono molto giovani e l’incontro non è vicino a casa, hanno molta difficoltà ad andare, se non ci sono i genitori o altri che li accompagnano e sempre più sovente i genitori presi da mille impegni preferiscono che il figlio non partecipi, meglio portarlo ad una festa che ad un incontro per lui formativo che lo impegna. Così diventano sempre più pigri e preferiscono starsene davanti alla TV o al computer.
Sulle difficoltà loro: quella di sempre, cioè trovare qualche altra persona che la pensi come loro quando decidono di andare controcorrente rispetto al mondo, la paura di sentirsi soli ed emarginati perché non seguono le mode ecc.
Sentono il bisogno di amicizie vere con cui confrontarsi ed allenarsi a vivere, non solo di rapporti virtuali in cui basta un clik per cancellare una relazione.
Sul rispetto nei confronti dei più giovani e del loro mondo c’è una frase di Edith Stein: “La rispettosa considerazione di ciò che di NUOVO e PROPRIO dovrà essere prodotto dalle nuove generazioni è essenziale all’educatore.” Cioè bene proporre noi qualcosa, ma anche rispettare e valorizzare ciò che di nuovo loro portano con sé, anche se a volte ci sembrano piccoli barbari!
Fonte: Donboscoland.it