19 Agosto 1917 – La quarta delle sei apparizioni della Madonna a Valinhos (invece che alla Cova da Iria)
Il 19 agosto, Francesco, accompagnato dal fratello Giovanni, e Lucia portano il gregge a pascolare ai Valinhos Verso le quattro del pomeriggio Lucia ha la premonizione che la Madonna sta per apparire e manda Giovanni a chiamare Giacinta in gran fretta. Poco dopo l’arrivo di Giacinta appare Nostra Signora, anche questa volta al di sopra di un piccolo leccio.
Lucia chiede alla Madonna:
– Che cosa vuole da me Vostra Grazia?
– Voglio che continuiate ad andare alla Cova da Iria il 13, che continuiate a recitare il rosario tutti i giorni. L’ultimo mese io farò il miracolo affinché tutti credano. Se non vi avessero portati in città [a Ourem] il miracolo sarebbe stato più conosciuto. Verrà San Giuseppe con il Bambin Gesù per donare la pace al mondo. Nostro Signore verrà a benedire il popolo. Verranno anche Nostra Signora del Rosario e la Madonna Addolorata.
– Che cosa volete che si faccia del denaro che la gente lascia alla Cova da Iria?
– Si facciano due barelle da processione. Tu ne porterai una con Giacinta ed altre due ragazzine vestite di bianco. L’altra sarà di Francesco che la porterà con tre altri ragazzini come lui, vestiti con un camice bianco. Questo sarà per la festa di Nostra Signora del Rosario. Ciò che avanzerà servirà per aiutare a costruire una cappella che si farà fare.
– Vorrei domandarvi la guarigione di diversi ammalati
– Sì, ne guarirò qualcuno entro l’anno.
E prendendo un’aria più triste aggiunse:
– Pregate, pregate molto e fate dei sacrifici per i peccatori! Vi sono molte anime che vanno all’inferno perché non c’è nessuno che si sacrifichi e preghi per loro.
Poi, come le altre volte, cominciò ad innalzarsi nella direzione di levante.
Dopo la pubblicazione da parte della Santa Sede della seconda parte del terzo segreto di Fatima, con una interpretazione dell’allora Cardinale Ratzinger, -nell’anno del giubileo-, sono sorte non poche polemiche tra quella parte di teologi e fatimiti propensi a dare una spiegazione diversa a ciò che la Vergine aveva svelato ai pastorelli della Cova di Iria. Ripercorriamo la storia, del “terzo segreto”, con le parole di Davide Malacaria: È il 13 maggio del 2000 quando il cardinale Angelo Sodano comunica che il Santo Padre ha deciso di rivelare il terzo segreto di Fatima. L’occasione è data dalla beatificazione, avvenuta in Portogallo, di Francesco e Giacinta Marto, due dei pastorinhos ai quali nel lontano 1917 era apparsa la Madonna. L’annuncio fa subito il giro del mondo: quel segreto, custodito gelosamente dal Vaticano, era stato per decenni al centro di indiscrezioni, polemiche e intrighi internazionali. Nell’occasione, il Segretario di Stato accenna al contenuto del segreto, ma per conoscerlo nella sua interezza occorrerà aspettare circa un mese, quando verrà pubblicato a opera della Congregazione per la dottrina della fede. Il testo è accompagnato da una breve presentazione firmata dall’allora segretario della Congregazione, monsignor Tarcisio Bertone, e da un breve commento teologico del prefetto dello stesso dicastero, il Cardinale Joseph Ratzinger.
Il segreto, in estrema sintesi, consiste nella visione desolante di una città in rovina disseminata dei cadaveri di martiri, attraverso la quale cammina, afflitto, «un vescovo vestito di bianco» (di cui suor Lucia scrive: «Abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre») seguito da vescovi e religiosi. Il corteo sale sulla sommità di una collina su cui si trova una croce, ai piedi della quale il Papa viene ucciso. Fin dall’annuncio del cardinale Sodano, il Vaticano ha identificato il «vescovo vestito di bianco» con papa Giovanni Paolo II e la sua uccisione con l’attentato subito a opera di Ali Agca nel 1981. Ma, da subito, questa rivelazione e la correlata interpretazione ufficiale hanno destato perplessità. Tra l’altro molti hanno fatto notare una difformità tra quanto aveva detto il cardinale Sodano il mese precedente a Fatima, quando aveva parlato di un papa che«cade a terra come morto», e lo scritto, nel quale si legge di un papa inequivocabilmente«ucciso». A complicare le cose, per il Vaticano, si aggiungono le tante aggregazioni di fedeli nate attorno a Fatima, laici, sacerdoti e studiosi che conoscono vita, morte e, è il caso di dirlo, miracoli di tutto quel che è accaduto attorno a quella prodigiosa apparizione. E proprio da questi ambienti si sono levate le critiche più pungenti. Tra il 2006 e il 2007, tali critiche si condensano in due libri-inchiesta: Il quarto segreto di Fatima, di Antonio Socci, e La profezia di Fatima, di Marco Tosatti. Di seguito accenneremo al contenuto di questi volumi. PRECISIAMO CHE IL QUARTO SEGRETO DI FATIMA NON ESISTE, E SOCCI COME SEMPRE, SCRIVE TANTO, ANZI TANTISSIMO DI FANTASIA. E VOI COMPRATE I SUOI LIBRI
La Madonna aveva previsto Ali Agca? Una delle controversie più accese riguarda l’identificazione del vescovo vestito di bianco con Karol Wojtyla. In altre parole: la Madonna aveva profetizzato davvero l’attentato a Giovanni Paolo II? Nel suo libro, Socci fa notare che l’interpretazione vaticana del segreto, in realtà, non è così univoca. E ciò fin dall’annuncio del cardinale Sodano, le cui parole sono riportate nel documento dedicato al segreto di Fatima: il presule spiega che le vicende descritte nella visione «sembrano ormai appartenere al passato». «La Signora del messaggio sembra leggere con una singolare perspicacia i “segni dei tempi”. Insomma, secondo Socci, sembra che il presule abbia un certo timore a usare espressioni troppo assertive. Non è il solo. Nella nota teologica, il cardinale Ratzinger spiega la coincidenza tra il papa del messaggio e Wojtyla attraverso una «elegante» espressione interrogativa: «Non doveva il Santo Padre, quando dopo l’attentato del 13 maggio 1981 si fece portare il testo della terza parte del “segreto”, riconoscervi il proprio destino?». Al di là di queste annotazioni, che possono apparire semplici sottigliezze, è ovvio che, trattandosi di rivelazioni private, non siamo di fronte a contenuti di fede. È lo stesso cardinale Ratzinger a precisare, in un’intervista rilasciata il 19 maggio del 2000 a la Repubblica, che non esistono «interpretazioni obbligatorie».D’altronde basta osservare il documento ufficiale vaticano per vedere fugato ogni dubbio in proposito. Infatti, un capitolo del commento teologico s’intitola significativamente:«Un tentativo di interpretazione del “segreto” di Fatima» (Il corsivo è nostro). In ogni caso, e a prescindere da altre considerazioni, i detrattori della versione ufficiale hanno buon gioco a chiedersi: se il segreto faceva riferimento solo alle persecuzioni subite dai cristiani in questo secolo e all’attentato al Papa avvenuto nel 1981, perché attendere tanto a renderlo pubblico?
Segreti pubblici e dubbi segreti. Se l’interpretazione del segreto ha suscitato tante controversie, è ben poca cosa rispetto alle polemiche nate attorno al testo stesso. Per maggiore chiarezza, è meglio partire dall’inizio, da quando cioè a suor Lucia, nella clausura del Carmelo di Coimbra, perviene la richiesta del suo vescovo di scrivere della rivelazione. La suora redige diverse memorie di quanto ha visto e sentito in quel lontano 1917 alla Cueva de Iría: la prima è del 1935, la seconda del 1937, la terza è datata agosto 1941. In questo terzo scritto, spiega Socci, la suora «rivela le prime due parti del segreto […] fa sapere che c’è anche una“terza parte” che per ora non rivela. Alcuni mesi dopo scrive la quarta memoria (datata 8 dicembre 1941), nella quale ricopia esattamente la precedente, ma quando arriva alla fine del secondo segreto […] aggiunge una nuova frase, che non c’era nel testo dell’estate: “Em Portugal se conservará sempre o dogma da fé etc. [In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede etc.,ndr]”». Infine, nel gennaio del ’44, annoterà il cosiddetto terzo segreto. I primi due segreti, nei quali si preconizzava la Rivoluzione russa e la Seconda guerra mondiale, vennero resi pubblici negli anni Quaranta, mentre il terzo segreto, farà sapere Lucia, dovrà essere rivelato solo nel 1960.
Nel 1957, però, la Santa Sede ordina che il testo sia inviato a Roma e chiede alla suora il silenzio. Che sarà mantenuto fino al 2000, ovvero fino alla pubblicazione del documento Il messaggio di Fatima a opera della Congregazione per la dottrina della fede. I critici della versione ufficiale, infatti, hanno buon gioco a far notare una vistosa anomalia. Infatti, nel pubblicare il segreto nella sua interezza, il Vaticano non pubblica la quarta memoria, quella dell’8 dicembre 1941, l’ultima in ordine di tempo, ma la terza, quella dell’agosto 1941, aggiungendovi poi lo scritto del gennaio del ’44, dov’è annotato il terzo segreto. Terza e quarta memoria sono simili, ma nella quarta c’è quella frasetta: «In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede etc.», che nella terza non c’è. Certo, questa espressione non viene omessa del tutto, ma è riportata in una nota a margine, senza alcuna spiegazione. Sennonché proprio quella riga è al centro di grandi controversie… «È possibile che le parole della Madonna, date di persona dalla Madre di Dio, possano finire con un “etc.”?». Cosa nasconderebbe quell’etc.? I critici fanno notare come non ci sia alcun nesso logico tra questa frase e il segreto rivelato nel 2000. E che la frase monca riporta parole della Madonna, parte di un discorso diretto, mentre il segreto consiste in una visione, senza alcuna parola della stessa. Padre José dos Santos Valinho, salesiano, è il nipote di suor Lucia e con lei ha un rapporto preferenziale. In un’intervista, rilasciata poco prima della rivelazione del segreto, ha confidato: «Ritengo che quella parte di segreto riguardi la Chiesa, al suo interno. Forse difficoltà dottrinali, crisi di unità, lacerazioni, ribellioni, divisioni. L’ultima frase dello scritto della zia, che precede la parte ancora sconosciuta del segreto dice: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede”. Dopo, inizia il brano che non conosciamo. Però fa capire che il tema della parte mancante potrebbe essere legato all’ultima affermazione nota. Quindi in altre parti della Chiesa questo dogma potrebbe vacillare».
Paolo VI e suor Lucia, Fatima, 13 maggio 1967. La grande apostasia. Sul segreto di Fatima, negli anni, sono circolate le voci più disparate, tra le quali la più ricorrente era quella riguardante la perdita della fede da parte di una moltitudine di cristiani. In altre parole, la Madonna avrebbe preconizzato una grande apostasia. Solo leggende? Così sembrerebbe, alla luce della rivelazione vaticana. Il problema, però, è che tali leggende, negli anni, sono state corroborate da dichiarazioni di persone che, per la loro funzione, erano venute a conoscenza del segreto. Tosatti dedica un intero capitolo a Cinquant’anni di indiscrezioni eccellenti. Ne riportiamo qualcuna. Monsignor Alberto do Amaral, vescovo emerito di Fatima, in una conferenza del 1984, afferma: «Il segreto di Fatima non parla né di bomba atomica, né di testate nucleari […]. La perdita della fede di un continente è peggio che la distruzione di una nazione; ed è vero che la fede diminuisce continuamente in Europa. La perdita della fede cattolica nella Chiesa è ben più grave di una guerra nucleare»(dichiarazione smentita nel 1986, ma poi riconfermata nel marzo del ’95). Il cardinale Alfredo Ottaviani, in una conferenza del 1967 dice: «Io ho avuto la grazia e il dono di leggere il testo del terzo segreto. […] Vi posso dire soltanto questo: che verranno tempi molto difficili per la Chiesa e che c’è bisogno di molte preghiere perché l’apostasia non sia troppo grande». Monsignor Capovilla, segretario di Giovanni XXIII, anche lui sicuramente a conoscenza del segreto, nel 1978 risponde per iscritto a un’intervista. Alla domanda se il segreto faccia riferimento espressamente alle gerarchie ecclesiastiche, alla Russia o a una «crisi religiosa nel mondo», risponde negando le prime due ipotesi, ma nulla dice della terza. Ancora più esplicito il contenuto di una lettera del cardinale Luigi Ciappi, a lungo teologo della Casa pontificia, indirizzata al professor Baumgartner. Nella missiva, scritta nel 2000 ma pubblicata nel marzo 2002, il porporato rivela: «Nel terzo segreto viene predetto, fra le altre cose, che la grande apostasia nella Chiesa inizierà dalla sua sommità». Tutti bugiardi? E se così non è, perché non è stato pubblicato un falso? Le cose sono un po’ più complesse. In base a una serie di indizi e testimonianze concordanti, molti dei critici della versione ufficiale sono convinti che il segreto consterebbe in realtà di due parti distinte. E che quella rivelata nel 2000, scritta su quattro fogli, sarebbe solo una delle due parti e sarebbe sempre stata custodita negli archivi del Sant’Uffizio. L’altra parte, quella ancora segreta, scritta su un solo foglio, sarebbe rimasta sempre nell’appartamento dei papi. A conferma di questa ipotesi ci sarebbe anche un indizio di tipo logico. Tosatti riporta la tesi di Andrew M. Cesanek, un altro studioso che si è cimentato sul segreto di Fatima. Questi, comparando le prime due rivelazioni e quella resa pubblica nel 2000, registra come le prime due rivelazioni siano caratterizzate da una scansione del genere visione-spiegazione, mentre l’ultima è priva di spiegazione. Annota Tosatti: «Certo, è curioso che delle tre parti sia in realtà quella più bisognosa di una “guida di lettura” a mancarne».
I verbali di suor Lucia. La Santa Sede, ovviamente, non poteva mancare d’interpellare anche suor Lucia, l’ultima dei pastorinhos all’epoca ancora in vita (è morta nel febbraio 2005). A questo proposito, l’attuale segretario di Stato vaticano, cardinale Bertone, si è recato due volte a Coimbra: una prima volta il 27 aprile del 2000 e una seconda il 17 novembre 2001 (in realtà il prelato ha rivelato di aver incontrato la suora anche il 9 dicembre 2003, ma di aver approfondito vicende riguardanti Albino Luciani). Di questi due incontri abbiamo dei resoconti, qualcosa di simile a dei verbali, uno dei quali, il secondo, sottoscritto dalla stessa suor Lucia. In entrambi, in effetti, esce avvalorata la linea del Vaticano: anche per la suora il segreto sarebbe stato rivelato nella sua interezza e la scena del papa ucciso rappresenterebbe l’attentato del 1981. Ma questi “verbali”, frutto di ore di conversazione, secondo i critici, sarebbero eccessivamente sintetici, al limite della laconicità e davvero troppo generici. Per brevità riportiamo solo l’osservazione di padre Paul Kramer, contenuta nel libro di Socci, il quale ha calcolato che dal secondo colloquio, durato circa due ore, il cardinale Bertone «è riuscito a ricavare solo quarantadue parole importanti (quarantadue) da attribuire tra virgolette alla suora». E, sempre a proposito di questo secondo verbale, Socci, premettendo che la suora parla solo portoghese, si domanda: «Perché dunque non esiste un testo in portoghese? E se esiste e – come appare ovvio – suor Lucia ha firmato solo quello, perché il testo in portoghese non è stato pubblicato? E perché la versione in inglese non ha la firma della suora?». Né è valso a fugare i dubbi il libro che la suora ha pubblicato poco prima di morire, Gli Appelli del Messaggio di Fatima, nel quale l’autrice evita di addentrarsi in questioni riguardanti il segreto. Di questo libro, però, Tosatti segnala una frase particolarmente significativa: «Lascio interamente alla Santa Chiesa la libertà di interpretare il senso del messaggio perché le appartiene e le compete; perciò umilmente e volentieri mi sottometto a tutto ciò che essa dirà o vorrà correggere, modificare o dichiarare». In effetti, colpisce che la suora abbia usato verbi come«modificare» e «correggere».
Giovanni Paolo II a Fatima, in occasione della beatificazione di Giacinta e Francesco Marto, il 13 maggio 2000. Poco dopo l’uscita del libro di Tosatti, la Rizzoli ha pubblicato un altro volume su Fatima, questa volta un libro-intervista col cardinale Bertone, a cura del vaticanista Giuseppe De Carli. Nel volume, il porporato ribadisce la versione ufficiale, arricchendola di particolari inediti, ma evita di rispondere alle domande sollevate dai critici. Per parte nostra, ci limitiamo a evidenziare un passaggio del libro di De Carli che, in un lettore ordinario, potrebbe far sorgere ulteriori domande. Il cardinale Bertone è interpellato sul rapporto tra Fatima e Albino Luciani. La questione è nota: l’allora patriarca di Venezia, poco prima di essere eletto Papa, andò a far visita a suor Lucia. Questa, è stato ipotizzato da alcuni, gli avrebbe profetizzato il pontificato e la morte a breve. Il cardinale Bertone risponde negando che la suora abbia mai fatto una simile profezia. E, a tale proposito, produce uno scritto dello stesso Luciani, datato gennaio ’78, nel quale si riporta sinteticamente il contenuto del colloquio. Suor Lucia, annota il patriarca di Venezia, gli aveva parlato della necessità di avere «cristiani e specialmente seminaristi, novizi e novizie decisi sul serio a essere di Dio senza riserve» e via dicendo. Poi Luciani, dopo aver raccontato di aver chiesto della danza del sole (spettacolare miracolo di Fatima), s’interroga: «[…] qualcuno chiederà: un cardinale s’interessa di rivelazioni private?». Sì, risponde, spiegando che il «Vangelo contiene tutto», ma che ai cristiani è necessario anche «scrutare i segni dei tempi». «E, dietro al segno, è opportuno badare alle cose sottolineate da quel segno. Quali?», si chiede ancora con quel suo stile semplice e lineare. Ed elenca le quattro cose che, a suo dire, sono state indicate dalla Madonna in quel lontano 1917, spiegandole una a una: pentirsi, pregare, recitare il rosario e, da ultimo, tenere a mente che l’inferno esiste. Nelle righe che il patriarca dedica alla preghiera, però, c’è un accenno che colpisce. Luciani annota la difficoltà che questa pratica incontra presso i suoi contemporanei. E conclude: «Non sono io, ma Karl Rahner che ha scritto: “È in atto anche all’interno della Chiesa un impegno esclusivo dell’uomo per le realtà temporali, che non è più una scelta legittima, ma apostasia e caduta totale della fede”». Apostasia? Insomma, nonostante il disvelamento del 2000, sul segreto di Fatima continua ad aleggiare un alone di mistero. Parola densa di enigmi minacciosi, per tanti. Non così per il semplice fedele, al quale invece appare carica di conforto e di speranza, laddove la parola mistero scandisce e accompagna la recita del rosario. Una preghiera che, proprio in quel luogo, si è arricchita di quella giaculatoria di dolce misericordia che la Madonna ha voluto consegnare ai tre fanciulli e, attraverso loro, alla Chiesa tutta. Ed è proprio per questo, crediamo, che l’apparizione di Fatima, negli anni, si è fatta cara al popolo cristiano. La distruzione di metà del mondo è una cosa spaventosa, a dir poco – Sarebbe la più grave catastrofe sin dai tempi del diluvio universale. Eppure non è l’aspetto più terrificante del castigo predetto nel Segreto. Assai peggiore è il castigo spirituale contenuto nel Terzo Segreto.
La seconda parte del Segreto ci avverte già della persecuzione della Chiesa e del Santo Padre. Il 13 luglio 1917, la Madonna di Fatima ci avvertì che: Se le Mie richieste verranno esaudite, la Russia sarà convertita, e vi sarà la pace. Altrimenti, la Russia diffonderà i suoi errori in tutto il mondo, causando guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni verranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, e molte nazioni verranno annientate. “Dio“, disse la Madonna, “sta per punire il mondo per i suoi crimini, per mezzo di guerre, carestie, persecuzioni contro la Chiesa ed il Santo Padre.” La persecuzione della chiesa di cui si parla è diversa da qualsiasi altra avvenuta nella storia dell’umanità. Ciò che sembra impossibile, avverrà, ed è predetto nella parte non pubblicata del Terzo Segreto e nelle Sacre Scritture. Nella sua lettera al professor Baumgartner, il Cardinale Mario Luigi Ciappi rivelò che: “Nel Terzo Segreto viene predetta, tra le altre cose, che la grande apostasia nella Chiesa inizierà dal suo vertice”. Questo corrisponde a ciò che è rivelato nel Libro delle Lamentazioni: “Non credevano i re della terra e tutti gli abitanti del mondo che l’avversario e il nemico sarebbero penetrati entro le porte di Gerusalemme”. Nel 1998, Padre Malachi Martin, ora purtroppo deceduto, affermò durante la trasmissione Art Bell Show che gli era stato fatto leggere il Terzo Segreto di Fatima all’inizio del 1960, mentre era segretario del Cardinale Bea. Padre Martin affermò che il testo era contenuto su di un unico foglio di carta, che le parole della Madonna erano assai asciutte e precise e riguardavano un prossimo “papa” – un impostore che avrebbe usurpato il soglio pontificio sotto il controllo del demonio. Per questo, il Terzo Segreto di Fatima rivelerebbe il “mistero dell’iniquità” (2 Tess. 2,7): la Chiesa Cattolica “contraffatta” – la contro-chiesa, l’anti-Chiesa – il mistero del drago, la cui coda avrebbe spazzato via un terzo delle stelle del cielo , ovvero un terzo della gerarchia Cattolica sotto la guida di un antipapa eretico. E’ questo che Papa Giovanni Paolo II rivelò criticamente, nel suo discorso relativo alla rivelazione del Terzo Segreto il 13 maggio 2000: “Il messaggio di Fatima è un appello alla conversione, che mette in guardia l’umanità affinché non faccia il gioco del “drago”, il quale con la “coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra” (Ap. 12, 4).
I Cattolici non saranno i benvenuti nella Civiltà dell’Amore: l’esclusivismo dei loro dogmi (quali extra Ecclesiam nulla salus, ovvero “fuori dalla Chiesa non vi è salvezza”) li renderanno sospetti e considerati alla stregua di “fanatici” e “terroristi” – una vera e propria minaccia all’unità ecumenica e alla “pace” del Nuovo Ordine Mondiale. Per questo, la vera Chiesa Cattolica verrà trattata come un’organizzazione criminale, e come una minaccia alla pace mondiale. Lo status della Chiesa sarà allora lo stesso che all’epoca delle persecuzioni nell’antica Roma, quando la Chiesa veniva vista come un’organizzazione sovversiva e criminale. Vi saranno leggi penali promulgate per punire i praticanti delle forme di religione “pre conciliari” e ormai “fuori moda” che minacciano la “pace mondiale”(l’ordine ecumenico e neo-pagano della Civiltà dell’Amore) per il loro attaccamento settario all’esclusivismo dogmatico, il quale (viene già considerato tale!) porta a persecuzioni inquisitorie, alle guerre di religione, alle crociate.
Verrà offerta un alternativa ai Cattolici, per evitare le spiacevolezze della persecuzione e del martirio. La vasta maggioranza sarà stata conquistata dall’inganno e diverrà apostata. Così come accade oggi in Cina, gli verrà concesso il loro Latino, il loro incenso, la loro “Messa”, etc. – ma solo a condizione che essi siano in comunione con la Chiesa ufficiale – ovvero con ciò che sarà diventata la Roma apostata. Gli verrà imposto di rimanere fedeli al papa impostore la cui chiesa contraffatta sarà in comunione con la Grande Chiesa Ecumenica che unirà tutte le religioni. Coloro che avranno la grazia e la forza di continuare a professare la loro Fede Cattolica si rifiuteranno di abbandonare la vera Chiesa tradizionale Cattolica. Per questo rifiuto essi verranno trattati come fanatici irrecuperabili e scismatici ostinati. Verranno universalmente disprezzati come nemici della Civiltà dell’Amore, e verranno considerati responsabili del fallimento del Nuovo Ordine Mondiale nel raggiungere la pace universale, l’amore, l’unità e l’armonia. Il loro fato è descritto nella visione del Terzo Segreto: il Papa, il clero ed i fedeli cattolici verranno sistematicamente cacciati e brutalmente sterminati per il loro rifiuto ad abbracciare la falsa religione.
La Chiesa Cattolica, ovviamente, non sarà la causa del fallimento di questa Civiltà dell’Amore. Verrà percepita così dalle nazioni apostate ed infide perché la Fede della Chiesa costituirà la testimonianza contro l’assenza di Dio del Nuovo Ordine Mondiale. Proprio perché gli apostati saranno privati della luce della Fede e dei doni dello Spirito Santo, essi, accecati dal loro intelletto oscurato, non riusciranno ad afferrare la verità insegnata da Sant’Agostino, ovvero che la Città dell’uomo senza Dio non può avere la pace perché è senza fede e perversa nella sua ribellione contro Dio, e pertanto attira su di sé l’ira di Dio.
a cura di Ornella Felici
il 3 secreto è scritto sulla croce di Gesù visibile a tutti x questo mai compreso guardare la croce significa affido Signore tutto il mio malessere io mi sforzo di capire sconvolgere la verità ma mi inchino difronte a Dio il più umile degli umili vagito di un bimbo Agnello di Dio che togli i peccati del mondo e cosi sia “la nostra presunzione e tale da non vedere ciò che si è sempre fatto vedere con il nome di AMORE”
Un articolo molto bello. Grazie.
Per Mariam ad Iesum
io spero di sbagliarmi tantissimo….. ma se rileggo il 3° segreto di fatima io vedo un immagine……… Francesco si e presentato come il vescovo di roma e non come papa, e se non sbaglio lui si presenta sempre con tuniche bianche. la prossima visita al Sacrario di Redipuglia, chiude il cerchio….un monte con in cima una croce, il Santo padre risalirà il monte fino alla croce, e nel risalire lo stesso attraversera le tombe degli oltre 100000 morti martiri della I guerra mondiale…
giuseppe, sinceramente pensiamo che ti sbagli di gran lunga. comunque abbiamo approvato il tuo commento. santa giornata e preghiamo per il Santo Padre!
lungi da me dal fare il profeta o fare allarmismi inutili……cmq oggi ho scoperto che il colle difronte il sacrario di Redipuglia si chiama Colle Sant’Elia.
Come il profeta Elia…..Caspita che coincidenza.
sicuro che basti fare un po di ricerche e di coincidenze ne troviamo mille.