Ci preoccupiamo anche di sapere quanto potere hanno gli altri, o di sapere da dove deriva il loro potere. Agiscono in un modo o nell’altro in base al potere che hanno.
A volte ci interessano di più le persone che hanno potere, influenza, quelle che ci aprono porte e ci facilitano la vita. Il potere è sempre tentatore. Il potere dell’informazione. Il potere di decidere. Il potere di opinare. Il potere delle influenze. Il potere del denaro. Il potere della violenza. Il potere della forza.
La sua fonte di potere è la sua impotenza. Gesù si mette dalla parte di quanti non possono fare nulla. Leggevo qualche giorno fa: “Si mette dalla parte di coloro che soffrono e contro il male, perché il regno di Dio consiste nel liberare tutti da quello che impedisce loro di vivere in modo degno e felice. Se Dio viene a ‘regnare’, non è per manifestare il suo potere al di sopra di tutti, ma per manifestare la propria bontà e renderla efficace”.
Gesù serve. Il suo potere è sempre il servizio. Il pastore che serve e dà la vita per amore. Gesù ha il potere di dare la vita. Mi colpisce questo potere. Non è il potere di salvare la sua vita in pericolo. Non è il potere che avrebbe potuto aprirgli le porte tra i farisei. Non è il potere di salvare tutti con miracoli, di curare tutte le malattie.
Gesù si mostra debole. La sua impotenza ci sconcerta. Il suo potere dal punto di vista umano è debolezza. Il buon pastore è debole. Non è il pastore che annichila i lupi. È il pastore che rafforza le pecore perché resistano in mezzo ai lupi. Il pastore che educa a pacificare in mezzo alla violenza.
Abbiamo il potere di conservare la vita o di perderla. Di donarla per amore o di sprecarla. Possiamo fare tante cose per gli altri o restare senza niente. Possiamo amare e possiamo anche odiare.
In realtà possiamo vivere con senso o lasciare che la vita ci sfugga senza alcuna speranza. Possiamo vivere davvero, con passione, o conformarci a una vita grigia.
L’altro giorno ho accompagnato una persona sul letto di morte. Era una donna che avevo conosciuto anni fa ed era malata di cancro. Mi hanno sempre colpito il suo sorriso, il suo sguardo, la purezza dei suoi occhi. Anche sul punto di morire mi guardava con un sorriso.
Dentro di lei non funzionava più niente. Solo il cuore, gli occhi, la voce, il sorriso. Questo sì. Guardava con gli occhi di Dio. Parlava della bellezza della sua vita. Rendeva grazie a Dio tra molti dolori.
La sua fede mi ha commosso. Il suo sguardo pieno di luce. È sicuro, la fede ci salva. Mi hanno colpito molto la sua voce, la sua allegria, la sua speranza.
Aveva il potere di dare la vita. Nessuno gliela toglieva. Ella la dava, la restituiva a Colui che dà senso alla vita. Abbracciava i suoi. Abbracciava Dio. È lo stesso potere di Gesù. Il potere di saper vivere e morire, amare e dare la vita.
Vorrei vivere così, e così vorrei morire un giorno. Con quello stesso potere. Dall’impotenza, l’unico potere che non perdiamo mai è quello di vivere con passione, con dignità. Quando quel potere è stato presente nel nostro cuore per tutta la vita, non si perde sul letto di morte.
Di Padre Carlos Padilla per Aleteia
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