Di seguito riportiamo il testo dell’omelia che Papa Francesco ha pronunciato dopo la proclamazione del Santo Vangelo:
Omelia del Santo Padre
In occasione della festa della Pasqua ebraica, Gesù si reca a Gerusalemme. Giunto al tempio, non trova gente che cerca Dio, ma gente che fa i propri affari: i mercanti di bestiame per l’offerta dei sacrifici; i cambiamonete, i quali scambiano denaro “impuro” recante l’immagine dell’imperatore con monete approvate dall’autorità religiosa per pagare la tassa annuale del tempio. (…) L’indegno commercio, fonte di lauti guadagni, provoca l’energica reazione di Gesù. Egli rovescia i banchi e butta a terra il denaro, allontana i mercanti dicendo loro: «Non fate della casa del Padre mio un mercato!» (Gv 2,16).
Questa espressione non si riferisce soltanto ai traffici che si praticavano nei cortili del tempio. Riguarda piuttosto un tipo di religiosità. Il gesto di Gesù è un gesto di “pulizia”, di purificazione, e l’atteggiamento che Lui sconfessa lo si può ricavare dai testi profetici, secondo i quali Dio non gradisce un culto esteriore fatto di sacrifici materiali e basato sull’interesse personale (cfr Is 1,11-17; Ger 7,2-11). Questo gesto è il richiamo al culto autentico, alla corrispondenza tra liturgia e vita; un richiamo che vale per ogni epoca e anche oggi per noi. (…)
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Cari fratelli e sorelle, questo tempio è stato costruito grazie allo zelo apostolico di san Luigi Orione. Proprio qui, cinquant’anni fa, il beato Paolo VI inaugurò, in un certo senso, la riforma liturgica con la celebrazione della Messa nella lingua parlata dalla gente. Vi auguro che questa circostanza ravvivi in tutti voi l’amore per la casa di Dio. In essa voi trovate un grande aiuto spirituale. Qui potete sperimentare, ogni volta che lo volete, la potenza rigeneratrice della preghiera personale e della preghiera comunitaria. L’ascolto della Parola di Dio, proclamata nell’assemblea liturgica, vi sostiene nel cammino della vostra vita cristiana. Vi incontrate tra queste mura non come estranei, ma come fratelli, capaci di darsi volentieri la mano, perché accomunati dall’amore per Cristo, fondamento della speranza e dell’impegno di ogni credente.
A Lui, Gesù Cristo, Pietra angolare, ci stringiamo fiduciosi in questa Santa Messa, rinnovando il proposito di impegnarci per la purificazione e la pulizia interiore della Chiesa edificio spirituale, di cui ognuno di noi è parte viva in forza del Battesimo. Così sia.
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Al termine della Santa Messa, il Papa saluta i sacerdoti della Parrocchia, affidata fin dalla sua fondazione agli Orionini, il Direttore Generale della Piccola Opera della Divina Providenza (san Luigi Orione), don Flavio Peloso, presente con i Consigli Generalizi degli Orionini e delle Figlie della Divina Providenza, la comunità religiosa della Curia generalizia e rappresentanti della Famiglia Orionina provenienti da diverse parti d’Italia.
LA FOTOGALLERIA DELLA CELEBRAZIONE
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