« Il pane degli angeli
diventa pane degli uomini;
il pane del cielo
dà fine a tutte le prefigurazioni:
qual meraviglia!
il servo povero e umile
mangia il Signore.
Chiediamo a Te,
Dio uno e trino,
di visitarci,
come noi Ti adoriamo.
Per le Tue vie
portaci dove tendiamo,
alla luce in cui tu abiti.
Amen. »
San Tommaso d’Aquino, Sacris Solemniis (strofe 6-7)
Il Lauda Sion Salvatorem è una preghiera della tradizione cristiana cattolica, costituita da 24 strofe. In esse, dopo la lode all’Eucaristia, viene espresso il dogma della transustanziazione e spiegata la presenza completa di Cristo in ogni specie.
L’autore è San Tommaso d’Aquino, che la compose attorno al 1264, su richiesta di Papa Urbano IV quando questi stabilì la festa del Corpus Domini per tutta la Chiesa. Nel 1679 la paternità dell’Aquinate fu posta in dubbio dai Gesuiti, che generarono un’accesa discussione coi Domenicani, i quali citavano la testimonianza di Tolomeo da Lucca, un contemporaneo di Tommaso.
Viene codificata dalla liturgia come una sequenza, una delle cinque conservatesi dopo la drastica riduzione voluta dal Concilio di Trento. Ne sono state tramandate più versioni, unificate solo nel Missale Romanum del 1570.
Trattando il tema eucaristico, trova la sua collocazione naturale nella messa della solennità del Corpus Domini e del Giovedì Santo (Messa in Coena Domini).
È ritenuta tra i vertici della poesia religiosa di ogni tempo, per profondità dottrinale e sapienza estetica. Alcuni versi richiamano, quanto al contenuto ed alle espressioni utilizzate, l’inno Pange Lingua.
Il Lauda Sion è stato tradotto in musica da molti compositori, fra cui Orlando di Lasso, Giovanni Pierluigi da Palestrina e Felix Mendelssohn.
Signore Gesù, credo che sei nell’Eucaristia, vivo e vero. Tutto ciò che fa di Te una Persona, il Figlio dell’uomo ed il Figlio di Dio, tutto è presente. Credo che sei presente Tu, nato a Betlemme dalla Vergine, crocifisso sul Calvario, risorto il terzo giorno ed ora nella gloria alla destra del Padre.
La tua Presenza, Signore, è misteriosa e invisibile; se anche non vedo nulla, se anche non sento nulla, credo fermamente , o Signore, che Tu sei realmente presente, perché Tu l’hai detto! Quando sei venuto in mezzo a noi, in terra di Palestina, nascosta era la tua divinità, evidente la tua umanità. Ora nel mistero eucaristico, velata rimane anche la tua umanità. Questo esige fede grande, questo reclama fede viva. Signore, accresci la mia fede, Signore donami una fede che ama.
Tu che mi vedi, Tu che mi ascolti, Tu che mi parli, illumina la mia mente perché creda di più; riscalda il mio cuore perché ti ami di più! La tua Presenza, mirabile e sublime, mi attragga, mi afferri, mi conquisti. In ginocchio professo la mia fede in Te: “Signore mio e mio Dio”!
.
O Verbo annichilito nell’Incarnazione, più annichilito ancora nell’Eucaristia,
vi adoriamo sotto i veli che nascondono la vostra divinità
e la vostra umanità nell’adorabile Sacramento.
In questo stato dunque vi ha ridotto il vostro amore!
Sacrificio perpetuo, vittima continuamente immolata per noi,
Ostia di lode, di ringraziamento, di propiziazione!
Gesù nostro mediatore, fedele compagno, dolce amico,
medico caritatevole, tenero consolatore, pane vivo disceso dal cielo,
cibo delle anime. Voi siete il tutto per i vostri figli!
A tant’amore però molti non corrispondono che con la bestemmia
e con le profanazioni; molti con l’indifferenza e la tiepidezza,
ben pochi con gratitudine ed amore.
Perdono, o Gesù, per quelli che vi oltraggiano!
Perdono per la moltitudine degli indifferenti e degli ingrati!
Perdono altresì per l’incostanza, l’imperfezione,
la fiacchezza di quelli che vi amano!
Gradite il loro amore quantunque languido, ed accendetelo di più ogni dì;
illuminate le anime che non vi conoscono ed ammollite la durezza dei cuori
che vi resistono. Fatevi amare sulla terra, o Dio nascosto;
lasciatevi vedere e possedere nel Cielo! Amen.
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