Il Postulatore della causa di beatificazione di don Pino Puglisi, prete palermitano ucciso dalla mafia in odio alla fede, in una recente intervista riapre la discussione sulla sanzione canonica della scomunica per i mafiosi. Alla luce dell’ultimo episodio di violenza avvenuto in Calabria, la questione “religioso-cristiana” dei malavitosi ritorna alla ribalta. Come si può incendiare la macchina con dentro un bambino di tre anni? La mafia è un’organizzazione cattiva, senza cuore. Assetata di potere, denaro e prestigio sulle spalle dei più poveri… La sua origine maligna non può essere conciliata con la fede. I segni religiosi di cui si circondano i mafiosi, i camorristi, sono la loro condanna. Ci appartiene alla malavita organizzata e trama contro i fratelli e la società, non può essere cristiano. Le dure parole di Papa Francesco nel messaggio del 1° Gennaio per la Giornata mondiale della pace, non lasciano dubbi: “la Mafia è contro il Vangelo”.
L’ultimo episodio raccontato dall’agenzia Adnkronos, sulla reazione compiaciuta di Riina dopo la strage a danno del Procuratore generale di Palermo, Chinnici, ne è la prova più scioccante: “Quello là saluta e se ne saliva nei palazzi. Ma che disgraziato sei, saluti e te ne sali nei palazzi. Minchia e poi è sceso, disgraziato, il Procuratore Generale di Palermo”. Così, sorridendo, il boss mafioso corleonese Totò Riina ha raccontato al suo vicino di cella Alberto Lo Russo la strage di via Pipitone Federico a Palermo in cui morirono il giudice Rocco Chinnici con la sua scorta e il portiere dello stabile in cui abitava”. Come si può ridere della morte di un fedele servitore dello stato? Non ci sono commenti da fare. Resta soltanto l’impegno quotidiano di ciascuno a impegnarsi a costruire con fiducia un mondo migliore. Ornella FeliciLa Quaresima è un tempo sacro, un pellegrinaggio spirituale che ci invita a riconsiderare il nostro rapporto con Dio, con…
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