Da qualche tempo don Bosco usava le più delicate cure per un ragazzo dell’Oratorio che, a dispetto di tutto, si manteneva chiuso e si dimostrava ritroso ed ostinato.
Il Santo ricorse allora ad uno stratagemma. Preso un foglietto di carta, vi scrisse sopra queste parole: « E se morissi stanotte? », e andò a deporlo tra il lenzuolo e il guanciale di quel poveretto.
Venuta la sera, tutti vanno a dormire, ed anche il nostro giovane si sveste e fa per mettersi a letto. Ma gli salta agli occhi quel foglio.
– Oh! Che sarà mai?
Lo prende, lo legge e lo rilegge: « E se morissi stanotte? Don Bosco ».
– Ma don Bosco è un Santo… conosce l’avvenire… chissà che non debba essere così?! E se morissi davvero?!… Ma io non voglio morire… no!…
Intanto si corica, si copre per bene, e tenta di addormentarsi. Ma che!… addormentarsi in quello stato? Con quelle parole che lo pungono come acuta spina? È impossibile!
Si volta e rivolta, e chiude stretti gli occhi: tutto inutile. Sente più vivo il suono di quelle parole; gli par di vedere realmente lì, dinanzi a sé, la morte, il Divin Giudice, l’inferno. Un brivido l’assale, e, tutto in un sudore, esclama: – Povero me! ma io non voglio andare all’inferno; voglio confessarmi.
Si raccomanda alla Madonna, si alza, si veste pian piano, discende le scale, attraversa i corridoi, sale alla stanza di don Bosco, e picchia.
Il Santo, che l’attendeva, apre e lo introduce dicendogli: – Oh, se sapessi quanto di cuore ti ho atteso! Fatta la sua confessione dolorosa e sincera, se ne ritornò tranquillo e felice a letto.
di Redazione Papaboys