Il 13 di Giugno, giorno di S. Antonio, è grande festa in tutto il Portogallo: benché morto a Padova, S. Antonio è infatti nato a Lisbona ed è patrono della Nazione portoghese. Per di più la Chiesa parrocchiale di Fatima era dedicata al Santo ed in paese, oltre le solenni funzioni religiose, c’era in quel giorno la fiera, grande attrazione per tutti i bambini.
In casa Marto si era dimenticato che quello era anche il giorno dell’appuntamento con la « Signora della Cova d’Iria », e mamma Olimpia rimase stupita quando la piccola Giacinta le chiese di poter andare alla Cova.
« Ma come, non vuoi venire alla festa di S. Antonio? ».
« No, mamma, rispose seria Giacinta, Sant’Antonio non è bello.., la Madonna è molto più bella ».
Verso le ore undici di quella mattina, insieme ai tre fratelli alla Cova di Iria c’erano almeno cinquanta persone che, o per devozione o per curiosità, vollero essere presenti all’appuntamento.
« Dopo aver recitato il Rosario con Giacinta, Francesco e le altre persone presenti — è sempre Lucia che racconta — noi vedemmo che si avvicinava ancora il riflesso della luce (che noi chiamavamo lampo) e ancora, come in Maggio, la Signora apparve sopra il piccolo leccio.
“Che cosa volete da me? “ domandai.
“Voglio che veniate qui il 13 del prossimo mese. Voglio che recitiate ogni giorno il Santo Rosario e impariate a leggere. In seguito vi dirò che cosa altro voglio”
Io poi chiesi alla Signora di guarire una ammalata.
“Se ella si emenderà sarà guarita quest‘anno”
Appena pronunciò queste ultime parole la Signora aprì le mani e ci comunicò, per la seconda volta, l’immensa luce che l’avvolgeva. In questa luce ci potemmo vedere immersi in Dio. Giacinta e Francesco sembravano essere nella luce che saliva verso il Cielo, mentre io ero in quella che scendeva verso la terra.
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Le parole della “Signora” sulla sorte dei tre fanciulli (« porterò presto in cielo Giacinta e Francesco, ma tu devi rimanere… ») divennero per essi come un piccolo segreto che conservarono gelosamente anche nei confronti dei propri genitori. Per questo Lucia conclude così la sua relazione:
« Questo è ciò che riferimmo, quando dicemmo che Nostra Signora ci aveva comunicato un segreto in giugno. La Signora non ci ordinò di mantenere questo segreto in questa occasione, ma noi ci sentivamo indotti a fare ciò da Dio ».
Dopo qualche giorno da questa seconda apparizione, nelle case e nei crocicchi delle strade di Aljustrel e di Fàtima non si fece che parlare dei tre fanciulli. C’era chi si indignava per la libertà loro concessa di beffarsi di tutto un paese e chi temeva la rappresaglia delle autorità. I genitori erano molto preoccupati e la madre di Lucia addirittura infuriata.
Fu in questa atmosfera di tensione generale che si decise di consultare una seconda volta il Parroco di Fàtima, Don Manuel Ferreira.
Ma ascoltiamo ancora la relazione di Lucia:
« Appena mettemmo il piede sulla scala del presbitero, mia madre mi disse:
“Tu dirai al signor Parroco che hai mentito, così egli, durante la Messa di Domenica potrà disingannare la gente, e tutto sarà finito. 4~he cose sono mai queste di far correre la gente alla Cova da Iria per farla pregare davanti a una pianta? “. Contrariamente a quanto io temevo, il Parroco ci ricevette gentilmente e mi interrogò con calma su tutto quanto era accaduto.
Poi pesando bene le parole, concluse così:
“Non mi sembra che tutto ciò venga dal Cielo! Perché la Madonna sarebbe dovuta scendere sulla terra per raccomandarci di dire tutte le sere il Rosario, quando già lo si recita in tutta quanta la Parrocchia? Quando Nostro Signore si comunica alle anime domanda loro sempre di rendere conto di tutto al Confessore o al Parroco!
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Tutto questo potrebbe anche non essere che un inganno del demonio. Lasciamo all’avvenire di farci conoscere la verità… ».
Tornando a casa Lucia fu presa da un duplice sentimento di gioia, perché avrebbe potuto ancora tornare alla Cova senza disobbedire àl Parroco; ma anche di timore: non aveva detto il Parroco che l’apparizione poteva essere opera del demonio?
E ben presto il timore prese il sopravvento sulla gioia, trasformandosi in terrore. E decise di non tornarvi mai più.
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