I curdi accusano Erdogan di aver usato napalm e fosforo bianco nella guerra al confine siriano. Ankara nega. La domanda disperata del piccolo ricoverato nell’ospedale di Hasakak non trova risposta nelle dispute ma si deposita nelle nostre coscienze
. A riportare la notizia e postare la foto è il quotidiano ‘Repubblica’ nel servizio di Gianluca di Feo.Il suo sguardo spiega tutto. Non servono parole. Quegli occhi raccontano la disperazione di una sofferenza troppo grande per essere compresa da chi è così piccolo. E ci chiedono una sola cosa: perché?
Gli occhi di quel bambino curdo ricoverato nell’ospedale di Hasakak sono l’unico elemento intatto di un volto corroso. La pelle è stata portata via, cancellata da uno dei bombardamenti turchi sulla cittadina siriana di Rais al-Ayn, che i curdi chiamano Sari Kani. “Abbiamo molta paura che lì stiano usando armi proibite.
Le ferite che curiamo non sono per niente normali”, ha dichiarato il dottor Manal Mohammed, responsabile della sanità nel Rojava. Ha puntato il dito sulla presenza nell’arsenale di Ankara di ordigni al napalm e al fosforo bianco, capaci di incidere piaghe del genere.
Il governo turco ha subito respinto le accuse, negando l’impiego di armi proibite dalle convenzioni internazionali.
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