La profezia del santo vecchio Simeone. Nell’occasione che il padre legale e la madre vera di Gesù condussero il Bambino a Gerusalemme per eseguire condussero prescritto della legge a suo riguardo, prima o dopo il compimento del rito, mentre Maria se lo recava in braccio con tenerezza ineffabile, ecco sopraggiungere un venerando vegliardo di nome Simeone. Cestui era un giusto e timorato di Dio, che sospirava la consolazione di Israele, e lo Spirito Santo era in lui.
E dallo Spirito Santo aveva avuto l’oracolo, che non sarebbe morto prima di aver veduto il Cristo del Signore. E mosso dallo stesso Spirito venne al tempio, e chiese a Maria che gli concedesse di pigliare in braccio il Bambinello. Lo ebbe, lo strinse affettuosamente, lo baciò, si profuse con sospiri e lacrime in ringraziamenti a Dio, che gli accordava tanto favore, cantò il suo Nunc dimittis, e mentre Giuseppe e Maria ammiravano estasiati tanto fervore di fede, il santo Vegliardo con gli occhi velati dalla commozione, si congratulò con loro, e rivolgendo in particolare a Maria la sua parola, disse: Ecco che questo Bambino è posto per ruina e per resurrezione di molti in Israele, e per segno di contradizione e l’anima tua stessa sarà trapassata da una spada, affinchè restino disvelati i pensieri di molti cuori.
Sarà la causa di salute per moltissimi altri. Sarà un bersaglio posto in alto perchè sia contraddetto. Una spada trapasserà anche l’anima di Maria; María avrà larga parte nei patimenti di Gesù!
Fermiamoci qui, e riflettiamo alla impressione dolorosa che quesa profezia deve aver fatto nell’animo della Vergine in quel momento. Premettiamo pure che Maria non era affatto ignara della sorte penosa che le riservava Dio chiamandola alla dignità di sua Madre; che anzi vi si veniva preparando con tutta la generosità dell’eroico animo suo; che in realtà dalla sua Annunziazione sino ad oggi già sorbiva sorso a sorso l’amaro calice della sua passione; pur tuttavia al sentirsela così chiaramente ed acerbamente annunziare, si dovette sentire passare il cuore da una fredda lama. Anche l’Apostolo delle genti sapeva che a Gerusalemme lo aspettavano catene e tribolazioni, ma quando se le intese annunziare apertamento da Agabo profeta, gridò come ferito: Che fate, amareggiando così l’anima mia?. Chi può farsi un’idea della ferita profonda ed acerba che il cuore di Maria ricevette all’annunzio di quella spada? Si ha un bel dire, che le sciagure previste meno contristano.
Il fatto si è che tutta l’amarezza del dolore si prova quando la sciagura ci è presente. Maria in quel momento di austere, ma profonde gioie, dopo ammirate le effusioni divine del santo Vecchio, dopo ricevute le sue congratulazioni, sente dirsi asseverantemente che anche lei avrà l’animo trapassato da una spada!
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Non è una spada materiale, chè così sarebbe meno penetrante; è una spada che trapasserà l’animo, perciò più lacerante che qualunque ferita corporale. « E perciò qui si mostra la prudenza di Maria, non ignara del mistero celeste, ma consapevole che la parola di Dio è più penetrante, più acuta di ogni spada a due tagli, penetrante sino a ricercare l’anima e lo spirito, gli arti, le midolle, la compagine del cuore ». Misura, anima mia, il dolore della Vergine in questa occasione, e pensa che ella pur tanto soffrendo, non si sgomenta, non impreca la sorte nemica, come facciamo noi ordinariamente, senza pensare a quel che diciamo. Ella ripete anche qui quel suo ineffabile « Fiat rnihi secund’um verbum tuum » Compatiscila si nel suo dolore, ma più studiosamente cerca d’imitarla, rassegnandoti a tutte le vicende della vita per quanto amare. Impetratemi, Addolorata Maria, questa grazia, che mi è di assoluta necessità, se vo. glio salvarmi! Mi rassegnerò in tutto e per tutto ai divini voleri, e per amor di Dio sopporterò senza impazienza o lamenti il travaglio che presentemente più, mi afflige.
AVE MARIA ALL’ADDOLORATA
Ave Maria, piena di dolori,
Gesù Crocifisso è con Te.
Tu sei degna di compassione fra tutte le donne
e degno di compassione è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Gesù Crocifisso,
ottieni a noi, crocifissori del Figlio tuo,
lacrime di sincero pentimento,
adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
CONSACRAZIONE
Salve, Maria, Regina dei dolori, Madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra. Ascolta ancora la voce di Gesù, che dall’alto della Croce, morente, ti dice: “Ecco il tuo figlio!”. Volgi il tuo sguardo a noi, che siamo tuoi figli, esposti alla tentazione e alla prova, alle tristezze e ai dolori, alle angosce e agli sbandamenti. Ti prendiamo con noi, Mamma dolcissima, come Giovanni, perché tu sia guida vigile e amorosa delle nostre anime. A te ci consacriamo perché tu ci conduca a Gesù Salvatore. Siamo fiduciosi nel tuo amore; non guardare alla nostra miseria, ma al sangue del tuo divin Figlio Crocifisso che ci ha redenti e ottienici il perdono delle colpe. Rendici degni figli, cristiani autentici, testimoni di Cristo, apostoli dell’amore nel mondo. Donaci un cuore grande, pronto a donare e a donarsi. Rendici strumenti di pace, di concordia, di unità e di fraternità.
Vergine Addolorata guarda con bontà il vicario in terra del tuo Figlio, il Papa: sostienilo, confortalo, conservalo al bene della Chiesa. Custodisci e proteggi i vescovi, i sacerdoti e le anime consacrate. Suscita nuove e generose vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa.
Maria, vedi le nostre famiglie, così piene di problemi, prive di pace e serenità. Consola i fratelli sofferenti, gli ammalati, i lontani, gli sfiduciati, i disoccupati, i disperati. Ai bimbi la tua carezza materna, che li preservi dal male, li faccia crescere forti, generosi e sani nell’anima e nel corpo. Veglia sui giovani, fa che le loro anime siano limpide, il loro sorriso senza malizia, la loro giovinezza sia irradiata da entusiasmo, da ardore, da grandi desideri e da splendide realizzazioni. Ai genitori e agli anziani il tuo aiuto e il tuo conforto, Maria, preludio del cielo e certezza di vita.
Guardandoti Addolorata, ai piedi della Croce, ci sentiamo aprire il cuore alla confidenza più grande e ci infondiamo coraggio a esprimerti i desideri più nascosti, le implorazioni più insistenti, le richieste più ardue. Nessun altro meglio di Te può comprenderci, nessuno, lo crediamo, è disposto ad aiutarci e nessuno ha una preghiera più potente della tua. Perciò ascoltaci quando ti invochiamo, o potente per grazia presso Dio. Guarda i nostri cuori, sono pieni di ferite; guarda le nostra mani, sono piene di richieste. Non disdegnarci, ma aiutaci a sanare le molte ferite del cuore e a saper chiedere solo ciò che è giusto e santo. Ti amiamo e oggi e sempre siamo tuoi Madre SS. Addolorata.
Ester Festi
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