San Francesco e Federico II di Svevia avevano rispettivamente 38 e 26 anni quando, nel 1220 si incontrarono in una cella del castello di Barletta, capitale politica del regno Svevo. Queste e altre vicende storiche sono raccolte nel libro “Federico II e San Francesco – tra dialoghi e identità” del prof. Nicola Palmitessa. Sullo sfondo Barletta nel XIII secolo, crocevia ordini religiosi, sede di ordini cavallereschi, porto per la Terra Santa, capitale politica, commerciale e culturale della Puglia, al contrario di oggi.
Poniamo qualche domanda al prof. Nicola Palmitessa.
Nel libro si narra di stragi contro ordini religiosi, su ordine di Federico II. Per quale motivo?
«Le cronache dell’epoca ne parlano, le stragi furono sistematiche, dopo la scomunica del Papa ai danni di Federico II, che non volle partecipare alla crociata. Ad esempio, Federico ordinò l’affondamento di una nave di pellegrini diretti a Roma, al largo delle coste toscane. Gli omicidi continuarono ai danni di semplici nunzi apostolici del Papa, che portavano lettere indirizzate a Federico».
Per quale motivo San Francesco arrivò a Barletta?
«Francesco era di ritorno dalla quinta Crociata, dove si era recato per predicare. Sbarcò a Barletta, che a quel tempo era crocevia e porta per l’Oriente».
Cosa fece, durante il suo soggiorno a Barletta?
Come fu catturato San Francesco?
«Fu catturato a causa di una delle tante spie imperiali, che ascoltò una sua predica».
Dove fu imprigionato?
«Fu imprigionato presso la Curia Imperiale, ovvero nella zona normanno-sveva del castello di Barletta».
Cosa successe, durante la prigionia?
«Su ordine di Federico II, Francesco fu sottoposto a delle prove tentatrici, per verificare la sua sincera devozione a Dio: gli furono offerte cene e libagioni abbondanti, lui resistette. Notte tempo, mandarono una prostituta nella sua cella, col risultato che la meretrice si convertì».
Alla fine, Federico II e San Francesco si incontrarono. Cosa si dissero?
«Dopo averlo sottoposto a queste prove, Federico incontrò Francesco e prese atto di avere al suo cospetto un uomo di Dio. Riguardo ciò che si dissero, lasciamo un alone di mistero per i lettori del libro».
Redazione Papaboys (Fonte www.barlettaviva.it/TOMMASO FRANCAVILLA)
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