Papa Francesco celebrerà la Santa Messa in occasione del 50º anniversario della prima Messa in lingua italiana e del 75º anniversario della morte di San Luigi Orione. Fu Paolo VI che, in questa stessa chiesa e nello stesso giorno del 1965, diede inizio alla grande riforma liturgica del Concilio Vaticano II celebrando la prima Messa in italiano.
Fu la prima, concreta svolta dettata dal Concilio Vaticano II: la celebrazione della Messa non più in latino ma nelle lingue parlate, frutto della riforma liturgica disposta con la costituzione «Sacrosanctum Concilium». Esattamente 50 anni fa, il 7 marzo 1965, Paolo VI scelse di recarsi in una semplice parrocchia romana, quella di Ognissanti, in via Appia Nuova, per la prima celebrazione eucaristica in italiano e con il sacerdote rivolto al popolo. La nuova liturgia fu una scelta quasi unanime dei padri conciliari (2158 voti a favore e 19 contrari) con l’obiettivo di consentire una partecipazione dei fedeli «piena, attiva e consapevole», anche se poi non sono mancati incomprensioni e abusi che in qualche caso hanno svilito l’atto di culto più importante della Chiesa, la Messa, «centro e radice» della vita cristiana. Papa Francesco ha deciso di ricordare questo anniversario così significativo celebrando l’Eucarestia nella stessa parrocchia, con la stessa pisside, lo stesso leggio per il messale e gli stessi candelabri usati dal beato Papa Paolo VI nel ’65; anche le intenzioni della preghiera dei fedeli saranno le stesse di allora.
«Si inaugura oggi – disse Paolo VI durante l’omelia – la nuova forma della Liturgia in tutte le parrocchie e chiese del mondo, per tutte le Messe seguite dal popolo. È un grande avvenimento, che si dovrà ricordare come principio di rigogliosa vita spirituale, come un impegno nuovo nel corrispondere al grande dialogo tra Dio e l’uomo». Benedetto XVI, durante il suo ultimo incontro con il clero romano, pochi giorni dopo l’annuncio della sua rinuncia, parlò proprio del Concilio e ricordò che la riforma liturgica, già iniziata da Pio XII con la Settimana Santa, fu la prima discussa dai padri. «Dopo la Prima Guerra Mondiale – ricordava il Papa emerito – era cresciuto il movimento liturgico, una riscoperta della ricchezza e profondità della liturgia, che era finora quasi chiusa nel Messale Romano del sacerdote, mentre la gente pregava con propri libri di preghiera, i quali erano fatti secondo il cuore della gente, così che si cercava di tradurre i contenuti alti, il linguaggio alto, della liturgia classica in parole più emozionali, più vicine al cuore del popolo. Ma erano quasi due liturgie parallele». E proseguiva dicendo che «trovo adesso, retrospettivamente, che è stato molto buono cominciare con la liturgia, così appare il primato di Dio, il primato dell’adorazione».
«La visita di Papa Francesco – spiega una nota del Vicariato – coinciderà anche con il 75° anniversario dalla morte di san Luigi Orione al quale venne affidata la parrocchia di via Appia da san Pio X nel 1908, in una zona allora caratterizzata da grandi necessità materiali e spirituali». Sono attese almeno 5.000 persone per la visita del Papa che inizierà alle 17.45. In prima fila i disabili delle case dell’Opera Don Orione e le 20 donne senza fissa dimora ospitate dal Centro di Accoglienza della parrocchia. Nel cortile dell’Istituto San Filippo sarà allestito un maxischermo. La Santa Messa avrà inizio alle 18; accanto al Papa ci saranno il cardinale vicario Agostino Vallini e il cardinale Walter Kasper, titolare della chiesa di Ognissanti.
Domenica, dalle 16, Papa Francesco visiterà invece la parrocchia di Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca. di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys
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