Nel 1915, il 21 aprile, Padre Pio era a Pietrelcina e scrisse una lettera padre Benedetto. Quel giorno gli apparve Gesù gli rivelo che l’Italia sarebbe entrata in guerra. La partecipazione dell’Italia alla prima guerra mondiale ebbe inizio il 24 maggio 1915, circa dieci mesi dopo l’avvio del conflitto, durante i quali il paese conobbe grandi mutamenti politici, Inizialmente il Regno d’Italia si mantenne neutrale e parallelamente alcuni esponenti del governo iniziarono trattative diplomatiche con entrambe le forze in campo, che si conclusero con la sigla di un patto segreto (patto di Londra) con le potenze della Triplice intesa (Gran Bretagna, Francia e Russia).
Il giovane cappuccino – riporta il sito PadrePio.it – però prima di raccontare di questo evento drammatico al suo padre spirituale rispose a delle domande che in precedenza Padre Benedetto gli fece: chiedere a Gesù dell’andamento della provincia religiosa.
“Stamane è venuto Gesù ed avendogli chiesto cosa dovevo rispondere alle vostre interrogazioni, mi ha detto: “Al padre tuo è accordato, in compenso delle sue fatiche sostenute per la mia gloria, il gaudio dello spirito… Diversi provvedimenti si son presi per far rifiorire nella provincia lo spirito del Fondatore; i frutti son pochi ancora. S’insista e si vigili ancora a che i provvedimenti presi non siano troppo presto messi in dimenticanza“.
Poi Gesù si fermò e riprese. Gli parlò della situazione italiana e il suo ingresso in guerra: “L’Italia, figliuol mio, non ha voluto ascoltare la voce di amore.
Sappi intanto che da tempo io tengo sospeso il braccio del mio genitore, che vuole scagliare su questa figliuola adultera i suoi fulmini. Si sperava che le sventure altrui l’avessero fatta rientrare in sé, l’avessero fatta intonare il miserere a suo tempo. Non ha saputo apprezzare neppure quest’ultimo tratto del mio amore ed è per questo che il suo peccato è divenuto più abominevole dinanzi a me… A lei pure è serbata certamente quella sorte toccata alle sue consorelle“.Al termine della lettera Padre Pio raccontò al suo padre spirituale un’esperienza che faceva alla presenza di Gesù: gli chiede e gli raccomandava persone a cui non aveva mai pensato e conosciuto, e per le quali si sentiva sempre esaudito: “Sentite poi una cosa assai più strana. Pure quando sono con Gesù mi avviene di dimandare a Gesù cose, delle quali non ebbi mai in mente; di presentargli pure cioè delle persone che non solo non ho avuto mai in mente, ma quello che più mi arreca meraviglia, che di tali persone non ebbi mai conosciuto e mai ne ho sentito parlare. E qui va osservato che quando ciò mi avviene, non mi consta mai che Gesù non mi abbia accordato, in favore di dette persone, quello che per esse dimando“.
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