Tutto nasce da un video registrato da Ollie Gillman per il Daily Mail Australia. Ecco alcune parole: “Il marito picchia la moglie perché la ama: è quasi una conseguenza naturale. Non lo fa per odio o rabbia, ma per seguire i comandamenti di Allah. Il marito non picchia subito. Prima ammonisce la moglie, rifiuta di dormire con lei e qualsiasi intimità. Se non funziona, la può colpire. È una bellissima benedizione”.
La vera cattiva notizia, però, è che nel mondo musulmano non esiste un’autorità riconosciuta da tutti che smentisca questa follia. Nessuno che possa dire a nome di tutti i credenti in Allah che l’Islam non deve essere identificato con la violenza. Lo ha detto diverse volte il Papa ma, ovviamente, non è la stessa cosa. Se oggi, venerdì santo, un gruppetto di fanatici dicesse che per essere bravi cristiani bisogna farsi materialmente inchiodare ad una croce, nessuno penserebbe che tale affermazione è vera. Eresie del genere sono circolate tra i cristiani di altri secoli ma, appunto, sono state condannate. Il fenomeno dell’estremismo, del radicalismo, del fondamentalismo, esiste in ogni appartenenza. Anche per questo è necessario un’autorità che moderi, che governi, che conduca e che custodisca. Per i cattolici esiste la figura del romano pontefice, per i musulmani c’era quella simile del califfo. So bene che il paragone non è del tutto appropriato ma la faccio perché l’occidente ha serie responsabilità sulla sua cessazione. Sto pensando al 1924 quando il califfato ottomano che, con tutti i limiti, era un titolo meramente spirituale, distinto da quello politico e militare del “sultanato”, dovette cessare.
La vera notizia di una notizia come questa è la mancanza di un’autorità che la smentisca. Perché, che c’è da scrivere del resto? Come si può arrivare a ritenere che essere picchiate dai propri mariti sia una benedizione? Non ci sono parole per rispondere a una tale follia che non ha nulla a che fare con l’Islam vero e neppure con Dio. Il fondamentalismo è terribile perché riesce a convincere anche le sue vittime che sia giusto così. In fondo quante donne picchiate, maltrattate, perseguitate da mariti e fidanzati, pensano che lui lo fa perché le ama? Che è solo nervoso o geloso? Che prima o poi cambierà? Che in fondo aveva ragione lui perché quella risposta era stata proprio di troppo e che la gonna forse era davvero troppo corta? Chi è vittima di violenza pensa sempre di essere in errore e che sarebbe meglio sparire. La notizia vera è che possiamo rispondere alla violenza solo con la cura, l’interesse e la cultura. Con l’integrazione che crea aiuto, dignità e relazione.
Di Don Mauro Leonardi
Articolo tratto da IlFaroDiRoma
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