Hubert Liebherr è l’unico erede della ditta Liebherr di fama internazionale. L’ho conosciuto per caso a Marienfried (Maria della Pace — vedi Eco 57 e 58), luogo di apparizioni non riconosciute dalla chiesa, ma dove non è raro imbattersi in vescovi o prelati che presiedono servizi religiosi. E’ nato nel ’50 a Memmingen dopo 5 sorelle da genitori cattolici.
A 13 anni fu messo in un convitto, ma stava troppo bene per servire Dio e a poco a poco diventò ateo. Era il tempo della contestazione studentesca degli anni ’60. Ottenne il diploma di ingegnere architetto e cominciò ad aiutare il padre nell’impresa in Germania e all’estero.
Nel 1981 ebbe un incidente d’auto ad un incrocio: le due vetture furono ridotte a rottami. I due conducenti ne uscirono illesi. Solo due anni più tardi Hubert notò a 5 metri da quell’incrocio una cappelletta con la grotta di Lourdes. Una forza irresistibile lo portò ad entrare: era il primo passo verso Dio dopo tanti anni. Davanti all’immacolata comprese che c’era un rapporto tra Lei e il suo incidente. Sua madre gli aveva parlato di Lourdes e di Fatima. Acquistò poi un libro sulle apparizioni di Fatima e constatò che le predizioni sulla Russia si erano avverate.
Tornò ancora alla cappellina: la Vergine a Fatima non aveva promesso soccorso a chi si fosse confessato e comunicato per i primi sabati di 5 mesi consecutivi, recitando il Rosario? Hubert aveva un grosso problema nella sua azienda e promise alla Madonna di fare i 5 sabati in quella cappella perchè Lei lo risolvesse, Allora non sapeva più nemmeno il Padre Nostro, ma Maria lo aiutò.
Poi pensò di andare a Fatima nel 70° anniversario e ritornò alla cappella per chiedere un segno se doveva fare o meno questo viaggio. Avvertì una corrente fortissima che gli attraversava il corpo: era il segno. A Fatima passò 3 giorni bellissimi nell’87.
Durante il viaggio l’amico gli parlò di Medjugorje ed egli sentì subito una grande attrattiva per questo luogo cui volò in aereo appena ritornato. Lui, il miliardario Liebherr, si aspettava grandi miracoli e si vergognava a pregare in pubblico, perchè lì c’erano molti tedeschi. Sul Krizevac provò forti nausee e capogiri, lui che stava sempre bene. Si ricordò poi di una cosa orrenda che aveva fatto in una chiesa e che non aveva mai osato svelare a nessuno, nemmeno in confessione.
Ritornò ancora a Medjugorje con l’amico e pensavano assieme che cosa poter fare per diffondere dalle loro parti tanto dono di Dio. Nell’88 iniziarono con un gruppo di preghiera, organizzarono incontri con proiezioni e perfino un viaggio in aereo a Medjugorje.
Il padre allora gli parlò chiaro sulla sua responsabilità in azienda, gli disse che doveva piantarla con queste robe da preti: quelle apparizioni poi non erano ancora riconosciute, e così via. Hubert afflitto chiese a Maria nella solita cappella che cosa fare. Prima di partire per Medjugorje in un santuario presso Asburgo fu colpito da una Consacrazione a Maria fatta dai pellegrini e pianse la sua vita peccaminosa, riconoscendo la propria indegnità. Poi aprì la Bibbia e lesse: “Lascia tutto e seguimi”. Ma questo non va, disse tra sè. A Medjugorje, dove faceva da guida ai pellegrini, chiese ancora un segno di fronte a questa scelta. E glielo diedero le parole dell’inno “Segnet du Maria…” cioè Maria benedici il Tuo Figlio, che gli penetrarono nell’anima, causandogli un pentimento fortissimo. Si rifugiò in una piega della Potentissima che gli aveva dato senza merito la grazia della conversione. E alla comunione Hubert disse sì a Dio.
Tornato a casa, il padre dopo una discussione lo lasciò libero, ma la moglie protestante non era d’accordo. Ma lui non aveva scelto la via della Croce? Lo aiutò a superare gli ostacoli un sogno nel quale, uscito di strada in curva durante una corsa e sbalzato fuori dall’abitacolo, una Signora luminosa lo accolse tra le braccia. Comprese che si trattava della sua vita e sentì grande gioia.
Lo consigliavano di andare da uno psichiatra e nessuno lo comprendeva, ma questo l’aiutò nel dare addio alla vita passata. La Madonna lo avrebbe preso per mano. Con l’amico Albert Von Brandenstein organizzò il centro “Medjugorje in Deutschland” per diffondere i messaggi di Medijugorje: egli nella grande chiesa di Marienfried. Il 10 maggio’90 vi si recò mons. Van Lierde, vicario generale del Vaticano, che tenne un discorso. Sua madre fu felice di quella conversione per la quale aveva tanto pregato: ora è morta. Continuano le difficoltà in famiglia, tutte occasioni di crescita nella fede e nella virtù. Il suo matrimonio non viene toccato, perchè è un sacramento. Per chi si trova nella stessa situazione in cui i membri della famiglia non comprendono questa via di totale dedizione a Dio, egli dice: non preoccupatevi. Consacrate la vostra famiSlia a Maria, nessuno perirà. Ma dobbiamo avere pazienza. Se i vostri figli si convertissero subito, forse voi preghereste di meno… La Madonna ha bisogno di preghiere e sacrifici anche per molte altre famiglie.
(Traduz. di Enzo Cobelli) – Mark Waterinckx
Redazione Papaboys (Fonte medjugorje.altervista.org/Tratto dall’Eco di Medjugorjen.85)
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