Camminarono tre giorni nel deserto senza trovare acqua. Arrivarono a Mara, ma non potevano bere le acque di Mara, perché erano amare. Per questo furono chiamate Mara. Allora il popolo mormorò contro Mosè: «Che cosa berremo?». Egli invocò il Signore, il quale gli indicò un legno. Lo gettò nell’acqua e l’acqua divenne dolce. In quel luogo il Signore impose al popolo una legge e un diritto; in quel luogo lo mise alla prova. Disse: «Se tu darai ascolto alla voce del Signore, tuo Dio, e farai ciò che è retto ai suoi occhi, se tu presterai orecchio ai suoi ordini e osserverai tutte le sue leggi, io non t’infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitto agli Egiziani, perché io sono il Signore, colui che ti guarisce!» (Es 15,22-26).
Gli uomini della città dissero a Eliseo: «Ecco, è bello soggiornare in questa città, come il mio signore può constatare, ma le acque sono cattive e la terra provoca aborti». Ed egli disse: «Prendetemi una scodella nuova e mettetevi del sale». Gliela portarono. Eliseo si recò alla sorgente delle acque e vi versò il sale, dicendo: «Così dice il Signore: “Rendo sane queste acque; da esse non verranno più né morte né aborti”». Le acque rimasero sane fino ad oggi, secondo la parola pronunciata da Eliseo (2Re 2,19-22).
Quando Eliseo, uomo di Dio, seppe che il re d’Israele si era stracciate le vesti, mandò a dire al re: «Perché ti sei stracciato le vesti? Quell’uomo venga da me e saprà che c’è un profeta in Israele». Naamàn arrivò con i suoi cavalli e con il suo carro e si fermò alla porta della casa di Eliseo. Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: «Va’, bàgnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato». Naamàn si sdegnò e se ne andò dicendo: «Ecco, io pensavo: “Certo, verrà fuori e, stando in piedi, invocherà il nome del Signore, suo Dio, agiterà la sua mano verso la parte malata e toglierà la lebbra”. Forse l’Abanà e il Parpar, fiumi di Damasco, non sono migliori di tutte le acque d’Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per purificarmi?». Si voltò e se ne partì adirato. Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: «Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una gran cosa, non l’avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: “Bàgnati e sarai purificato”». Egli allora scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola dell’uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato (2Re 5,8-14).
Eliseo morì e lo seppellirono. Nell’anno successivo alcune bande di Moab penetrarono nella terra. Mentre seppellivano un uomo, alcuni, visto un gruppo di razziatori, gettarono quell’uomo sul sepolcro di Eliseo e se ne andarono. L’uomo, venuto a contatto con le ossa di Eliseo, riacquistò la vita e si alzò sui suoi piedi (2Re 13,20-21).
Questi segni per contatto sono rari, eccezionali. L’Antico Testamento è governato sempre dalla Parola del Signore. Essa dice e le cose avvengono. Con Cristo Gesù tutto cambia. Lui, nel suo corpo, nella sua carne, è in tutto simile ad una fornace ardente. Ogni legno che viene a contatto con il suo fuoco, all’sitante si trasforma in fuoco. Anche il legno più verde viene arso, bruciato, trasformato in cenere. Tanto grande è la forza che esce da Lui, quando qualcuno lo tocca con fede.
A Gesù non si chiede il miracolo con la bocca, lo si chiede con il cuore, con la fede. Lo si chiede non prostrandosi dinanzi a Lui, bensì accostandosi e toccando il suo corpo. Ma neanche il suo corpo bisogna raggiungere, è sufficiente arrivare ad un lembo del suo mantello. Anche il suo mantello è impregnato di forza divina. Questa stessa forza di guarigione era di Paolo, di Pietro, degli Apostoli. Oggi invece chi tocca un cristiano, non solo non viene guarito, viene appestato di peccato, falsità, menzogna, tenebra, luce. Avviene quanto avveniva con Cristo, ma al contrario. Chi ci tocca si inquina.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci essere come Cristo Gesù.
Movimento Apostolico Rito Romano
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